• Elezioni politiche 2013 – Rivoluzione antropologica o “nuovo ordine sociale”?

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    1984-orwell

     

    di Salvo Cotroneo

     

    Ed eccomi qui, a meno di una settimana dalle elezioni, dilaniato dalla scelta per il voto incombente del 24 febbraio.

     

    La prima, e più facile, soluzione sarebbe quella di non andare a votare … ma il mio daimon, sempre attento a tutto ciò che combino in stato di veglia,  non mi perdonerebbe mai un simile atto di vigliaccheria.

     

    La seconda soluzione sarebbe quella del cosiddetto “voto di protesta” che sarebbe incarnato da Ingroia e da Grillo. Ma l’ex magistrato mi appare molto confuso e inciuciato con un Di Pietro che fino all’altro giorno imbarcava sul suo arca privé primati del genere scilipotianum falsus  e che davanti alle telecamere della Gabanelli non riusciva a convincere nessuno della sua onestà intellettuale: come qualcuno ricorderà egli incamerò una donazione al partito facendola divenire patrimonio di famiglia. Legalmente fu tutto regolare perché la donazione era intestata a suo nome, ma … .

     

    Grillo, nonostante dica delle cose che sula carta sono assolutamente da condividere, non mi ha mai convinto. Alla sua immagine si sovrappone sempre quella dei vari duci e ducetti che hanno da sempre ammorbato l’Italia. A dimostrazione di questa mia diffidenza cutanea, che altera la mia percezione nei suoi confronti, ci sono le espulsioni dal M5S di alcuni componenti colpevoli di “lesa maestà” per avere pensato in modo autonomo.

     

     

    Di Pdl e Lega non ne voglio neppure parlare: solo una persona che ha perso il contatto con la propria realtà interna può dare a questi partiti il proprio voto.

     

    E ora veniamo alla terza e ultima soluzione. Parlo di ciò che ormai si delinea all’orizzonte come una coalizione di centro sinistra, che ha alle sue ali il Sel di Vendola e la cosiddetta Lista Civica di Monti, e al centro il Pd. Qualcuno dirà che non è così che stanno le cose. Dirà che in realtà la Lista Monti è una cosa e l’asse Pd – Sel è un’altra. Dirà che le sinistre governeranno da sole o si andrà a nuove elezioni … magari dico io, magari fosse così. Ma così non è. E coloro che hanno un minimo capacità di interpretare la realtà economica e politica e un grammo di onestà intellettuale sanno perfettamente che non sarà così.

     

    E anche se penso (ho scritto penso perché non ne sono ancora sicuro al 100%) che alla fine voterò per questo mostro politico, ciò non vuole dire che sono cieco e sordo. Lo voto perché penso che al momento non vi sono possibili alternative. Non penso neppure che questo sia un “voto utile”. Penso solo che è una scelta obbligata, poi vedremo che succede.

     

    Negli ultimi giorni sono stato investito da numerosi stimoli: la visione del film Lincoln diretto da Steven Spielberg, che mostra da un lato le alchimie della politica e dall’altro di come un fine più alto, la conclusione della schiavitù, giustifica i mezzi: i migliaia di morti in una guerra fratricida.

    Cinismo? Non so. Certamente milioni di americani, che solo da pochissimi anni sono considerati esseri umani a tutti gli effetti, pensano che quel sangue abbia riscattato la storia della schiavitù degli afroamericani.

     

    Oggi scorrendo il giornale on line Altritaliani,  mi sono imbattuto in alcuni articoli stimolanti.

     

    Il primo, firmato Veleno, utilizzava il famoso interrogatorio del protagonista del romanzo 1984 di George Orwell per mostrare il Cavaliere nei panni del Grande Fratello:

     

    “Quante dita sono, Winston?”
    “Quattro. Immagino che siano quattro. Ne vedrei cinque se potessi. Sto cercando di vederne cinque.”
    “Che cosa preferisci, persuadermi che ne vedi cinque o vederne veramente cinque?”
    “Vederne veramente cinque.”
    “Ricominciamo”
    disse O’Brien.

     

    «Non escludo che i sondaggi siano fasulli. – scrive Veleno – Uno che compra dei parlamentari, può comprare anche dei sondaggisti, e del resto come spiega Orwell in “1984”, ovvero nel “Grande fratello” lui può mostrarvi quattro dita e dire che sono cinque, alla fine voi sarete veramente convinti che sono cinque, peggio, voi ne vedrete veramente cinque».

     

    Come dare torto a Veleno. Il “Grande fratello” in effetti ha una incredibile capacità di alterare la percezione sino a far “vedere” cinque dita al posto delle quattro esistenti. Ma siamo sicuri che Berlusconi incarni il vero “Grande fratello”? Io penso che il Cavaliere in realtà sia solo un “grande fratellino”. Il vero “Grande fratello” è ancora invisibile ai nostri occhi. Il vero “Grande fratello” è un sistema piramidale al cui apice siede il gotha della finanza mondiale che tira fili invisibili ai quali sono attaccati tanti grandi e piccoli fratellini che a loro volta … ecc. ecc. ecc. .

     

    Generalizzando, la classe dirigente italiana tutta è composta da questi grandi, piccoli, e squallidi fratellini che non hanno, come Lincoln, per obiettivo il bene e la giustizia sociale. Sono solo dei solerti esecutori di taciti ordini che li fanno dimenare nei teatrini televisivi  come tante marionette vuote.

     

    Sempre su Atritaliani Mario Vaudano, spinge il lettore a riflettere sul fatto che il “sistema Grande fratello” non è stato creato da Berlusconi. Le metastasi che hanno creato questo ed altri innumerevoli cancri nazionali, erano già ben presenti e radicati in ciò che viene definita “prima repubblica” al solo scopo di rivendicare una cesura etica che non è mai esistita.

     

    «Le radici di certe “cattive abitudini” – scrive l’ex giudice istruttore Vaudano – sono infatti lontane, anche se hanno sì subito uno sviluppo abnorme nell’ultimo ventennio. Ma i “semi” e qualche robusto alberello erano già presenti negli anni ‘70 e ‘80, nella gestione democristiana del potere e nel consociativismo di opportunità, che talora ha caratterizzato anche la condotta di una parte della sinistra fino agli anni ’80 . Con delle luminose eccezioni di taluni: appunto il Presidente Pertini e poi il PCI della stagione di Enrico Berlinguer tra il 1983 e il 1985 in particolare».

     

    Inserisco qui di seguito due frasi estrapolate dall’intervista apparsa su La Repubblica il 28 luglio 1981, che Eugenio Scalfari fece a Enrico Berlinguer: «La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico. (…) … molti italiani  secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più».

     

    Sono passati 32 anni e le preoccupazioni di Berlinguer sono divenute raltà. Questo significa che domenica andrò, forse, a votare un partito che non parla più in questo modo. Un partito con una classe dirigente … ma lasciamo perdere che è meglio.

     

    Io vedo questo stato delle cose e penso che se non si guarda in faccia la realtà, se non si  utilizzano le idee che distinguono i bisogni dalle esigenze umane non si può pensare ad una vera e profonda  “rivoluzione antropologica” capace di far crollare definitivamente il sistema.

    Queste idee devono divenire prassi di vita e di lotta continua contro piccoli e grandi burattinai.

     

    Come scriveva il poeta turco Nazim Hikmet non «aspettarti nulla dal di fuori o nell’al di là» solo idee, come quella di una nascita uguale per tutti gli esseri umani, se incarnate, posso tagliare i fili dei burattinai che determinano gli eventi sociali. Ogni mutazione sociale deve necessariamente emergere da una nuova e più profonda visione dell’essere umano che deve essere necessariamente condivisa da milioni di persone.

    Le rivoluzioni non possono nascere dall’alto dei palchi dove nuovi e vecchi guitti dando un orrido spettacolo di sé stessi sbandierano grandi utopie fondate sul nulla. Le “utopie” dei duci che avevano perso di vista la realtà umana si sono sempre trasformate in tragici totalitarismi.

    Lo dicono le vicende storiche. E la storia non mente mai.

     

    Se all’indomani delle elezioni non si volgerà la barra del timone verso le terre inesplorate della realtà umana, il “sistema” raggiungerà i propri scopi: nell’Europa del Sud condannata da tempo a un ruolo da terzo mondo, gli operai diverranno schiavi, la classe media dovrà emigrare, le lobby finanziarie e politiche domineranno indisturbate protette dalla Eurogendfor … a non lo sapevate? Neppure io fino a ieri sera.

     

    Eurogendfor  appare una sigla apparentemente innocua. Circondata dallo strano silenzio della stampa, il nostro Parlamento ha ratificato l’oscuro Trattato di Velsen, che il 18 ottobre 2007 ha istituito questa strana gendarmeria: una forza militare sub-europea indipendente.

    I compiti: «condurre missioni di sicurezza e ordine pubblico; monitorare, svolgere consulenza, guidare e supervisionare le forze di polizia locali nello svolgimento delle loro ordinarie mansioni, ivi comprese l’attività di indagine penale; assolvere a compiti di sorveglianza pubblica, gestione del traffico, controllo delle frontiere e attività generale d’intelligence; svolgere attività investigativa in campo penale, individuare i reati, rintracciare i colpevoli e tradurli davanti alle autorità giudiziarie competenti; proteggere le persone e i beni e mantenere l’ordine in caso di disordini pubblici».

     

    Praticamente ci ritroveremo agli angoli delle strade una nuova Gestapo, per fermare i disordini sociali che ormai sono maturi.  Quindi se tutto va bene siamo rovinati.

    Domenica andrò, forse, a votare un partito che, lo presumo dal fatto che non ha informato i cittadini, ha avvallato questo “nuovo ordine” sociale, mutando la democrazia in uno stato di polizia.

     

    • ciao Salvo,
      io invece ho votato M5S e ne sono contento, dispiace pensare che pur avendo capito il quadro generale tu abbia votato un partito che ci conduce a uno stato di polizia. Il movimento è fatto di gente comune, pulita, onestà, capace e volenterosa. Sono veri, non sono stati creati dal Dio Grillo. Poi magari sbaglieranno anche loro ma chissà, vedremo. Credo che tu ne sappia poco, dovresti mischiartici, approfondire un pò le cose e arriveresti alla mia stessa conclusione. Per quanto riguarda Grillo tu hai già capito che farà il duce e a lui lo paragoni. Siamo ai precog di Minority Report, la condanna dopo un sommario processo alle intenzioni. Il vangelo di Grillo e del movimento 5s è la Costituzione Repubblicana Antifascista, le accuse di tendenze dittatoriali mi sembrano poco plausibili e le persone cui accenni non sono state espulse per “lesa maestà”. Nel movimento ci sono semplici regole: non si fanno più di due mandati per evitare carriere politiche e clientelismi, non si va in televisione perchè si contesta quel modo di fare informazione.
      Favia e Salsi erano in scadenza e le poltrone devono avergli fatto un brutto effetto, volevano prolungarsi e per avere visibilità sono andati in tv parlando a nome del movimento senza averne mandato. Questo ha portato alla loro espulsione e non ci vedo niente di dittatoriale.
      Tornando alla tua scelta di voto; da una parte hai il comico Grillo alla testa di un armata Brancaleone di gente onesta e dall’altra un pugno di politici di centrosinistra che macchiandosi di alto tradimento hanno ceduto la sovranità nazionale per rendiconto personale, hanno lasciato che il paese sprofondasse nella schiavitù e nella crisi economica e hanno pure dato carta bianca a un esercito straniero per reprimere i cittadini quando, alla fame, protesteranno.
      E tu li voti?
      Complimentoni!

      • Ciao Riccardo. Credo che tu abbia in parte ragione. Inoltre sei il primo “grillino” (scusa se uso questo termine che non piace neppure a me) che non ci insulta. Chi sia Grillo e quali siano le sue intenzionalità consce e non, come dici tu, non lo posso sapere. E allora metto in gioco intuizione, sensibilità, conoscenza della storia. E’ chiaro che tutto ciò sovrapposto a Grillo in qualche modo crea una forte percezione soggettiva e forse un pregiudizio, ma non posso farci nulla perché io vedo attraverso i miei occhi … che questi sono, altri non ne ho. Questo significa che posso anche sbagliare. Vedremo Riccardo, vedremo.

        Grazie comunque per l’intervento molto civile e attento. Stiamo preparando una serie di articoli titolati “Tributo alla realtà” che parlano anche, in modo più benevolo, del M5S. Non appena pubblichiamo il secondo metto qui i link. Eccoli http://www.igiornielenotti.it/?p=10682http://www.igiornielenotti.it/?p=10804

        Salvo C.

        • Grazie a te per la risposta altrettanto civile e attenta.
          Per la cronaca non sono un “grillino” in senso stretto ma li ho votati perchè sono l’unica forza politica che può rallentare l’apparato criminale che ruota intorno all’euro.
          Non essendo un economista e quindi con beneficio d’inventario rispetto alla fattibilità tecnica seguo con interesse le teorie degli economisti post-keynesiani (in particolare la ME-MMT sponsorizzata da Paolo Barnard) per una uscita controllata dall’euro e il ripristino della sovranità monetaria e costituzionale.
          Auguro buona fortuna a te e al nostro disgraziato paese.

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