• Il senso delle parole: “crescere”

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    di Gian Carlo Zanon

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    Crescere [lat. crēscere dalla stessa radice di creare] nel latino crescere è sinonimo di nascere.

     

    Nell’accezione comune, il verbo transitivo, crescere ha vari significati: accrescere, allevare q.no, educare, diventare, divenire, lievitare, aumentare, svilupparsi, farsi, formarsi, nutrire, ecc..

    L’immagine che il verbo rappresenta è quella di un movimento quasi sempre positivo.

     

    “Il fiume che cresce” può essere un’immagine negativa ma anche positiva in periodi di siccità. Anche se applichiamo il verbo crescere alla città può avere molti significati: la città può crescere caoticamente, o crescere in modo armonico o crescere culturalmente. Come vediamo il senso del verbo crescere, come quello di quasi tutti i verbi, muta considerevolmente perché la sua immagine non si definisce se non in rapporto con altre parole.

     

    E poi cresce un amore …  ma anche l’odio, cresce un sinfonia o un rumore fastidioso, una pancia perché dentro c’è un feto o perché si sta ingrassando

    Allevare un bimbo che cresce è bellissimo ma… «…cria cuervos y te sacaran los hojos», «…alleva corvi e ti strapperanno gli occhi» recita un famoso proverbio spagnolo.

     

    E allora per parlare di crescere , di crescita, si potrebbe scegliere un’immagine/idea che, perché no, potrebbe essere quella del divenire umano, della realizzazione, del mutare psichicamente, senza credere a quella fandonia culturale la quale afferma che dentro di noi c’è una bestia mostruosa tenuta a bada dalla ragione o dalla morale religiosa o dal super-io freudiano che poi sono codificazioni della stessa credenza: l’essere umano nasce polimorfo perverso perché ha dentro di sé il male-peccato originale per essere stato concepito nel peccato. Ovviamente qui per trasformazione non si intende la mutazione genetica o fisiologica o la malattia psichica.

    Per crescita, trasformazione, si intende quella della propria immagine interna. Ecco a quella che tramuta il Dott. Jekill in mister Hide preferiamo quella che trasforma Lady Chatterley nel rapporto con il diverso da sé, quella trasformazione che finora solo i poeti hanno descritto…

     

     

    Tempo verrà in cui, con esultanza,

    saluterai te stessa arrivata alla tua porta.

    E ognuna sorriderà al benvenuto dell’altra, 

    e dirà: Siedi qui. Mangia.

    .

    Amerai di nuovo la straniera che eri,

    quella che avevi dimenticato.

     

    Offri vino: Offri pane. Rendi il cuore a te stessa,

    e alla straniera che ti ha amato, per tutta la vita,

    che hai ignorato per un’altra che ti sa a memoria.

    .

    Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore, le fotografie ,

    le note disperate,

    sbuccia via dallo specchio la tua vecchia immagine…siediti.

    E’ festa: la tua vita è in tavola.

     

    La poesia è di Derek Walcott “ritradotta” al femminile da Gian Carlo Zanon

     

     

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    • Bisognerebbe sempre scavare dentro le parole, farle risuonare nel loro significato originario. Si scoprono tesori sepolti dalla banalità di quel linguaggio che ha reso ogni parola senza significato.
      Grazie

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