• La strage di Colorado Springs: quanti essere umani devono essere sacrificati agli dei antiabortisti prima che “coloro che amano la vita” siano sazi?

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    di Martina Brugnoli

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    Sembra che ai media nazionali il massacro di Colorado Springs – tre morti e nove feriti – interessi molto poco. Imbeccare lo spettatore passivo con la narrazione dei “venti di guerra” piace molto di più.
    Eppure ciò che è accaduto non è cosa da poco: Robert Lewis Dear, 57enne, il 28 ottobre ha fatto irruzione in una clinica per gli aborti a Colorado Springs, sparando su chi si trovava di fronte. «No more baby parts» è stata la sua delirante giustificazione. È quanto riferisce la Nbc citando fonti anonime delle forze di sicurezza. Questa dichiarazione confermerebbe l’ipotesi che Dear sia un cattolico fondamentalista.

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    Gli americani che si dicono stupiti per questa tragedia, in realtà si sono dimenticati della bomba contro la clinica per aborti ad Atlanta del 16 Gennaio 1997. Il terrorista era Eric Robert Rudolph membro del movimento ultracattolico Christian Identity . Rudolph fu colui che attuò l’attentato alle Olimpiadi di Atlanta presso il Centennial Olympic Park nel 1996 con 111 feriti ed un morto e altri crimini tra cui la bomba all’Otherside Lounge, un bar per clientela lesbica, del 21 Febbraio 1997; la bomba alla clinica per aborti di Birmingham, Alabama del 29 Gennaio 1998; l’uccisione di Robert Sanderson, poliziotto di Birmingham e guardia part-time di una clinica abortistica. Rudolph voleva “preservare la fede Cristiana contro coloro che ne violano i precetti”. Aborto e omosessualità erano i suoi bersagli primari. Il movimento cristiano in cui militava si chiamava – e forse si chiama ancora – “Army of God”. In quel gruppo terroristico militavano anche Scott Roeder, l’assassino del medico abortista George Tiller e il Reverendo Paul Jennings Hill che il 29 Luglio 1994 uccise il medico abortista Bayard Britton.

     

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    Robert Lewis Dear

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    In un mondo che sa usare la logica, si dovrebbero cercare i mandanti morali di questi omicidi, che son da ricercare tra coloro che puntano il dito contro le donne che abortiscono tacciandole di assassinio e offrendo così un alibi e una giustificazione a questi pazzi deliranti. Non sarebbe molto difficile identificarli e, in un mondo che sa usare la logica, dichiarare loro guerra.
    Le vittime prescelte da individui come Robert Lewis Dear e da Eric Robert Rudolph, da George Tiller e dal Reverendo Paul Jennings Hill, sono meri bersagli che servono solo per dare una “ragione” alla malattia mentale di questi individui. Si tratta di “cristianizzazione della malattia mentale” legittimata dagli antiabortisti che usano i loro slogan “pro-life” per fare incetta di voti tra coloro che non sanno distinguere un feto da un neonato e pretendono di distinguere un bambino non battezzato da un bambino battezzato. (leggi qui)


    «si dedicano al rap, bevono alcol, fumano spinelli, e poi all’improvviso cambiano, si lasciano crescere la barba, diventano islamisti, integralisti. » Lo ha scritto pochi giorni fa Olivier Roy sul Corriere a proposito dei terroristi di Parigi aggiungendo che « non si tratta di radicalizzazione dell’Islam. Ma di islamizzazione del radicalismo». Roy intendeva dire che i pazzi criminali cercano una bandiera per dare una motivazione “logica” a ciò che non ha senso. E la trovano nelle parole e nei gesti di coloro che, parlando di “difesa della vita”, indicano i bersagli umani a cui togliere la vita.

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