• Dossier Bergoglio – Se questo è un uomo …

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     Moni Ovadia … il profeta

     

     Nel 2007 le Madri di Plaza de Mayo scesero in piazza contro l’allora cardinale Bergoglio, che non si era mai degnato di riceverle Bergoglio rappresenta il fascismo, rappresenta la dittatura”.

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    di Giulia De Baudi

     

    “Ogni ufelee fa el so misté”, Questo proverbio milanese, che letteralmente si traduce in“ogni pasticciere fa il suo mestiere” , nel linguaggio popolare meneghino viene usato quando si vuole invitare una persona a desistere da compiti che non gli spettano o ai quali non è preparato. È il richiamo che la gente di buon senso fa quando invita un “relativamente capace” a fare solo le cose che si sanno fare, a non improvvisare, a non salire sugli scranni che non gli appartengono. È il suggerimento che le persone saggie e concrete fanno a chi si improvvisa in un mestiere che non gli corrisponde.

    Il proverbio mi è venuto alla mente sabato 23 marzo dopo aver letto su L’Unità l’articolo di Moni Ovadia Il nome del papa lo sapevo prima.

     

    In questo articolo l’ormai famoso polivalente artista – musicista, scrittore, attore, nonché produttore – s’improvvisa anche profeta e avvocato difensore della santità papale.

     

    Il dono divino per la preveggenza lo dovrà, forse, alla sua discendenza ebraica sefardita, visto che, il nostro Moni  rivendica nell’articolo «di aver preconizzato per primo l’avvento al soglio pontificio di un cardinale delle Americhe che si sarebbe dato il nome di Francesco».  In un suo spettacolo, scrive Ovadia, dal titolo Oylem Goylem, una storiella yiddish, si racconta la storia di un seminarista di nome Franceschino al quale viene vaticinato la sua assunzione al soglio di Pietro. Il suo nome. manco a dirlo, sarà Franceschino I.

    Si lo so che un artista come lui usa queste storielle per scherzare … ma mi preoccupa il tono che usa. Sembra quasi che ci creda davvero.

     

    Mi preoccupa ancor di più quando, con questo suo “fare scherzoso”, parla di Bergoglio:

     

    «A mio modo dunque, anch’io aspettavo da un pezzo questo Papa e per quello che vedo e sento, mi piace – fatta salva la supposta compromissione con la passata dittatura Argentina che non sembra essere suffragata da sufficienti elementi di prova e per negare la quale si sono levate voci autorevolissime come quella di Pedro Perez de Esquivel – ma soprattutto ammiro la scelta della Chiesa di avere affidato il proprio futuro ad un uomo così, alieno dalla curialità, portatore di parole precise e pregnanti, familiare a chi lo ascolta al di là della religione. (…) Chapeau! Del resto la classe non è acqua. Ah! Se solo la politica dei politici volesse imparare da chi ne sa di più!»

     

    E qui, se mi permettete, mi sono incazzata. Ma come Ovadia, prima fai l’oracolo delfico poi non sai neppure distinguere l’agnello dal lupo? Ti basta una maschera carnevalesca da santo per non saper vedere che sotto c’è il ghigno di chi mentre 40.000 esseri umani scomparivano nel nulla, stava in silenzio? Ma in questo modo ti metti a fare l’avvocato delle cause perse, l’Azzeccagarbugli che sta col potente, solo perché l’accusa gravissima di essere comoplice – tu usi l’eufemismo compromesso –  non è « suffragata da sufficienti elementi di prova e per negare la quale si sono levate voci autorevolissime come quella di Pedro Perez de Esquivel .»

     

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    Ovadia qui non si parla di aver rubato la marmellata, si tratta di ben 40.000 individui umani scomparsi a causa di un sistema criminale di cui la chiesa era parte integrante. Ci sono le sentenze a testimoniarlo. Le motivazioni della sentenza del tribunale de  La Rioja, provincia del Nord del Paese, del febbraio 2013, pubblicate a febbraio 2013, giorni, puntano il dito contro la Chiesa Cattolica, considerata complice della dittatura militare che fece scomparire 30.000 giovani argentini. Nello specifico dell’ultima sentenza, la Chiesa cattolica risulta collusa con i militari Luciano Benjamín Menéndez, Luis Fernando Estrella e Domingo Benito Vera, assassini dei sacerdoti Carlos de Dios Murias e Gabriel Longueville.

    Nella sentenza di condanna per i responsabili militari della zona, i magistrati hanno chiarito che esisteva in tutto il paese un piano del regime in collaborazione delle alte gerarchie ecclesiastiche per eliminare i preti scomodi:

     

    «Non si trattò di fatti  isolati e fuori contesto, attuati per moventi particolari. Al contrario, chiaramente, l’assassinio di Murias e Longueville deve essere interpretato precisamente nel contesto di un piano sistematico per l’eliminazione di oppositori politici. (…) Certamente i membri del popolo di Dio, così come la società argentina in generale, si aspettano da un’istituzione così significativa come la Chiesa Cattolica, un atteggiamento di più nitido e chiaro ripudio dei meccanismi e di chi, in un modo o nell’altro permisero e consentirono la realizzazione di fatti gravissimi come quelli che giudichiamo adesso».

     

    «A volte, la repressione fisica è necessaria, è obbligatoria e come tale lecita» (Monsignor Miguel Medina, aprile 1982).

     

    Non mi sembra che si possa ancora parlare di dubbi sulla complicità di Bergoglio. E chi lo fa è suo complice. Bergoglio era parte integrante di quel sistema; e non era una semplice anello della catena ma era un pezzo molto importante. Bergoglio, grazie al suo zelo – cioè la collaborazione sistematica con la giunta militare al potere dal 1976 al 1983 – proprio in quegli anni, fece carriera divenendo un gerarca di primo piano della Chiesa cattolica argentina. Ora, come annunciato anni fa dall’augure Ovadia, si fa chiamare Francesco, come il santo umbro che aveva scelto di stare in mezzo ai poveri e ai reietti come facevano i gesuiti che egli denunciò come eversori ai satrapi argentini ebbri di sangue. Ci sono i documenti di Horacio Verbitsky a dimostrarlo.

     

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     Nel 2007 le Madri di Plaza de Mayo scesero in piazza

    contro l’allora cardinale Bergoglio,

    che non si era mai degnato di riceverle

    Bergoglio rappresenta il fascismo, rappresenta la dittatura”.

     

    Ma Ovadia non lo sa, e “non sapendolo” si pone sullo stesso piano dei negazionisti che “non sanno” dei sei milioni di ebrei sterminati nei campi di concentramento. E Ovadia è ebreo … o non lo è più nonostante il berretto che ostenta da anni? Forse sono io l’ebrea, la desaparecidas, la sovversiva.

     

    Ovadia è ormai satollo di perbenismo, di politicamente corretto. A lui, “il profeta”, i documenti, le testimonianze e le sentenze dei giudici argentini che attestano la verità su Bergoglio non interessano. A lui bastano i “non è, non è” sparsi al vento di Pedro Perez de Esquivel, per stare in pace con la propria coscienza. Lui ammira «la scelta della Chiesa di avere affidato il proprio futuro ad un uomo così, portatore di parole precise e pregnanti, familiare a chi lo ascolta al di là della religione.».  Come se non sapesse che le parole sono solo parole se non c’è un riscontro di prassi di vita. Lui fa «chapeau» a Bergoglio, a Bergoglio ragazzi … a Bergoglio, non ci posso credere.

     

    «Voi che vivete sicuri/nelle vostre tiepide case,/voi che trovate tornando a sera/il cibo caldo e visi amici: /(…)/Meditate che questo è stato:/vi comando queste parole./Scolpitele nel vostro cuore/stando in casa andando per via,/coricandovi, alzandovi./Ripetetele ai vostri figli./O vi si sfaccia la casa,/la malattia vi impedisca,/i vostri nati torcano il viso da voi».

     

    Moni Ovadia, te la ricordi questa  poesia che Primo Levi mise in apertura  al suo libro Se questo è un uomo?

     

    Ricordatela sempre  … se sei ancora un essere … umano.

    25 marzo 2013

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    • Quanto rancore…e quanto confusione!
      .
      Si attacca la Chiesa (chi, come, dove, quando?) o Bergoglio? o Medina? o Perez? Quali sono le prove? Non si può (SE si vuole essere onesti con se stessi) raccogliere solo pezzi qua e là a proprio comodo ed evitare di costruire un quadro…

      • Caro Sindar tu hai letto solo questo articolo che è solo un pezzo di quanto raccolto e pubblicato su questo signore che si nasconde sotto la pelle di pecora.

        Puoi leggere il resto qui, http://www.igiornielenotti.it/?cat=1725 – vedrai che così ti fai una quadro più definito

        e non parlare a me di onestà e di confusione … rancore sì, mia sorella è una desaparecida

        Giulia D.B.

    • Bellisssima la poesia di Primo Levi:
      Forte anche l’articolo!
      Moni Ovada non mi ha mai convinto, figuriamo chi predica bene (?) e razzola male.
      E mio fratello minore me l’ha detto sempre: …predichi bene, ma razzoli male!
      Ho cinquant’anni, ma crescerò!
      Meglio tardi che mai!

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    • ciao giulia come stai ? spero benissimo!!!
      da quando il giuda bergoglio ha posato il suo lercio sedere sul trono di pietro ,la mia cattiva reputazione ,tra conoscenti,amici,parenti, compagni,titolari ed avventori di bar,sembra aver toccato vette altissime.per quanto mi riguarda non faccio drammi anzi ………….
      ti volevo far notare,ma sono certo che neanche a te è sfuggito,il suo( del giuda)continuo,ossessivo, e paranoico ritornello,contro la calunnia e i calunniatori.quasi a voler esorcizzare il suo indecente passato…………….ed a giustificare un presente ,che non è altro che il trionfo ,di quella sua bestiale INDECENZA!
      un abbraccio antonio

      • Ciao Antonio, io sto bene, e dalla tua vitalità vedo che anche tu te la cavi. E’ incredibile come le parole scritte siano capaci di esprimere gli stati d’animo. Bastano tre punti esclamativi invece di uno e tutto cambia. Scusa il ritardo, ma in questo periodo attraverso, per lavoro, l’Italia in lungo e in largo e, come avrai notato, non sono moltopresente sul nostro diario polifonico. Bergoglio lo tengo sott’occhio e non gli perdono neppure uno starnuto: quella sui bambini battezzati e non battezzati ha rivelato tutto il suo nazifascismo. Ma la gente non vuole vedere. Io faccio quel che posso , e per fortuna per lo meno non mi divitalizzo con “amicizie vane” , voglio dire che, a parte nel mondo del lavoro, per “grazia di dio” non frequento cattolici.

        Grazie per le splendide poesie che ci mandi e anche altro. Non se se hai visto ma quel testo che ci hai mandato sul Che ha provocato un vespaio incredibile . Pensa che a Jeanne è arrivata anche una censura di un giornalista che prima era contro il castrismo e ora è divenuto filocastrista. Sarà per il “miracolo economico” che tra qualche anno esploderà a Cuba e che sarà “governato” dalla “dinastia Catro” . I plutocomunisti cinesi già stanno investendo a Cuba e tra poco ci sarà una fabbrica cinese che assemblerà automobili per la gioia del popolo cubano. Nonostante la storia dei paesi comunisti insegni come il comunismo si sia trasformato in feroce capitalismo la gente non vuole vedere e capire.

        Grazie ancora e un abbraccione, Giulia

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