• Il Nobel della letteratura a Bob Dylan e il livore di alcuni – pochi ma cattivi – letterati dell’apparato culturale

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    di Gian Carlo Zanon

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    Lo hanno già scritto, sicuramente Dario Fo sarebbe stato molto contento del premio Nobel assegnato a Bob Dylan «per aver creato – dice la motivazione a mio giudizio riduttiva – «nuove espressioni poetiche all’interno della grande tradizione della canzone americana». Riduttiva perché lui, con la sua originalissima poetica che trasmetteva attraverso le sue canzoni, ha influenzato positivamente il pensiero di intere generazioni che hanno assorbito la sua visione del mondo.

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    Fo e Dylan, un giullare e un menestrello, hanno saputo trovare parole che mostravano la realtà profonda delle cose e l’hanno saputa mostrare attraverso la propria arte in modo visionario. Realtà profonda delle cose che altrimenti, rimanendo invisibile, non sarebbe stata pensata e si sarebbe perduta.

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    I pochi ma cattivi letterati che hanno, più o meno palesemente, criticato l’assegnazione  del Nobel per la letteratura 2016, anziché guardare ai contenuti e agli echi della sua opera, hanno criticato la forma in modo ignorante e becero: «.. per quanto mi sforzi, non riesco a capire che cosa c’entri con la letteratura» ha detto, secondo quanto scrivono alcuni giornali, Alessandro Baricco a proposito del premio Nobel per la letteratura 2016.

    Anche Haruki Murakami, che da anni aspetta – secondo me a sproposito –  il Nobel, ha affidato alla sua pagina Facebook una citazione che dice tutto e niente «Non essere dispiaciuto per te stesso, solo gli stronzi lo fanno».

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    Basta mettere a confronto il calibro di chi ha gioito per l’assegnazione del premio, tra i cui l’ex ministro della Pubblica istruzione Tullio De Mauro, e il peso culturale dei detrattori, tra cui il critico musicale del Giornale, che ha scritto  «Se Bob Dylan vince il Nobel per la Letteratura, Victoria Beckham può sperare in un Grammy» per rendersi conto di cosa e di chi stiamo parlando.

    Per quanto mi riguarda osservo sempre la regola “chi fa cosa”. Regola che ho adottato  anche per chi ha creato la nostra Costituzione e chi la vuole disfare (leggi qui) – e quindi non posso aver dubbi né sul Nobel per Bob Dylan né sul fatto che voterò NO.

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    Inoltre chi in Bob Dylan non vede caratteristiche formali tali da giustificare il premio ricevuto, ignorantemente non conosce neppure le forme primigenie della letteratura che danno all’autore americano i titoli per essere inserito pienamente nella tradizione letteraria.

    Coloro che si sono precipitati a dire che quella di Bob Dylan non è letteratura non sanno che la letteratura inizia con gli aedi che recitavano i versi epici (versi epici che nel VI secolo a.C. verranno trascritti e diverranno Iliade, Odissea e molto altro ancora) accompagnandosi con uno strumento musicale, di solito la lira.

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    Lo ha accennato anche Sara Danius, segretaria permanente dell’Accademia svedese «(…) se si guarda indietro a 2.500 anni fa, si incontrano poeti come Omero o Saffo che scrissero testi che dovevano essere interpretati o ascoltati anche con l’accompagnamento di strumenti musicali. Lo stesso accade con Bob Dylan».

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    Ci provarono anche con Dario Fo gli ignorantoni non accorgendosi che allora avrebbero dovuto eliminare il teatro di Aristofane, per esempio … ma me ne faccio una ragione : la mamma degli ignoranti e dei livorosi è sempre gravida. Anche la madre di chi si assume arbitrariamente il ruolo di sacerdote nella trasmissione di sapere e conoscenza è sempre incinta.

    14 ottobre 2016

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