• Tutti a tavola ! #il cavolo a merenda è servito# – Follie conviviali del terzo millennio

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    di Jeanne Pucelli

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    Quanto mi è  diventato difficile andare a cena con “amici” e colleghi e mantenere durante la serata un filo di pensiero coerente e consecutivo.

    C’è, tanto per fare un esempio, un’amica di una mia amica che già dall’antipasto inizia sempre così: “Io non ce l’ho con la tale, anzi” , ” e poi giù giudizi negativi a non finire tanto che poi pensi: “ma se ce l’aveva con la tale, cosa mai avrebbe potuto dire”. Poi c’è quello che “io, lo sai , non sono razzista, anzi” e giù giudizi fascisti che farebbero arrossire persino la Marie Le Pen e poi giù con le barzellette sugli ebrei predilette da Hermann Göring.

    L’altra sera un amico si è messo a tessere le lodi della candidata a sindaco di (omissis) del partito (omissis), mi sembra che si chiami (omissis) o Diametri o qualcosa del genere. A me questo partito non mi sconfiffera molto ma, forse, si potrebbe votare “per vedere poi di nascosto l’effetto che fa”. Comunque sia, nessuno dovrebbe escludere completamente, visto il programma presentato,  a priori la bontà della sua candidatura e delle sue intenzioni, nooo?

    E invece apriti cielo!!!! L’amica della mia amica ha iniziato come al solito: “Io non ce l’ho con (omissis), anzi”, e poi visibilmente sovraeccitata ha tirato fuori un centinaio di negatività della madame in questione, giungendo con nonchalance a mentire spudoratamente sul suo passato politico stravolgendo anche la verità più acclarata.

    Io ho pensato “ma, visto il livore manifesto, la bava alla bocca e gli occhi di fuori, non è che per caso c’è qualcosa di personale?” Per sorte la mia amica, che è sua amica e che sa tutto di tutti,  è andata a rifarsi il trucco … l’ho seguita e senza tanti giri di parole ho chiesto “scusa, ma non è che per caso …?”. Non mi fa neppure la frase “ ma caraaaa, ma cooooome non lo sai che “omissis” in gioventù si è fatta il suo fidanzato? Ma si, Mario, quel coglione che poi si è anche sposata no-no-sta-nte!” e giù particolari scabrosi e piccanti, tipo che (omissis) si faceva il fidanzatino dell’amica anche quando lei andava un attimo in bagno a rifarsi il trucco.

    giudizi a priori cosi tranchant

    Venuta a conoscenza del fattaccio sono tornata a tavola con gli altri. L’amica si infervorava ancora chiedendo le opinioni degli altri: “lo sapete che dico sempre la verità, voglio vedere se qualcuno ha il coraggio di non credere a ciò che dico, sarebbe come dire che io mento”.  Era talmente su di giri da risultare persino imbarazzante. Sapendo del suo “problema personale” ero abbastanza solidale con la cornuta e me ne sono stata zitta e muta, anche perché se avessero fatto a me una cosa del genere …

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    Gli altri commensali si sono divisi in almeno tre categorie:

    – i consenzienti, che assentivano “a prescindere” ingollando ogni sillaba che fuoriusciva dalle labbra dell’invasata;

    – i contrari, forse un paio, che con un po’ di timore dicevano più o meno: “ma no, ma dai, vediamo almeno che farà prima di dare giudizi a priori cosi tranchant”;

    – e poi c’erano i peggio: una folta categoria di difficile definizione, che potrei chiamare “monotematici spostatori di senso”  che, pur mostrando di condividere le istanze della signora tradita, in realtà non facevano altro che “farsi i cazzi loro” spostando il discorso su argomenti che c’entravano come i famosi “cavoli a merenda”.

    I “spostatori di senso”,  chiusi ognuno nel proprio The Truman Show monotematico, invece di entrare nella specificità della discussione, hanno rimasticato le stesse frasi e le stesse proposizioni di sempre, le sole che conoscono a menadito e con cui condiscono ogni discorso: tu gli parli di economia? e loro ci infilano Platone e Gramsci! Gli parli della politica renziana? e loro vanno rinvangare vecchi ricordi di gioventù movimentista in cui i cattivi li hanno portati sulla cattiva strada e bla bla bla! Inizi a parlare di ecologia, di territorio e di riciclo? e quelli vanno a pescare San Francesco, “Quello sì che credeva nell’ecologia, lo si vede chiaramente nel Cantico delle creature!”.

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    Che c’azzecca direbbe il buon Di Pietro! Ma non c’è niente da fare, questa categoria di persone vivono il loro disagio esistenziale cronicizzando i loro discorsi e usandoli a vanvera come i famosi “cavoli a merenda”.

    © Jeanne Pucelli – 20 marzo 2016 – Riproduzione riservata

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