Gelli (al centro) e Andreotti negli anni della gioventù
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di Gian Carlo Zanon
“Ma le parole dell’autore del libro sul “complottismo”, mandano uno strano suono quando inizia ad usare le solite armi di distrazione di massa …”
Due giorni fa ho seguito nella trasmissione Fahrenheit, su Rai3, lo svolgeresi di un’intervista a Massimo Teodori, sul suo libro Complotto! Come i politici ci ingannano, scritto a due mani con Massimo Bordin.
Due parole per definire la carrera de vivir di Teodori: storico, scrittore e giornalista, eletto nelle liste del Partito Radicale, nel 1979,1983, 1987, Teodori nel 2001 si candida come indipendente nella lista di Forza Italia, ma non viene eletto. Peccato gli sarebbe toccata una sfolgorante carriera forzista al fianco degli altri tranfughi radicali, tipo il bel Daniele Capezzone.
Massimo Bordin è il “mitico” direttore di Radio Radicale, autore di mille battaglie culturali tra le quali spicca un convegno del 27 ottobre 1998 dal titolo Pedofilia e Internet, vecchie ossessioni e nuove critiche, caldeggiato da Marco Pannella. Tra le motivazioni del convegno si legge: “siamo certi che gli adolescenti a cui molti paesi del mondo attribuiamo la capacità di rispondere in giudizio delle proprie azioni non abbiano invece pari consapevolezza e responsabilità nell’ambito sessuale? In ogni caso in uno Stato di diritto, essere pedofili, proclamarsi tali, o anche sostenerne la legittimità non può essere considerato reato”. Il bersaglio era la Legge 269 varata il 3 agosto 1998. (Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale a danno di minori). A Radio Radicale va anche il “merito” di essere stata l’unica radio italiana a mandare in onda “l’educativo” programma danese filopedofilo dal titolo “Papà posso toccarti l’uccello?” in cui si rinverdiva l’antico ritornello freudiano: “sono i bambini che seducono gli adulti per farsi violentare”.
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Massimo Teodori e Massimo Bordin
Torno all’intervista a Massimo Teodori di Fahrenheit, che devo dire mi ha allarmato. Oggi ho risentito la trasmissione in podcast e ho preso degli appunti da cui ho tratto le mie conclusioni. Il tono e i contenuti di Teodori sono più o meno quelli che cercherò di raccontare, o perlomeno io li ho percepiti come tali. Ma potete riascoltare in podcast la trasmissione se volete.
Secondo Teodori il “complottismo” è un vizio antico. Di complotti, secondo lui, si pasce chi non ha voglia di pensare e preferisce credere compulsivamente alle tante teorie del complotto che riposano su alcuni elementi base. Ad esempio: “non è vero ciò che si vede , c’è qualcuno che tira i fili di quella o di quell’altra vicenda, uno potente di cui però non si dice il nome” e bla bla bla. Un classico caso patologico di “complottismo” , ha suggerito Teodori, è quello del complotto interno dell’11 settembre per distruggere le Torri gemelle: “Una pletora di sciagurati – leggo dai miei appunti – di estrema destra e di estrema sinistra si sono messi d’accordo nel dire che l’attentato fu orchestrato dallo stesso presidente americano”. E come dare torto a Teodori, è chiaro che in quel caso si è trattato di “complottismo” d’accatto, lo hanno capito tutti tranne pochi irriducibili “complottisti”.–
Gelli riceve un’onorificenza dal Presidente argentino Peron
Ma le parole dell’autore del libro sul “complottismo”, mandano uno strano suono quando inizia a usare le solite armi di distrazione di massa: “Dallo sbarco del 1943 in Sicilia fino ad oggi – ha detto Teodori all’intervistatrice – c’è una linea di pensiero in Italia che attribuisce tutte le trame e tutte le stragi agli Stati Uniti d’America. (…) I complottisti ritengono che a partire dalla sbarco alleato in Sicilia del ‘43 fino ad oggi, tutta una serie di stragi e misteri non possono che essere attribuiti che alla longa manus americana”.
Parlo di “armi di distrazione di massa” perché, per qualche recondita intenzionalità, ancora una volta verità sacrosante, come quella del complotto ordito dalla stessa classe dirigente americana contro le Torri gemelle, vengono mescolate sapientemente a mezze verità e a palesi, anche se non provate, menzogne, con l’intento, più o meno cosciente, di confondere anche quelle persone che, non essendo ancora riuscite a verbalizzare la realtà, cadono nei tranelli dei venditori di cecità.
Dico questo perché è sufficiente un po’ di discernimento politico e di buon senso per sapere oltre ogni dubbio che, non l’America intesa come popolo americano ma come forze finanziarie o se vogliamo come Corporations, ha appunto usato non una longa ma una lunghissima manus per dominarci economicamente.[1]
Pinochet stringe la mano a Kissinger
–Altra teoria “complottista”, secondo quanto ha detto Teodori, sarebbe quella inventata contro l’ex presidente del Consiglio Mario Monti, accusato di essere “la pedina politica di un complotto finanziario massonico ed europeo”. I complottisti gli avrebbero ingiustamente imputato di essere stato membro di quelle strane organizzazioni semisegrete ritenute le artefici del complotto, come il tanto fantasticato Club Bilderberg. Non che questa e altre organizzazioni non esistano, ha detto obtorto collo Teodori, ma però “sono da inquadrare nella dialettica politico finanziaria del mondo”. Traduco: se una persona, un’associazione, un gruppo finanziario, agisce nascostamente a vantaggio di sé o per altri, questo non si può ricondurre alla categoria del “complotto” perché altro non è che una normale “dialettica finanziaria” con i politici messi sugli sranni del potere apposta per impedire ai cittadini di difendersi dalla rapacità dell’alta finanza. Ricordate cosa disse la Camusso di Renzi? Disse :”Renzi è a palazzo Chigi per volere dei poteri forti. Lo ha ammesso Marchionne”.
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Poco importa al Teodori se da questa dialettica è di fatto unilaterale e segreta, se il paese italia ne esce impoverito e defraudato della democrazia, perché Monti in realtà, dice sempre Teodori “è stato scelto perché era in grado di rimettere i conti in ordine e non già perché la finanza internazionale lo aveva scelto”… i conti in ordine … i conti in ordine???? Ma Teodori ha letto come stiamo a disoccupazione, come stiamo a sviluppo economico? Ma Teodori, quando dice “rimettere i conti in ordine”, intende rimettere in ordine i conti delle banche private come la Banca d’Italia, La Bce e il Fondo Monetario Internazionale?
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Si perché Teodori non ha neppure letto cosa ha detto quell’altro eroe dell’economia: parlo del presidente uscente dell’Unione europea Herman Van Rompuy, che non più di dieci giorni fa si è lasciato sfuggire «È urgente e essenziale che l’Unione europea sia anche protettiva, non solo degli affaristi, ma anche degli impiegati e dei lavoratori, non solo quelli con i diplomi e che sanno le lingue, ma di tutti i cittadini». Tremo pensando di essere considerato un bieco “complottista”, ma questo per me significa che coloro che “sanno mettere i conti in ordine” finora hanno fatto solo gli interessi delle caste privilegiate elencate da Van Rompuy.
Per guarire gli italiani dal “complottismo compulsivo”, Massimo Teodori ha pensato bene di parlare anche della Loggia P2 e di Lucio Gelli che, secondo quei deliranti dei complottisti, facevano parte anch’essi della longa manus USA.
Delle trame della P2 e della massoneria Massimo Teodori dovrebbe saperne molto perché, oltre ad aver lavorato per anni nella Commissione d’inchiesta sul Caso Sindona e sulla P2, almeno una volta nella sua vita, per sua stessa ammissione, ha pranzato, però in presenza delle rispettive compagne Maria Pia Magaraggia e Maria Teresa Gaja, con Gustavo Raffi Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia.
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Henry Kissinger con Videla (al centro)
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Quindi ripeto: secondo Teodori, Gelli è stato solo un intrallazzino e non certo un “complottista” longa manus degli interessi degli interessi americani… peccato che il “complottista compulsivo” che abita in me come un specie di Mister Hyde, abbia trovato nella prefazione del libro Affari nostri diritti umani e rapporti Italia-Argentina 1976-1983, a cura di Claudio Tognonato, edito da Fandango Libri, questa osservazione del curatore, professore di Sociologia all’Università degli Studi di Roma Tre: “Nel nostro paese (gli anni ’70 N.d.R.) sono gli anni d’oro della Loggia P2. Licio Gelli aveva costruito il proprio potere intrecciando interessi italiani e argentini, prima con Perón e López Rega, poi con Massera e la dittatura. La Commissione parlamentare che indagò sulla Loggia massonica segnalò la necessità di approfondire i rapporti internazionali della P2. Noi, consapevoli dell’enorme difficoltà, abbiamo accettato la sfida e abbiamo cercato di fare qualche passo in quella direzione.”
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L’amico di Licio Gelli Massera, il criminale argentino
condannato in vari processi per delitti contro l’umanità ,
si intrattiene cordialmente con papa Paolo VI
(foto archivio L’Unità)
È quantomeno strano che Teodori, avendo anche fatto parte della Commissione parlamentare non sia mai venuto a conoscenza dei rapporti idilliaci tra quel “furfantello da quattro soldi” di Gelli e i generali argentini legati a doppio filo con l’America degli affari: è strano che non sappia dell’Operazione Condor organizzata da Henry Kissinger, consigliere per la sicurezza nazionale di Nixon e di Ford, e dei cordiali rapporti del tedesco con i macellai Pinochet e Videla. Rapporti ignobili che però non impedirono a Kissinger di ottenere nel 1973, l’anno dell’assassinio di Salvador Allende e del massacro di migliaia di cileni, il Nobel per la pace. E che dire dei rapporti tra Gelli e il Banco Ambrosiano che faceva capo al caro mai dimenticato arcivescovo Marcinkus e quindi al Vaticano? Anche questo è “complottismo”? Il 19 febbraio 2015 il fatto pubblivava un articolo in cui si scrive che Hervé Falciani, l’ingegnere informatico italo-francese che ha diffuso la lista di clienti della filiale di Ginevra di HSBC, ha affermato durante una conferenza stampa: «Le investigazioni italiane sullo Ior furono fermate dal Vaticano: la Svizzera era disposta a collaborare, il Vaticano mise il suo veto.» Anche lui è un perfido complottista???
Anche se Massimo Teodori il 3 giugno 2014 nell’intervista che conservo gelosamente, ha di fatto negato l’esistenza di trame americane che partono da Gelli, mettendo alla berlina quelli che secondo lui sono solo degli stolti “complottisti”, esiste, ed è esistito, un filo preciso di quelle trame che lega Gelli a Pinochet e ai caudillos argentini a loro volta legati a politici italiani, vaticani e americani che fanno capo alle corporations americane. Un filo che, per quanto ci riguarda, parte proprio dallo sbarco, patrocinato dalla mafia italoamericana, degli alleati in Sicilia … poi lo chiami pure come gli pare: complottismo, oppure “una normale dialettica”, ma il succo rimane sempre uguale, … ed è amaro.
«Tardiva ma durissima sentenza in Argentina contro l’ex dittatore Videla, condannato a 50 anni di carcere per il rapimento dei figli dei desaparecidos durante la dittatura militare. I bambini erano stati affidati a ufficiali del regime o a loro stretti conoscenti secondo un piano che ottenne il “placet” della Chiesa e venne escogitato da ambienti vicini a quelli della P2 di Licio Gelli.
A tale proposito, il teste Moretti ha fatto presente che tra i due paesi vi erano rilevanti rapporti economici (essendo l’Argentina interessata, tra l’altro, all’acquisto di armi e di imbarcazioni militari) e che assai stretti erano i legami tra alcuni capi militari argentini e la Massoneria deviata di Licio Gelli. Ha poi affermato che l’ammiraglio Massera (dal quale dipendeva l’Esma, uno dei più famosi luoghi di tortura e di repressione) era stato appoggiato da Gelli nella sua nomina al comando della Marina e, in cambio, quando entrò a far parte della Giunta, si adoperò per far aprire in brevissimo tempo a Buenos Aires gli sportelli del Banco Ambrosiano che era in mano alla P2; e lo stesso Massera, quando andò in congedo e si diede alla politica, venne ancora appoggiato e finanziato dal Banco Ambrosiano. Il teste ha sostenuto, infine, che alla P2 apparteneva anche Carlos Guillermo Suarez Mason, comandante del I corpo dell’Esercito; e che l’esistenza di questi legami poteva dare una spiegazione del perché la tragedia argentina non avesse trovato il giusto spazio sulla stampa italiana e, in particolare, su giornali come “Il Corriere della Sera”, che in quel tempo era controllato dalla P2.
Un atteggiamento di indifferenza e di silenzio, secondo quanto riferito dal teste Calamai, venne tenuto anche dall’ambasciatore d’Italia a Buenos Aires, il quale accolse l’invito dei militari a negare l’asilo politico alle persone ricercate, come se effettivamente si trattasse di delinquenti comuni, oggetto di normali operazioni di polizia. »
Queste non sono paragrafi provenienti da un’allucinazione uditiva di un complottista da strapazzo, sono alcuni paragrafi tratti dalle motivazioni della Sentenza di condanna del generale Carlos Guillermo Suarez Mason, del generale Santiago Omar Riveros e altri per i crimini contro i Cittadini italiani nella Repubblica Argentina – Redatta scheda pel casellario N. 3402/92 R.G.N.R. N. 21/99 e 3/2000 – del Reg. Gen N. 1402/93 R.G.G.I.P. N. 40/2000 del Registro Inserz. Sentenze. Della CORTE DI ASSISE DI ROMA dell’anno duemila, il giorno sei del mese di dicembre.
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5 giugno 2014
Ultimo aggiornamento 19 febbraio 2015
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Note
[1] Consiglio alcuni libri che possono aiutare a capire quanto è stata lunga la longa manus americana:
Nico Perrone – Enrico Mattei – Il Mulino;
John Perkins – Confessioni di un sicario dell’economia – Hoepli;
Ermanno Rea – Mistero napoletano – Feltrinelli
Attilio Bolzoni,Giuseppe D’Avanzo – Il capo dei capi – Biblioteca Univ. Rizzoli,
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