• Cuba: lo sguardo straniero: ne Santi, ne santini (seconda parte)

      16 commenti

    1 cuba

    …tra verità apparenti, parziali, rivelate

     

    di Roberto Cursi

     

    … Continuo il mio discorso lasciato in sospeso nella prima parte di questo articolo, riprendendo le osservazioni che Nora Helmer mi aveva lasciato scritte nei commenti a “Cuba: … alla ricerca di apparenti verità”, riportando alcune affermazioni che si trovano tra le 50 verità… di Salim Lamrani, di cui ne abbiamo già parlato.

     

    Come avevo spiegato nella conclusione della prima parte, cercherò in seguito di riportare qualche dato in più che riguarda i “forti” temi sui quali cercheremo di confrontarci; perchè penso che in questo modo si potrà avere una visione più eterogenea su quegli argomenti.

     

    Uno dei punti in cui N. Helmer cerca di approfondire il tema, elencando dei dati che evidenzierebbero la drammaticità di quei fatti, è quello della pedofilia e prostituzione minorile, prendendo spunto dalle dichiarazioni del rappresentante UNICEF Juan José Ortiz, che ridimensionava di molto questi fenomeni a Cuba.

     

    Anche se tutti lo sappiamo, voglio comunque sottolineare il fatto che tra pedofilia e prostituzione minorile c’è una differenza, -tutte e due le cose sono ovviamente degli atti criminali compiuti da chi li pratica-, ma un piccolo distinguo, per approfondire l’argomento, penso sia necessario farlo.

     

    La prostituzione minorile è quando chi “mercifica” il proprio corpo è una persona cui l’età non gli consente di essere legalmente maggiorenne.

     

    A Cuba questa età è di 16 anni; quindi qualsiasi rapporto sessuale consenziente da quell’età in poi, per la Legge cubana non è reato.

     

    Nell’Isola, per quanto riguarda la prostituzione, adottano il “Modello abolizionista”, lo stesso che c’è in Italia e nei più importanti paesi europei; mentre nella stragrande maggioranza, le altre Nazioni del pianeta, adottano il “Modello proibizionista”, incluso gli Stati Uniti.

     

    La differenza sta nel fatto che il “Modello” europeo e cubano, non considera la prostituzione illegale, ma allo stesso tempo non consente che sia lecita; il che significa che non può essere regolamentata come un’attività “commerciale”.

     

    In questi paesi, la prostituzione non è nemmeno punita penalmente, se non esercitata tramite “l’adescamento“.

     

    Sono invece fortemente puniti lo sfruttamento, il reclutamento e il favoreggiamento.

     

    Aggiungo anche che la Legge cubana, per chi ha rapporti sessuali con minori di età compresa tra i dodici e i quattordici anni, sanziona con pene detentive che vanno da 7 a 15 anni.

    2cuba

    Invece: “Dall’età di 14 anni a Cuba si possono avere relazioni consenzienti con maggiorenni, non denunciabili da terzi (perseguibili di ufficio) ma denunciabili solo dai genitori o tutori, “corrupción de menor“.

    Proprio per queste “larghe maglie” della legge, e per la “formazione” socio- culturale che gli stessi cubani hanno, riguardo l’autonomia delle ragazze/i nell’avere rapporti sessuali consenzienti con gli adulti, l’ONU, registrando l’aumento della prostituzione minorile a Cuba, ha sollecitato il Governo dell’Isola ad alzare la maggiore età a 18 anni.

     

    Quindi, quando si parla di prostituzione minorile a Cuba, riguarda solo quella fascia di età che va dalla pubertà fino al compimento del 16° anno, -prendiamo come tacito accordo che prima della pubertà la definiamo pedofilia- .

     

    Da 16 anni in poi c’è la deprecabile “libertà” di scelta a prostituirsi, ma formalmente non si definisce più “prostituzione minorile”.

     

    Questo spiega in parte anche la dichiarazione del rappresentante dell’UNICEF; perché, prima si diventa maggiorenni, e più si riduce la quantità di individui “minori” che possono rientrare nelle statistiche delle Organizzazioni Internazionali.

     

    Altra cosa invece è parlare di pedofilia, per la quale il limite è segnato dall’età prepuberale, che per ogni individuo può variare generalmente dall’età di 10 anni a quella di 13.

     

    Quindi, qualsiasi rapporto o molestia sessuale nei confronti di coloro, viene ormai “definito” come un atto di pedofilia.

     

    -Per i rapporti sessuali sotto i 12 anni di età, a Cuba la pena prevista va dai quindici ai trenta anni di reclusione, con possibilità di pena di morte.-

    Io torno qui a ripetere quello che penso in proposito: “a Cuba ci sono sicuramente casi di pedofilia, come ci sono in qualsiasi altro paese al mondo.

     

    È vero che in questi ultimi anni, con l’incremento del “turismo sessuale” sono certamente aumentati, e quindi bisognerebbe monitorare, denunciare e combattere fortemente il fenomeno.

     

    Ben venga chi lo fa, ma secondo me questi fenomeni, fino adesso, non si possono definire “endemici“.

     

    Questa è la mia soggettiva “percezione” che mi deriva dalla diretta esperienza che ho con realtà cubana, certamente per altri può essere contestabile.

    Mi scuso se su un argomento così drammatico ho dovuto prolungarmi nelle “definizioni” e nelle relative “norme legislative”, ma penso torni utile per questo dialogo.

     

    A questo punto riprendo l’osservazione che N. Helmer ha fatto riguardo la prostituzione minorile e la pedofilia a Cuba: “Per quanto riguarda la pedofilia, che come denunciava mesi fa Yoani Sánchez, a Cuba, è endemica, basta andare su Google e scrivere “Cuba prostituzione minorile” e si apre l’orrore ” .

     

    L’affermazione è stata fatta in riferimento alla dichiarazione del rappresentate UNICEF a L’Avana, che viene riportata ai punti 21 e 22 delle “50 verità…”

     

    1. 21. L’UNICEF sottolinea che “Cuba è un esempio nella protezione dell’infanzia”

     

    22-Secondo Juan José Ortiz, rappresentante UNICEF a L’Avana, a Cuba: “non c’è nessun bambino in strada. A Cuba, i bambini sono ancora una priorità e, pertanto, non soffrono le carenze di milioni di bambini dell’America Latina che lavorano, sono sfruttati o cadono nel giro della prostituzione.

    Aggiungo io che il “notiziario” della televisione cubana ha evidenziato anche le parole che Juan José Ortizha rilasciato in altre occasioni: “in America Latina vi sono ancora milioni di minorenni senza scolarizzazione, milioni che non sono neppure registrati alla nascita, che lavorano per sopravvivere, in condizioni di ineguaglianza e di esclusione; e nessuno di loro è cubano.

     

    Ma torniamo alla prostituzione minorile. È vero, se si va su Google si trovano vari argomenti che parlano di prostituzione a Cuba.

    In alcuni casi si parla del pedofilo canadese su cui anche Y.S. ha scritto un articolo; poi c’è la storia, che anche io conoscevo, della giovane dodicenne morta in un “festino” -con l’ italiano finito in carcere- e si può continuare con molte altre cose.

     

    Io per primo sono consapevole di questa realtà cubana, e il mio punto di vista l’ho lasciato scritto nella seconda e nella quarta parte del mio articolo Cuba:lo sguardo straniero  dove parlavo del fenomeno delle “jineteras”

     

    Ma per non creare equivoci, anche qui ribadisco che qualsiasi denuncia venga fatta in proposito è da elogiare, sostenere, e diffondere; perché il problema esiste e non si può far finta che non ci sia.

     

    Le mie “precisazioni” non tendono assolutamente a negare il fenomeno, ma con esse provo a riportare il tutto dentro un “giusto” equilibrio.

     

    Per esempio, è anche molto “significativo” e molto interessante per poter comprendere meglio il problema della prostituzione a Cuba, questo scambio di “opinioni” tra semplici utenti del web che esprimono i loro punti di vista, secondo la loro esperienza diretta, riguardo al turismo sessuale a Cuba;

     

    Se potete cercate di leggerlo tutto fino alla fine.

     

    Se si fa una ricerca, anche per l’Italia si trovano notizie al riguardo.

     

    Per esempio l’ECPAT che difende i diritti dei bambini nel mondo dal pericolo di abusi sessuali dice che: “La prostituzione minorile italiana riguarda principalmente bambine/i e ragazze/i appartenenti a famiglie multiproblematiche con condizioni sociali, economiche e culturali fortemente disagiate. (Anche a Cuba, nella stragrande maggioranza, la prostituzione minorile nasce dalle stesse condizioni sopra descritte)

     

    Oppure si può trovare un servizio giornalistico, che si può vedere in questo video, dell’arresto di una organizzazione che faceva prostituire bambine italiane.

     

    Potrei continuare, ma non serve a nulla, perché con questo non voglio assolutamente dimostrare che la situazione italiana sia come il fenomeno cubano, ma volevo solo far capire che non si può avere un idea che corrisponde esattamente alla realtà, prendendo solo alcuni dati che si trovano nel web.

     

    Si potrebbe ugualmente pensare, se uno guardasse questi video “El postribulo mas grande de Europa” (purtroppo sono in castigliano) che in Europa ci sia la più grande organizzazione per lo “sfruttamento” delle ragazze, o che la prostituzione sia una piaga endemica, come potrebbe dimostrare questo altro video“Prostitución, lo que non sabías”. -anche se sono inchieste fatte in Spagna, queste realtà fanno parte di qualsiasi altro paese europeo-.

    1 damas de blanco cuba

    Passiamo all’altro argomento, dove lo stesso discorso vale anche per gli altri punti sui quali si sono contestate le affermazioni che riguardavano le cosidette “50 verità”, e che facevano riferimento ai punti n°. 47 – 48 e 49.

     

    L’argomento di questi punti riguarda i Diritti Umani.

     

    Yoani Sánchez fa benissimo a denunciare qualsiasi violazione dei diritti umani avvenga nel territorio cubano, anche la meno “significativa”, anche se ci dovesse essere un solo individuo in tutta Cuba che subisce queste violazioni, qualsiasi persona dovrebbe sentire sulla propria pelle questo “delitto“.

     

    Su questo argomento si deve essere inflessibili, senza se e senza ma.

     

    Ma qui il discorso è completamente un altro, e provo a spiegarlo:

     

    Come si può leggere al punto 47, non si dice che a Cuba non si violano i diritti umani, ma si afferma che “è uno dei paesi americani che meno viola i diritti umani”.

     

    Si possono leggere  i rapporti di “Amnesty Internetional” su tutti i paesi americani, pubblicati in p.d.f. -basta clikkare sul nome del paese nella lista a destra- e si capirà che quell’affermazione è vera, e non è assolutamente una menzogna.

     

    1. Secondo una segnalazione del 2012 di Amnesty International,

     

    Cuba è uno dei paesi americani che meno viola i diritti umani.

     

    1. Secondo Amnesty International, le violazioni dei diritti umani sono molto più gravi negli Stati Uniti rispetto a Cuba.

     

    Basta andare a leggere il rapporto sugli Stati Uniti -paese considerato dai mass media occidentali e dalla stragrande maggioranza della popolazione europea, tra i più democratici al mondo-, e confrontarlo con il  rapporto su Cuba, e subito si capisce che anche questa è una verità, e non è una menzogna.

     

    Perché Amnesty International, per la valutazione dei Diritti Umani, non si ferma solo sulla libertà di stampa o sull’arresto di dissidenti -fatti questi gravissimi e sempre da condannare-, ma spazia a 360 gradi su tutto quello che viola qualsiasi sacrosanto “diritto umano”, dalla discriminazione dei “nativi” del luogo; al divieto della libera scelta da parte delle donne di poter interrompere la “indesiderata” gravidanza e alla loro pari dignità nella vita sociale e lavorativa; all’espropriazione delle terre alle popolazioni indigene; alla violazione dei diritti e delle tutele fondamentali per i bambini; alla possibilità di un’ assistenza sanitaria per tutti, ecc…, ecc….

     

    Voglio stimolarvi a fare un semplice “esperimento”.

     

    Metto in copia anche il link del rapporto sulla violazione dei diritti umani in Italia, e vi invito a leggerlo, provando a fare finta di essere stranieri, e che la vostra “conoscenza” di quel paese è frutto solo di notizie terze proveniente dai media internazionali, che per anni hanno in continuazione ripetuto che in quel paese si violavano sistematicamente i Diritti Umani.

     

    Vedrete come nella vostra mente vi si “concretizzerà” la visione di un Italia molto, ma molto meno “democratica” di quello che attualmente è. Provateci!

     

    E proviamo anche a pensare, se avessimo visto queste immagini provenire da Cuba, come si sarebbero giustamente “scatenati” tutti i mezzi d’informazione, e avrebbero fatto una “campagna” contro la violenza e la repressione che c’è in quell’Isola.

     

    La nostra idea sulla mancanza di Libertà e sulla stringente Dittatura esercitata in quel Paese sarebbe diventata veramente molto più “drammatica”, e non avremmo avuto certamente più dubbi al riguardo.

    .

    Passiamo all’altro punto.

     49) Secondo Amnesty International, attualmente non vi sono prigionieri politici a Cuba.

     –

    Questo, da quello che ho riscontrato, è l’unico punto di tutte “le 50 verità …” per il quale si può affermare senza timore che è una menzogna.

     

    Scrivo “da quello che ho riscontrato” perché io non ho trovato nessuna documentazione che affermasse questa “cosiddetta verità”, mentre invece ce ne sono molte di Amnesty International che dichiarano il contrario.

     

    Non so da dove Salim Lamrani l’abbia tirata fuori.

     

    Se avesse dichiarato che “per il Governo Cubano” non c’erano attualmente prigionieri “politici” a Cuba, allora avrebbe detto una “verità” -logicamente di parte e assolutamente non veritiera-, ma provo a spiegarne il perchè.

     

    La Costituzione Cubana dichiara tra le altre cose, che “le organizzazione di massa o sociali, godono della più ampia libertà di parola e opinione, basata sul legittimo diritto all’iniziativa e a la critica.”

     

    Quindi le Leggi di quel Paese non permetterebbero la repressione e la conseguente condanna per la libertà di pensiero e dissidenza politica nei confronti di chi liberamente la manifesta contrapponendosi all’ “indottrinamento” di Regime.

     

    Si capisce così il perchè, molto spesso, si trova “l’escamotage” delle accuse “generiche”; come ad esempio vilipendio, disordine pubblico, o resistenza alle “Autorità”, quando vogliono mettere a tacere le voci dei vari dissidenti.

     

    Questo quando non si riescono ad avere prove concrete che dimostrino che la loro attività di dissidenza politica abbia come fine ultimo il sovvertimento dello Stato Socialista.

     

    Perchè, per la Legge cubana, e non solo, non sono assolutamente permesse quelle libertà sancite dalla Costituzione se il loro fine ultimo è quello di promuovere il sovvertimento dello Stato.

     

    Quindi sarebbero legittime –con prove alla mano– le sentenze della Magistratura Cubana che portano alla pena detentiva, se la condanna è motivata dall’intenzione dei dissidenti politici di sovvertire l’ordine costituito dello Stato, e il più delle volte anche con finanziamenti economici e aiuti provenienti da “Paesi terzi”.

     

    Perchè, una cosa è dissentire, contestare, organizzarsi in associazioni che cercano di modificare e migliorare le vigenti leggi di quel Paese, altra cosa è volerne il sovvertimento delle sue fondamentali Regole Costituzionali; e a Cuba, può piacere o no, la Costituzione dichiara che quel paese è uno Stato Socialista.

     

    Questo a prescindere se uno sia d’accordo o meno nel “merito” dell’azione di dissidenza (uno potrebbe essere d’accordo con le motivazioni dei dissidenti, ma bisogna essere consapevoli che in nessun Paese al mondo si consentirebbe l’attuazione di “intenzioni” che tendono a sovvertire le fondamenta costituzionali del proprio Stato).

     

    Queste limitazioni all’“agire politico” si trovano anche nel Codice Penale Italiano e di altri Paesi Democratici:

     

    Art. 246.

    Corruzione del cittadino da parte dello straniero.

     

    Il cittadino che, anche indirettamente, riceve o si fa promettere dallo straniero, per se o per altri, denaro o qualsiasi utilità, o soltanto ne accetta la promessa, al fine di compiere atti contrari agli interessi nazionali, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la reclusione da tre a dieci anni.

     

    Aggiungo che in Italia c’era anche il Delitto per “Associazioni antinazionali“. Delitto per il quale la Corte Cost. solo nel 2001 ne ha poi dichiarato l’illegittimità costituzionale perchè in contrasto con un altro articolo.

     

    Art. 271

    Chiunque, …. nel territorio dello Stato promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni che si propongano di svolgere o che svolgano un’attività diretta a distruggere o deprimere il sentimento nazionale è punito con la reclusione da uno a tre anni.
    E chiunque partecipa a tali associazioni è punito con la reclusione da sei mesi a due anni.

     

    Da notare bene che non si diceva “distruggere o deprimere gli interessi nazionali”; ma sarebbe bastato solo “deprimere il sentimento nazionale”.

     

    Dunque, è per i motivi sopra citati che i rappresentanti dello Stato Cubano dichiarano che nel proprio Paese non ci sono prigionieri politici per la sola accusa di “libertà di opinione” o di “dissidenza” contro il proprio Governo.

     

    Perchè, formalmente, le condanne sono motivate con altre accuse che ho appena riportato, o con quelle altre “generiche”.

     

    Dopo questi “approfondimenti”, ritorno sulle “50 verità…” dicendo che, secondo la mia opinione, escluso il punto 49, in tutti gli altri ci sono molte verità che sono inconfutabili, mentre le altre le definisco -parafrasando il titolo del precedente mio articolo- “apparenti verità“.

     

    Quest’ultime non sono assolutamente menzogne, ma dietro ad ognuna di queste ci sono realtà molto più controverse e diversificate, per le quali non riesco a considerale “verità rivelate“

     

    Su tutti gli argomenti che abbiamo provato ad approfondire, qualunque sia il proprio punto di vista su Cuba, ognuno di noi dovrebbe sempre cercare di avere il più possibile uno “sguardo laico”, senza portarsi dietro “ne Santi, ne santini”.

     

    P.S. ringrazio Nora Helmer, che con il suo commento, scritto dopo aver approfondito gli articoli/video da me segnalati all’interno della mia “inchiesta”, mi ha dato l’occasione di poter scrivere questo articolo/risposta dove ho avuto la possibilità di esporre varie precisazioni e approfondimenti, rimasti precedentemente in “sospeso”.

     

    Leggi qui la prima parte

    Articoli correlati

    • He letto con attenzione questi articoli su Cuba. Deve dire que sono molto interessanti. Questo articolo pero mi ha fatto arrabbiare tantissimo porchè dice delle “verità false”. Un mio amico mi ha detto che questo si chiama ossimoro ma non so dirlo in altro modo.
      Cerco di spiegare. Roberto Cursi non può non sapere che una cosa è una legge o una Costituzione e un’altra cosa è la verità di ciò che succede a Cuba. In Italia la costituzione dice che tutti hanno diritto allo studio e a un lavoro e tante altre belle cose che rimangono un sogno per milioni di persone e non vengono neppure prese in considerazione dai politici italiani. Cursi gioca con le parole per coprire la verità. Come faceva a dire che non c’erano prigionieri politici a Cuba se solo pochi mesi fa sono stati menzionati da Granma dicendo che nelle galere ci sono colpevoli per aver agito « contro la Sicurezza dello Stato.» E le Damas de Blanco sono delle pazze come lo erano las Madres de Plaza de Mayo prima che si scoprisse la verità sui voli della morte?

      Potrei continuare a scrivere smontando pezzo per pezzo il castillo di carte di R.C. ma dico solo una cosa: signor Cursi le parole quando vengono usate per mentire avvelenano l’anima, soprattutto l’anima di chi le scrive.

      • Scusami Yma, tu affermi che io dico delle “false verità”, mi accusi addirittura di “giocare con le parole per coprire la verità”, e che le “parole quando vengono usate per mentire avvelenano l’anima, soprattutto l’anima di chi le scrive”.
        Accuse, queste, molto pesanti, ma ormai come anche tu avrai letto, in passato ne avevo ricevute altre di diverso genere a margine dei miei articoli su Cuba, e quindi a questo punto, non mi meraviglio più di tanto.
        Mi dispiace che anche a te, come già è accaduto con altre persone che mi accusavano di dire menzogne, dovrò dirti di rileggere attentamente il mio articolo, e soprattutto di capirne il senso.
        Comunque io me lo sono andato a rileggere. Chissà, mi sono detto, avendolo scritto in un momento di acceso confronto non mi sarò reso conto di aver “giocato con le parole per coprire la verità”.
        E invece, come le altre volte, …..nulla di tutto ciò.
        A questo punto comincio a pensare che sarà sicuramente un mio problema “interpretativo” il fatto che non riesco a capire quello che io stesso scrivo. Dovrò veramente cominciare a preoccuparmi e prestare molta più attenzione a questa mia patologia.
        E allora, per l’ennesima volta, dovrò smentire anche a te l’accusa che mi avevi fatto in questa frase: “Come faceva a dire che non c’erano prigionieri politici a Cuba se solo pochi mesi fa sono stati menzionati da Granma dicendo che nelle galere ci sono colpevoli per aver agito contro la Sicurezza dello Stato.”
        Yma, forse non hai letto attentamente il mio articolo, perché al punto 49 delle famose “50 verità …”, Salim Lamrani scriveva: “Secondo Amnesty International, attualmente non vi sono prigionieri politici a Cuba”. Ed io, riferendomi a questa affermazione, ho scritto le seguenti parole: “Questo, da quello che ho riscontrato, è l’unico punto di tutte “le 50 verità …” per il quale si può affermare senza timore che è una menzogna. Se Salim Lamrani avesse dichiarato che “per il Governo Cubano” non c’erano attualmente prigionieri “politici” a Cuba, allora avrebbe detto una “verità” -logicamente di parte e assolutamente non veritiera-.
        Poi continuo l’articolo citando la costituzione e alcune leggi di quel paese, per far capire come le autorità cubane, “abilmente”, si muovessero all’interno del loro perimetro per poter isolare e condannare alcuni dissidenti.
        .
        Comunque ti dico che da settembre 2015 Amnesty International dichiara che: “La Cuba di oggi è un paese nel quale non vi sono più prigionieri di coscienza condannati a scontare lunghi periodi di detenzione sotto un duro regime carcerario. La strategia delle autorità è ora quella di promuovere campagne diffamatorie nei confronti dei dissidenti e vessarli con brevi ma ripetuti periodi di carcere”.
        .
        Più chiaro di così!!!! ….Potrei continuare con altri esempi, ma preferisco fermarmi qui.
        Come puoi vedere chi mente tra noi due non sono certamente io.
        Però devo darti ragione su una cosa: è proprio vero quello che tu dici -le parole quando vengono usate per mentire avvelenano l’anima, soprattutto l’anima di chi le scrive-.
        .
        Roberto Cursi

    • Inizio dicendovi che non sono mai stata a Cuba e quindi non posso dire di conoscerla, ma è un paese che mi ha sempre stimolato curiosità e simpatia. Sicuramente sarà per la storia della sua rivoluzione. Forse anche per l’ostinata resistenza che ha avuto il suo popolo contro lo strapotere degli Stati Uniti, che hanno sempre delegittimato Cuba con falsificazioni mediatiche, e con il più lungo embargo di tutta la storia (commerciale, sanitario, finanziario, alimentare) tutto a danno di un intero popolo. Senza dimenticare tutti gli attentati terroristici che ha subito.
      Oltre a queste considerazioni, forse la mia simpatia per Cuba viene anche dal fatto che ogni volta che ascolto musica cubana sono sempre investita da una forte energia positiva che mi mette di buon umore.
      Voglio anche precisare che questo non mi fa chiudere gli occhi verso i grandi problemi che ci sono in quel paese, causati anche dalla politica di Fidel Castro.
      La voglia di conoscere qualcosa in più mi ha spinto a leggere gli articoli pubblicati sul vostro sito, dove ho trovato pareri contrastanti tra loro ma tutti molto interessanti.
      Ci sono quelli dove si parla della complessità storica in cui gli aspetti più negativi della rivoluzione cubana si sono sviluppati, e le conseguenti disillusioni di molte persone.
      Trovo molto belli e interessanti gli articoli della blogger Yoani Sánchez, e devo dire che ho apprezzato anche l’inchiesta di R. Cursi sulla blogger perché aiuta a vedere le cose da diversi punti di vista, ed è questo il giornalismo che a me piace.
      Leggendo quel che è stato scritto in risposta all’inchiesta, devo però dire che mi è sembrato che ci si preoccupasse un po’ troppo di difendere -senza se e senza ma- la blogger cubana.
      Vorrei portare l’attenzione su una cosa che mi lascia perplessa e riguarda l’associazione fatta nel primo commento a questo articolo, tra le Damas de blanco e le Madres de plaza de mayo, le quali vengono citate per dimostrare la mancanza di diritti umani a Cuba.
      Ho letto che la Presidente di quest’ ultime, la signora Hebe de Bonafini (citata anche in un articolo che avete pubblicato, come esempio di coraggio e dignità per le recenti minacce di morte che ha ricevuto) ha fatto in passato una dichiarazione, prendendo chiaramente le distanze dalle Damas de blanco.
      Hebe de Bonafini ha detto che le Madres de plaza de mayo non vogliono essere in nessun modo paragonate all’associazione cubana. Il motivo è che tra gli amici finanziatori delle Damas de blanco ci sono anche quelli che finanziarono i golpe militari sud americani, appoggiando gli orribili massacri delle dittature argentine e cilene con migliaia di morti-desaparecidos.
      La storia, l’onestà e la serietà della signora Hebe de Bonafini è riconosciuta in tutto il mondo. Io non ho alcuna certezza su quel che lei ha denunciato, ma con la sua esperienza non penso che faccia queste dichiarazioni senza avere delle prove che confermino quello che ha detto.
      Comunque, a parte le mie personali opinioni, voglio ringraziare tutti gli autori degli articoli che il vostro sito ha pubblicato, perché mi hanno aiutato a capire meglio la storia passata e presente di Cuba.

      • Grazie per il tuo commento che mi sembra onesto ed equilibrato. Apprezzo anch’io Hebe Bonafini ma come hai detto tu la realtà cubana è molteplice almeno quanto quella argentina. Apprezzo molto il lavoro di Yoani Sánchez come quello di chiunque rischi la proria esistenza fisica o sociale per realizzare la proria umanità in rapporto a quella dell’altro da sé. Per quanto riguarda le Damas de blanco sono certo che lottano per i loro cari e non perché sono pagate dagli stati uniti d’America. Hebe Bonafini si sbaglia. Ho lavorato intensamente in questo ultimo anno per produrre una lettura scenica sul tema della desaparicion (Passeggeri) e durante questo periodo sono venuto a contatto con molte persone che a vario titolo si occupano dei diritti umani del Cono Sur americano. Questa esperienza mi ha insegnato a non fidarmi delle parole e delle apparenze ma di fidarmi solo del mio sentire, del suono che scaturisce dalle parole e dal senso che evocano le immagini. Ho imparato che la storia è falsificabile perché per sua natura è legata ai fatti e i fatti sono sempre intepretabili. Ci sono persino storici che vanno a Rai storia per affemare che quanto successe in Cile nel 1973 è colpa di Allende e delle sue folli utopie umanitarie.
        Il suono che sento uscire dalle parole scritte da Yoani Sánchez evocano una verità che va ben oltre il dato storico. E come qualcuno ha detto prima di me si deve ascoltare per molto tempo i rumori del mondo prima di udire un suono. Ebbene quel suono io lo sento uscire dalle parole della blogger cubana e devo, per mia natura, fidarmi ciecamente di ciò che sento, altrimenti mi perderei nella complessità del mondo e nel suo rumore.
        Grazie ancora
        Gian Carlo Zanon

    • Ho letto sia il commento di Elena che la risposta di Giancarlo. Mi rivolgerò ai due con commenti separati.
      .
      Ringrazio Elena per quello che ha scritto, dicendole che conoscevo da tempo le dichiarazioni della signora Hebe de Bonafini, come conosco le “diverse storie” su las Damas de Blanco (non si deve mai prendere per buona la prima “storia” che si legge, soprattutto per Cuba)
      Las Damas vengono anche citate in un altro articolo, dove si denunciano le persecuzioni che subiscono a Cuba. Me lo ricordo bene per la foto scelta che accompagnava quelle accuse. Forse N. Helmer -l’autrice dell’articolo- in buona fede pensava che quei cartelli che si vedono nella foto fossero innalzati da las Damas de blanco. Invece non è così. Purtroppo, tra le persone che innalzano quei cartelli ci sono i famigliari dei tanti cubani uccisi da atti di terrorismo. Su ogni cartello c’è stampato il volto del proprio figlio, marito, fratello. Quell’immagine era stata pubblicata da chi voleva ricordare a las Damas de Blanco i crimini che avevano commesso alcuni di quei personaggi che ora finanziano la loro associazione, e promuovono fuori da Cuba i tour della loro lider Berta Soler (se hai voglia, fai una ricerca su youtube per capire qual’è la realtà umana della nuova lider de las Damas. La fondatrice Laura Pollán è morta qualche anno fa).
      .
      Tu hai anche ricordato che Cuba è stata oggetto di diversi attentati terroristici, ma pochi ne sono a conoscenza. Sai, per la nostra informazione mainstream la cosa più importante era diffondere l’immagine di una Cuba dove imperava una ferrea dittatura comunista. Invece regnava il silenzio assoluto su quel popolo, che oltre all’embargo, subiva attentati, bombe sui propri aerei di linea, attacchi con armi biologiche/batteriologiche -colpendo piantagioni, allevamenti, e soprattutto esseri umani-.
      Ti faccio un esempio per tutti: Senza esserne mai stata contaminata prima, a Cuba si diffuse improvvisamente il virus del Dengue emorragico. Solo questo fatto causò la morte di 101 bambini. Lo stesso terrorista Eduardo Arosena confermò che il virus fu introdotto a Cuba in tre distinte località, e che lui stesso tre anni prima partecipò ad un operazione per diffondere nell’Isola altri germi patogeni. Le sue dichiarazioni sono depositate agli atti di un processo svolto in democratico tribunale degli Stati Uniti d’America, e non estorte nelle segrete delle carceri cubane.
      Sono circa 3.500 i cubani morti per atti di terrorismo, con il mandato e il finanziamento delle verie amministrazioni USA.
      Hebe de Bonafini conosce molto bene chi sono i mandanti e i finanziatori de “los golpes de Estado” in America Latina. Io penso che la sua esperienza la porta a distinguere altrettanto bene con chi allearsi in difesa dei diritti umani, e da chi invece prenderne pubblicamente le distanze.
      Hebe de Bonafini non dice bugie. Due cablogrammi svelati da wikileaks confermano che il “SINA” l’Ufficio di Interessi degli USA a Cuba richiedeva denaro per finanziare le Damas de blanco. Ma a parte queste conferme formali, per me è più importante ascoltare quello che in prima persona dice Eliecér Avila. Ho scelto le sue parole, perché Eliecér non è un funzionario di partito, ma viene considerato dall’informazione di Stato un venduto “controrivoluzionario” appoggiato dagli anti castristi di Miami.
      Con una chiara affermazione rifiuta di partecipare ad una “marcia” contro il governo cubano, dove il gruppo più rappresentativo che sfilava per le vie de L’Avana era quello delle Damas de blanco, e dice: “Io non marcio insieme a corrotti e a gente senza morale. Quella gente che il popolo di Cuba non sopporta. Se l’avessimo organizzata con lavoratori, medici, studenti, con semplici persone, allora saremmo stati in prima fila”.
      Cerca il video su youtube copiando: YO NO MARCHO CON CORRUPTOS Y GENTE SIN MORAL
      .
      Hai scritto di avere simpatia per Cuba, e se ti capita leggi con interesse cose che riguardano quel paese. Ormai in rete si trova tutto, e il contrario di tutto. Come dici anche tu, ci sono state troppe “falsificazioni mediatiche” che negli anni hanno alterato le realtà di quel Paese. Ma stai attenta, perché troverai anche i mass media che sostengono il Sistema cubano che occultano scomode verità, mentre esaltano conquiste e realizzazioni che tali non sono (come tutti i mezzi d’informazione al mondo filo governativi).
      Elena, sono sicuro che da domani avrai l’occasione di trovare in rete le più disparate e contrastanti notizie sulla visita di Obama a L’Avana. Notizie di pestaggi e decine di arresti, e invece notizie che la polizia aveva fermato quelle persone solo perché volevano manifestare in piazza senza permesso. E sicuramente tanti altri fatti e opinioni con controverse e inconciliabili versioni.
      E allora, tra queste diverse menzogne, diventa veramente difficile per chi non vive a Cuba, o per chi non ne ha un profondo interesse, capire cosa sia vero e cosa sia “manipolato”, o addirittura assolutamente falso.
      .
      Ho scelto di segnalarti anche questo video, perché in esso c’è esattamente la sintesi di quello che ho cercato di dirti in queste ultime righe: per primo ti farà capire con quanta superficialità/intenzionalità l’informazione mainstream diffonde false notizie su Cuba. Il tema trattato riguarda proprio las Damas de blanco. Ci sono anche i sottotitoli in italiano e puoi capire perfettamente di cosa si parla. Infine è girato da giornalisti cubani, ed è stato realizzato dal loro punto di vista (fa senz’altro ridere l’ultima frase del giornalista che esalta Fidel e Raul), quindi qualcuno potrà anche dire che sono altrettante “falsificazioni mediatiche”.
      Insomma, ci sono tutti gli ingredienti utili per capire come è difficile comprendere la realtà cubana.
      Cerca il video copiando: LA PRODUZIONE DI MENZOGNE DEI MEDIA SU CUBA
      Ognuno che lo vedrà si farà la propria idea .
      .
      Io ti saluto, dicendoti che la mia idea è la stessa idea che si è fatta Hebe de Bonafini.
      .
      Roberto Cursi

    • Gian Carlo, mi dispiace se con te mi ritrovo un altra volta a dover precisare alcune cose, ma mi hai conosciuto abbastanza per sapere che sono un puntiglioso rompipalle. Lo so, è un mio difetto, non riesco a togliermelo; ma ce ne ho un altro, che per me ancor più grave, ed è la mia assoluta incapacità di sintesi.
      .
      Io ho letto che Elena, tra le altre cose, ha scritto che trova molto belli e interessanti gli articoli di Y.S. e apprezza la mia inchiesta che l’ha aiutata a vedere le cose da un altro punto di vista. In fine fa presente la forte presa di distanza di Hebe de Bonafini dalle Damas de blanco, argomento che ho affrontato nel commento precedente.
      Tu gli rispondi con una sintesi estrema (invidia da parte mia) che “Hebe de Bonafini si sbaglia” -anche se a me avrebbe fatto piacere sapere il perché-, e poi parli anche di Yoani Sánchez.
      Perdonami se entro nel merito del tuo commento che era rivolto a Elena e non a me, ma lei non esprime nessun dissenso verso la blogger cubana, e quindi ho pensato che tu ti riferivi alla mia inchiesta che lei aveva apprezzato.
      .
      Con le tue belle parole (il mio non è sarcasmo) spieghi perché apprezzi il suo lavoro, e dici: “Il suono che sento uscire dalle parole scritte da Yoani Sánchez evoca una verità che va ben oltre il dato storico. …. e devo, per mia natura, fidarmi ciecamente di ciò che sento, …”.
      Anche se in questo caso lo stile e il contenuto delle tue parole è differente, mi fa comunque venire in mente i diversi articoli e commenti che sono stati scritti in risposta alla mia inchiesta su Y. S.
      Tutti volevano evidenziare il coraggio di questa ragazza, la sua sensibilità, l’intelligenza, la sua poetica che usciva da i suoi articoli, la voglia di migliorare il suo Paese, le pressioni ricevute dalle autorità cubane, ecc… Come se io, nella mia inchiesta, le negassi tutte queste qualità/verità. Invece non è così. Far passare questo è un falso. Anche nella prima parte di questo articolo, per chiarirlo, avevo dovuto scrivere alcune righe che confermavano quanto detto .
      Invece, la cosa che a me interessava far emergere erano l’evidenti contraddizioni della sua fulminea ascesa, e soprattutto gli stretti rapporti che Y. S. ha con politici, Istituzioni, personaggi, e poteri mediatici/economici che rappresentano un Sistema ed un pensiero economico/sociale della destra neo-liberale.
      Il fatto che anche lei si impegni per un cambio di Sistema a Cuba va benissimo -ci mancherebbe altro-, ma che abbia deciso di farlo insieme a quei personaggi e con certe associazioni, io non posso proprio condividerlo. E vedo che questo pensiero economico/sociale è combattuto e rifiutato fortemente anche da questo “diario polifonico”.
      .
      Invece, in molti, accusandomi di essere stato “blasfemo”, si sono prodigati in fantasiosi appellativi, affermando che: “sono un cieco non riesce a vedere alcune realtà – che gioco con le parole per coprire la verità – che sono compiacente con la politica cubana per accattivarmi le simpatie dei castristi – di essere “anaffettivo” per non sentire fisicamente una ribellione interiore – che non ho una sensibilità che mi permette di capire il senso delle parole – di essere uno che mente. Pensa, c’è perfino chi arriva a sentire “un fastidio organico” per i molti approfondimenti che ho messo nella mia inchiesta, e per finire ho visto avvicinare anche il mio nome a quello di Pasolini.
      .
      Gian Carlo, a parte queste ultime divertenti cose, chiudo, segnalando anche a te un articolo di Gennaro Carotenuto. Penso che tu lo conosca bene perché, oltre a scrivere su “Agoravox”, è professore e storico di politica internazionale, in particolare di quella contemporanea dell’America latina. Come te è un profondo conoscitore del “Cono Sud” dell’America latina e della storia dei desaparecidos.
      Ti segnalo questo articolo perché nelle sue parole ritrovo tutto il mio pensiero su questa specifica storia cubana.
      Cerca l’articolo copiando: PERUGIA, #IJF13, LE DOMANDE CHE NON POTRÒ FARE A YOANI SÁNCHEZ
      .
      P.S. Gian Carlo chi ti sta scrivendo è uno che non smette mai di criticare la realtà cubana, mi incazzo tutti gli anni per infiniti motivi, potrei scriverci pagine e pagine (ormai sono 20 anni che puntualmente mi ritrovo su quell’Isola), qualche anno fa pensavo di andarci a vivere, ma poi ci ho rinunciato.
      Ma detto tutto questo, rifiuto di accettare rappresentazioni che ne distorcono completamente la realtà, e occultano quel poco di buono che il Sistema socialista cubano è riuscito a fare.
      .
      Comunque, nel momento che ho iniziato a scrivere questo commento, un Presidente americano, dopo 88 anni, stava scendendo dall’aero a L’Avana, … e da domani tutte queste cose che ci siamo detti, forse, ci sembreranno più lontane.
      .
      Roberto

    • Vi ringrazio per l’attenzione che avete dato al mio commento.
      Nei giorni passati ho cercato di capire qualcosa in più sulle Damas de blanco e la loro leader Berta Soler. Ci sono tantissime cose, ma alla fine la sensazione che mi è rimasta addosso non è molto distante dalle dichiarazioni fatte da Hebe de Bonafini.
      Con l’occasione ringrazio R. Cursi per i video che mi ha segnalato e anche per i link di approfondimento che ha inserito nell’inchiesta su Yoani Sánchez, perché io non avrei mai potuto dedicare il mio tempo alla ricerca di tutte quelle informazioni.
      A tal proposito volevo aggiungere che anche a me era sembrata gratuita e fuori luogo quella frase scritta da chi si lamentava per i troppi link da lui inseriti, e che diceva “Confesso che per un fastidio organico non ho letto tutti i contenuti dei link postati dall’autore”. Scusate se dico quello che penso, non vorrei essere inopportuna nei confronti di chi l’ha scritta, ma secondo me una frase del genere non dovrebbe mai essere pronunciata da chi fa del giornalismo. Penso che sia specifico proprio dell’inchiesta dare al lettore la possibilità di approfondire e verificare l’argomento, poi se ne è interessato sarà sua scelta andare ad aprire i link, altrimenti nessuno lo obbliga a farlo.
      Ho letto anche l’articolo di G. Carotenuto sul Festival del giornalismo a Perugia, e tra tutte le critiche che sono rivolte a Y. Sánchez ce n’è una che mi ha veramente pietrificata. Ho sentito scendere un gelido brivido lungo la schiena quando ho letto della sua stretta di mano all’assassino di Ernesto Che Guevara. Allora ho cercato in rete qualche notizia al riguardo, ma non sono riuscita a trovare nulla su quell’argomento. Invece ho visto che ha fatto più parlare l’incontro che Y. Sánchez aveva in Argentina con i rappresentanti della destra neo liberale, forse perché il tema è più attuale. Ma io sono una irriducibile romantica, e dopo tanti anni la figura del “Che” evoca in me ancora immagini di ribellione, coraggio, e riscatto sociale per gli oppressi del mondo.

      Io non sono un esperta di notizie su Cuba, e allora chiedo a R. Cursi se ne sa qualcosa in più, e magari se può segnalarmi dove cercare notizie su quella stretta di mano tra Y. Sánchez e l’assassino di Ernesto Che Guevara.
      Grazie ancora.

      • Grazie Elena per le tue ricerche. Volevo solo dire una cosa. Come puoi leggere nella testata questo blog è un Diario Polifonico. Cerchiamo da quando quattro anni fa è nato di dargli un taglio personalistico e non “politicamente corretto” per eliminare quella fastidiosa neutralità presente in quasi tutte le testate. Può non piacere ma è la nostra cifra giornalistica. Per il resto che continui pure la discussione . A proposito di neoliberalismo argentino ti posto un articolo recente che fa capire bene chi sta dalla parte di chi. Clicca sul link http://www.igiornielenotti.it/?p=31331 e buona lettura.

        G.C.Z.

        penso che dopo i tuoi interventi e quelli di Cursi scriverò un articolo chiarificatore. Ancora grazie.

      • ecco l’articolo per rispondere ai vostri commenti : http://www.igiornielenotti.it/?p=31369

    • Elena, scusami se non ti ho risposto ma in questi giorni, tra il lavoro e impegni privati, non ho trovato il tempo. Quel poco che avevo l’ho dedicato a dialogare con Gian Carlo. Forse avrai letto quanto ci siamo detti, e tra l’altro dovrò trovare anche il tempo per continuare a scrivere a lui visto che mi ha invitato ad entrar nel merito di alcuni argomenti.
      Per quello che mi avevi chiesto non mi va di copiarti solo i link di riferimento. ma vorrei anche spiegarti di cosa si tratta, e questo mi prende un po’ di tempo
      Comunque a breve cercherò di risponderti.
      Ciao

      • Ciao Elena, e scusa ancora per il ritardo della mia risposta.
        Essendo passati molti giorni non so nemmeno se leggerai queste mie righe, ma per quanto riguarda la tua richiesta di informazioni sulla “stretta di mano con l’assassino del Che” ti posso dire che qualche in più sull’argomento la conosco, ma invece di stare qui a raccontarti tutti i particolari ti invito ad andare a leggere un mio articolo che ho appena inviato alla redazione de “i giorni e le notti”.
        Il titolo è “CUBA: LO SGUARDO STRANIERO SU MOLTEPLICI REALTÀ”, nel quale ho risposto ad alcuni argomenti sui quali Gian Carlo mi aveva invitato ad entrarne nel merito, e un capitolo è dedicato proprio a quello che tu volevi sapere.
        .
        In questo commento ti riporto solo un paio di cose:
        L’uomo di cui si parla è Félix Ismael Rodríguez ex agente della CIA. Forse tu non eri riuscita a trovarne notizia perché i siti italiani non seguono passo passo le vicende di Yoani Sánchez, come invece fanno le TV americane di Miami.
        Ti segnalo un articolo del Huffingont Post, scritto da Alberto Buitre un giornalista messicano vincitore del Premio Nazionale di Giornalismo contro la discriminazione.
        Cerca su Google: ALBERTO BUITRE – EL ASESINO DEL CHE Y YOANI SANCHEZ
        Dato che Alberto Buitre è un comunista dichiarato, ti copio anche il titolo di un video tratto da una TV di Miami che invece è anti-castrista, dove viene intervistato Félix Ismael Rodríguez (mi domando come sopravviveranno queste TV quando a Cuba non ci saranno più i Castro con il loro “Socialismo”).
        Cerca il video: BRIGADA 2506 APOYA LABOR Y VISITA DE YOANI SANCHEZ A MIAMI
        Questo video lo ritroverai anche nel mio articolo.
        Purtroppo come ti avevo detto, tutte e due le cose che ti ho segnalato non sono in italiano.
        .
        Ciao.
        Roberto

        • Continuamo a non capirci e quindi dico solo una cosa : dire che Yoani Sanchez ha dato la mano all’assassino del Che è un MENZOGNA

          è come credere ai miracoli di Padre Pio

          Gian Carlo Zanon

        • Ho letto l’articolo citato ALBERTO BUITRE – EL ASESINO DEL CHE Y YOANI SANCHEZ e lì non c’è scritto che il cosiddetto assasssino di Ernesto Guevara ha incontrato Yoani Sanchez , quindi non capisco perché surrettiziamente continui a insinuare questa infamia. Ho letto la bozza del tuo possimo articolo e lì ti smentisci . Tu ha il vizietto di insinuare calunnie in modo tale che poi nessuno ti possa dire hai detto questo o quest’altro , e questa cosa non mi piace per niente .

          Nora

          P. s. Ho chiesto alla redazione di pubblicare il tuo articolo insieme ad un’altro in cui ti rispondo, perché altrimenti il lettore potrebbe cadere nei tuoi trucchetti. Spero che accettino.

    • Scusa Nora, io non ho nessun vizietto, tanto meno quello di insinuare infamie e calunnie.
      Io da gente di quel genere me ne sto distante e non la frequento, per questo non sono abituato a rivolgermi agli altri con questi appellativi che invece tu usi con molta facilità.
      E dopo che mi accusi di questo, non è nemmeno corretto che “ti fai scudo” preventivamente da una mia eventuale risposta, aggiungendo che lo faccio “in modo tale che poi nessuno ti possa dire hai detto questo o quest’altro”.
      Insomma, quest’ultima frase che hai scritto smonterebbe qualsiasi mia replica, ma io ti rispondo comunque.
      .
      Nel commento che ho scritto a Elena non ci sono “surrettizie infamie e calunnie” -e ti invito a dimostrare il contrario- ma le ho dato solo dei riferimenti per farle capire a cosa si riferiva G. Carotenuto quando scriveva di quella “stretta di mano”, e non ho aggiunto commenti che facessero interpretare chissà cosa.
      Tu citi l’articolo di Buitre, dove anche io non ho trovato nessun riferimento specifico al loro incontro personale, ma descriveva solo il personaggio F. Rodriguez e la sua vicinanza con Y.S.
      Questo a maggior ragione ti dovrebbe far capire che se volevo far credere il contrario non l’avrei citato.
      .
      Invece nel mio articolo l’intento era solo quello di rispondere a Gian Carlo scrivendo chi fosse veramente quel personaggio, perchè lui lo descrive solo come uno che si “autodefinisce un agente della CIA”.
      .
      Concludo dicendoti che non sono uno che cerca di confondere i lettori, -io mi informo e poi scrivo quello che penso- e i “trucchetti” di cui parli non sono abituato ad usarli.
      .
      Se e i toni di altri eventuali interventi dovessero continuare in egual misura a quelli che tu hai usato, forse non so se continuerei a rispondere.
      .
      Roberto

      • Roberto se non lo pensi di per cortesia chiaramente “no Yoani Sanchez non ha dato la mano all’assassino di Ernesto Guevara ” così finisce ogni fraentendimento, altrimenti anch’io come Nora devo pensare che tu surretiziamente vuoi fare intendere altro. Finché scrivi “Se poi si siano scambiati anche una stretta di mano non so dirtelo, e non penso che l’atto in se sia di particolare importanza,” tu insiunui il sospetto che possa essere accaduto o peggio dici che anche se non è accaduto è come se fosse accaduto. E solo perché sto p.d.m. l’ha elogiata pubblicamente … ma ti rendi conto …
        Se vuoi ti faccio la lista di chi ha incontrato il Che e Castro a cominciare dal nomeclatura sovietica e, passando per Sartre finire con Bergoglio. Come sta scritto qui … http://www.igiornielenotti.it/?p=29821 povera Cuba in mano ai cattocomunisti …
        G.C.Z.

    • Gian Carlo, rispondo dicendoti che sull’articolo di G. Carotenuto si legge di quella “stretta di mano”, sulla quale ho scritto semplicemente che “non so dirtelo” se ci sia stata o meno, e questo perchè non ne ho trovato conferma pubblicata.
      Ma non posso comunque affermare che Carotenuto dica una menzogna -non ho nessun elemento certo per farlo- a maggior ragione perchè F. Rodriguez faceva parte del Partito Repubblicano ed è Presidente di un Organizzazione anticastrita.
      .
      Menziono queste due cose perché Y. Sánchez nella sua visita a Miami ha incontrato i membri del Partito Repubblicano, in particolar modo i suoi componenti di origine cubana, -e F. Rodriguez è uno di questi perchè è nato a Cuba-. Poi sono seguite anche le associazioni anticastriste che le hanno dato il benvenuto, di cui lui ne è uno dei più qualificati rappresentanti.
      Queste cose porterebbero chiunque a pensare che tra i due ci sia stato un incontro, sarebbe molto strano che proprio F. Rodriguez non ci fosse in quell’occasioni -e in questi casi solitamente ci si saluta con una stretta di mano-.
      .
      Ma io non affermerei mai che la cosa sia avvenuta veramente finché non c’è ne prova certa, così come non posso affermare che G. Carotenuto dica una menzogna.
      Per questo ho scritto semplicemente che io “non so dirtelo”.
      Roberto C.

    Scrivi un commento