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14 Febbraio 2017 05:22
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di Gian Carlo Zanon
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ROMA – Il prof. Carlo Galli, che insegna Storia delle dottrine politiche presso la Facoltà di Lettere e Filosofia all’università di Bologna, forse non si aspettava una platea così appassionata ed agguerrita quando, ieri pomeriggio, è entrato nella libreria Amore e Psiche di Roma per presentare il suo ultimo libro: ‘Perché ancora destra e sinistra’.
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Ad attenderlo, con tante domande, e tantissime provocazioni di eccellente fattura, vi erano psichiatri, economisti, intellettuali, scrittori, giornalisti, con un’unica, multiforme, domanda: sono ancora valide le categorie destra e sinistra? Che significato hanno queste categorie e chi le incarna politicamente e socialmente?
Fare una sintesi giornalistica di ciò che è stato detto in tre ore di dibattito è un’impresa ardua, cercheremo di andare per suggestioni, e memoria di ciò che è accaduto.
In questa ricerca, che parte dall’assunto di Galli che “la coppia destra sinistra non è una mera sopravvivenza lessicale” si è cercato di definire la fisionomia esistenziale, ed il pensiero, di chi è di destra e di chi è di sinistra.
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Galli scrive che chi è di destra sostanzialmente crede che il mondo sia dominato dal caos, perché “ha un nucleo di indeterminatezza, cioè di disordine”. Chi è di destra pensa che un ordine sia impossibile da raggiungere ma che coloro che, pur aderendo a questa idea di impossibilità di ordine, per un certo tempo, creeranno quest’ordine saranno i ‘Vincenti’; coloro che, invece, si opporranno all’ordine, e al ‘sistema’ ideato dai ‘Vincenti’, saranno ‘Perdenti’ e quindi una categoria da sfruttare e/o da eliminare come fosse una scoria.
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Chi invece è di sinistra pensa che l’essere umano sia sostanzialmente un essere sociale che deve trovare, o ritrovare, “la dimensione che realizza la ritrovata coincidenza, nell’uomo liberato, di società e natura”, che abbia come finalità una società dove i “semi di umana razionalità si sviluppino liberamente in soggettività caratterizzate da uguaglianza di dignità e da autonomia, con la rinuncia a violenza, discriminazioni e dominio: che è Giustizia, non l’ordine dell’essere, ma il progetto di emanciparsi, attraverso la politica, da impedimenti e condizionamenti.”
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Da queste proposizioni si è sviluppato un intenso dibattito che naturalmente ha tenuto conto del contesto sociale in cui viviamo e quindi degli orrori di una politica dove una maggioranza di destra, incerta e delinquentemente irresponsabile, la fa da padrone, e dove un’opposizione senza idee, che si possano riconoscere come di sinistra, aderisce senza alcun dubbio ad uno sviluppo cieco e disumano, e ad un Marchionne che vuole una società ‘ordinata’ uguale a quella fantasticata da Huxley nel suo libro Il mondo nuovo. Come avevamo già scritto in un precedente articolo, la società immaginaria del romanzo di Huxley, è una comunità dove lo status sociale viene predeterminato, in vitro, quindi geneticamente. Ne ‘Il mondo nuovo i privilegiati’ sono esseri belli e sempre felici, tipo i berluscones, ma assolutamente anaffettivi e disumani, tipo i berluscones. Gli individui Alfa non conoscono né l’odio ne l’amore e credono, come molti eminenti psichiatri, che sentimenti e passioni siano malattia organica da curare attraverso delle droghe che acquietano le eventuali, ‘patologiche’, pensate come mere effervescenze ormonali.
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Questo è l’ordine auspicato da chi è di destra. Per chi è di sinistra – non per chi si dichiara e crede di essere di sinistra – l’elemento fondamentale è la ricerca di una ritrovata eguaglianza sociale, dove parole come ‘eguali opportunità’ non diventino un teatrino per qualche ministro, e dove la parola “libertà” stia a rappresentare, “il dovere di essere esseri umani”, come ha affermato più volte lo psichiatra Massimo Fagioli, molto citato durante il dibattito.
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La discussione ha approfondito temi quale il fallimento di una convergenza al centro tra destra e sinistra, la democrazia ormai svuotata di contenuti etici e il paradigma antropologico negativo della destra che ‘pensa’ ad un essere umano soggiogato da pulsioni parziali, naturalmente perverso, e, soprattutto, monolitico e intrasformabile.
Questa visione sull’essere umano è suffragata e legittimata dalla cultura che ha per caposaldi pensieri negativi sull’essere umano tipo: uomini e donne nascono con il peccato originale, come dice il cristianesimo; il bambino è naturalmente un ‘polimorfo perverso’, Freud e i suoi epigoni: Eugenio Scalfari docet.
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Naturalmente, per chi la pensa come Scalfari, il quale si definisce di sinistra, gli esseri umani, visto che provengono da ciò che religione e ragione definiscono male e caos, non dovranno che essere dei carcerati o dei carcerieri. I carcerati saranno i ‘Perdenti’, le classi meno privilegiate; i carcerieri saranno i ‘Vincenti’, i capitani d’industria, i religiosi, i loro servi e i capò. Questo è, e questo sempre sarà, secondo quelli di destra.
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Ieri però, durante il dibattito si è cercata una nuova via per uscire da questo labirinti culturali, e ne sono uscite delle proposizioni finali, da sviluppare ulteriormente, molto interessanti.
Dopo che erano state ridefinite le categorie di ‘buono o cattivo’ in ‘malato o sano’, una ragazza (Silvia Scialanca) dal pubblico ha fatto un intervento molto interessante: “si nasce di sinistra e si diventa di destra”, ha detto, sottolineando il fatto, già espresso da alcuni psichiatri, che gli essere umani nascono con una naturale socialità e con una “idea” primaria di uguaglianza. Solo un essere umano che si è ammalato può, in modo delirante, percepire la realtà umana come qualcosa di caotico e animale, da controllare o annichilire.
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Concludendo questo articolo che per poter sviluppare tutte le idee che son state solo accennate nel dibattito tra Galli e la platea nella libreria Amore e Psiche dovrebbe essere interminabile, possiamo accennare solo alla proposizione di una vera idea di sinistra accennata ieri: contrapporre ad una visione umana caotica della destra, e della chiesa sua complice da sempre, una visione dell’uomo, contenuta nella ‘Teoria della nascita’ dello psichiatra Massimo Fagioli, il quale parla di una nascita non perversa degli esseri umani. Massimo Fagioli, sia nei testi dei suoi libri, sia negli articoli che escono regolarmente ogni settimana sulle pagine di Left, ha sempre affermato l’assoluta sanità e l’assoluta uguaglianza dell’essere umano alla nascita.
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Quindi, rischiando un’estrema sintesi, possiamo dire che si nasce con l’‘idea’ di uguaglianza umana, e quindi di sinistra; poi, solo se, attraverso rapporti umani deludenti, ci si ammala, e quindi si perde la ‘idea’ primaria dell’eguaglianza dell’essere umano, si diventa mostruosamente di destra.
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