• Un anno si chiude e … ho l’amaro in bocca

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    di Jeanne Pucelli

    Siamo agli sgoccioli … fra una manciata di minuti e di ore finisce quest’anno. Un anno molto tragico per il mio paese, la Francia: il 7 gennaio l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo, costato la vita a dodici persone; il 13 novembre di morti ce ne sono stati molti di più.
    Gli assassini sono quasi tutti giovani uomini che, dopo avere attraversato le strade del disagio sociale delle banlieue e vissuto con lo spaccio di droga drogandosi, hanno pensato che il fondamentalismo religioso fosse la giusta scelta per dare senso alla loro insensata esistenza. Il passo successivo è stato semplice: basta aderire a ciò che chiamano “martirio” e trovi subito chi ti dà gli strumenti per portare a termine il suicidio che ti permetterà di entrare nel paradiso dei creduloni.
    Nel film del 2009 di Jacques Audiard Un prophète si possono trovare alcune chiavi di lettura per capire chi erano i carnefici delle stragi di Parigi, qual era il loro milieu culturale, chi fossero i loro cattivi maestri e chi credevano di abbattere sparando contro vittime inermi.

    I veri moventi delle stragi sono da ricercare si in una società che li ha marginalizzati, ma anche e soprattutto nel loro privato, nei loro rapporti primari, nell’alienazione religiosa che deforma l’interpretazione della realtà rendendo individui psichicamente deboli e socialmente indifesi facile preda del fondamentalismo religioso nel quale essi vedono l’unica via per raggiungere un riscatto identitario.
    Deprivati della propria identità umana – non per nascita ma per un naufragio esistenziale causato da rapporti interumani deludenti – si rifugiano nella cosiddetta “identità d’appartenenza”. Perduta la propria identità umana cercano un’identità collettiva in cui riconoscersi. Un’identità collettiva in cui svolgere un ruolo che dà loro ordine mentale e nella quale credono di poter realizzare pienamente la propria esistenza.


    Per questi “figli illegittimi della Francia”, cresciuti ai margini di una società che “civilmente” li usa e li ripudia, il proprio “riscatto identitario” è passato attraverso quella nebulosa organizzazione criminale che in occidente viene chiamata in vari modi: Dāʿish o Daesh), tradotto in italiano come Stato Islamico dell’Iraq e della Siria) oppure (Islamic State of Iraq and Syria, ISIS) oppure Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (Islamic State of Iraq and the Levant, ISIL.
    Una miriade di definizioni per definire qualcosa che non può essere definito con queste categorie. Io lo definirei con l’acronimo MARCAM: Gruppo di Acefali Religiosi guidati da Caporali al soldo di fabbricanti d’Armi e di Morte. Il sacco di Roma a opera dei Lanzichenecchi narra bene ciò che può accadere a una truppa di mercenari sbandati armati prima da un imperatore e poi lasciati senza un padrone da servire. È ciò che successe subito dopo la guerra con la banda Giuliano in Sicilia: una volta abbondonato il progetto di mettere all’isola la cinquantunesima stella per trasformarla in una Regione Federata degli Stati Uniti, la banda di Salvatore Giuliano diventa prima un mezzo per fermare l’avanzata del Pci e poi raggiunto lo scopo il nemico da eliminare. (leggi qui)

    Ma di questo i media non parlano, preferiscono continuare a parlare di Isis o di Daesh rappresentandoli come uno stato sovrano teocratico e mussulmano che combatte la democrazia cristiana occidentale. Questa è la narrazione mediatica e questo è ciò che crede la stragrande maggioranza dei cittadini cristiani europei e americani ben felici di continuare a credersi più umani di coloro che rientrano nella categoria “arabo” nella quale ci infilano tutto ciò che ha la pelle olivastra un po’ troppo abbronzata.
    E così alla strage di innocenti parigini si reagisce ammazzando con le “bombe intelligenti” una “certa quantità” di innocenti siriani: così i conti tornano! Pari e patta! … che strano destino … vivo nell’orrore culturale in mezzo a imbecilli che credono di vivere “civilmente” pensando “cristianamente”.

    Volevo, giuro, fare degli auguri carini ai lettori del nostro sito ma… ma poi è andata così. D’altronde non si esce incolumi dalla violenza degli uni e dalla stupidità degli altri…

    Oggi sono triste, e anche in po’ infastidita, ma faccio lo stesso gli auguri per il Nuovo Anno a tutti e mando un bacio … un bacio salato da una lacrima

    Jeanne P.

    30 dicembre 2015

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