• T’amo pio bove che sei nei cieli …

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    La strada per il paradiso non sarà più lastricata di buone intenzione ma, come le nostre vie cittadine, dalle cacche dei cani che accompagneranno i loro amati padroni anche nel regno dei cieli…

    Salvo Carfì

    «Osssssignora ma che bel cagnolino che ha! Io invece sono vedova sa: il mio Fufi mi ha lasciato … si un cancro intestinale, povera stella , adesso è in paradiso che mi aspetta. Era tanto buono, meglio di mio marito buonanima … si, anche lui un cancro intestinale. Ma Pierpiero invece sta all’inferno, quella bestia senza cuore. Eh signora cara, si sa neh, gli animali sono più umani degli uomini che invece sono più animali delle bestie»… questo è un dialogo tra i tanti uditi ieri mattina nella chiesetta di Mater Amabilis, a La Loggia (Torino), durante la giornata del Ringraziamento. Don Ruggero Marini, il parroco, questa volta non si è limitato a benedire, come accadeva negli anni trascorsi, i frutti della terra e qualche trattore malandato bisognoso di un miracolo meccanico. Questa volta il prete infiammato da una fede animalofila è andato ben oltre.


    Durante la messa si è messo a benedire pesci rossi, cani, gatti, piccole cavie, ranocchie, pappagalli, fringuelli, pulci, pecorine smarrite e zecche, aprendo loro la strada per l’alto dei cieli … pare che anche ratti e scarafaggi, rimasti in preghiera nella penombra, ne abbiamo beneficiato: «I vostri animali sono attesi dalla vita eterna. Sono tutte creature di nostro Signore» ha tenuto a precisare il Don Marini mischiando la propria voce stentorea a latrati, guaiti, nitriti, squittii, miagolii degli animali in piena estasi religiosa. «Anche dopo la morte li incontrerete ancora» ha assicurato il prete preda di una lussureggiante zoofilia compulsiva che è sfociata in un orgasmo verbale al limite dell’eresia: «Gli animali hanno il soffio vitale donato da Dio. E sono eterni perché Dio l’ha voluto». Amen.


    Poi, resosi conto di aver travalicato il comune senso del pudore, con uno slalom teologico al limite della logica ha cercato di correre ai ripari una pezza precisando : «Non usate il concetto di anima, ma il concetto amoroso di memoria di Dio. Credo fermamente in quello che dico e sono pronto a risponderne di fronte a chiunque». Forse anche di fronte al suo dio animalista. Però ‘sto parroco è geniale: questa del «concetto amoroso di memoria di Dio» va messa nel guinness dei primati del non senso.

     

    People attends with their dogs a mass dedicated to animals at the Saint-Pierre-d'Arene's church on October 6, 2013 in Nice, southeastern France.  AFP PHOTO / VALERY HACHE


    Ma lui «convinto che un giorno ci rivedremo tutti assieme» cani idrofobi e gatti randagi, galline spelacchiate e cosce di pollo, bistecche alla fiorentina e trippa alla romana, ha fatto felice fedeli e animali che spintonandosi si contendevano la benedizione divina: «È un’iniziativa super » ha detto un’accalorata signora Lucia Delle Caldane mentre, occhieggiando col campanaro di una vicina parrocchia , presentava la sua gattina Pussy a Bruto un mastino napoletano – ma leghista della prima ora – superdotato. Poi, inesausta come Santa Teresa del divino amore di Chiavari, parafrasando don Marino da Torino, ha continuato «Serve a creare, il concetto amoroso di memoria di quella cosa … che non ricordo più». Checcarina!!!


    C’era anche un’amante dei cani da riporto dalla criniera corvina titolare di un canile un po’ … equivoco: «Io mi lavoro tutti giorni i cani e so quanto possano aiutare persone con il mio temperamento. Poterli portare con me a sentire la Messa, è stata un’esperienza mistica bestiale».
    I fedeli più attenti, perché più fedeli, si sono resi conto che gli animali assiepati in chiesa erano talmente affascinati dall’insolita situazione da restare rigorosamente muti durante la preghiera: «E qualcuno crede ancora che non ci ascoltino», ha scherzato quel buontempone del don Marini. Poi ha benedetto tutti i presenti senza differenze di razza trattandoli tutti allo stesso modo, trattori e verdure compresi. Ed infine, accarezzando una gallina da brodo con l’acquolina in bocca, visibilmente turbato ha promesso : «È andata anche meglio del previsto. Lo rifaremo»


    No, non dovete meravigliarvi per questo sincretismo tra genere umano e animale, oggi Repubblica titolava e sottotitolava un articolo di Roberto Esposito in questo modo «Da Aristotele a Orwell tutta la nostra parte bestiale. Se per la concezione cristiana siamo agnelli, secondo Hobbes diventiamo lupi e solo una belva più feroce riesce a proteggerci. Perché, tra filosofia e letteratura, non possiamo ancora fare a meno di paragonarci agli animali.»
    E quindi, uomini e lupi … tutti insieme in paradiso, appassionatamente !!!!

     

    10 novembre 2014

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