• Utopisti allo sbaraglio: La vittoria di Jeremy Corbyn ripropone la figura dell’eroe senza macchia … smessa da Tsipras

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    Greece Bailout

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    di Giulia De Baudi

    «Cadde tanto in basso nella considerazione /che lo udii battere in terra/e andare a pezzi sulle pietre/in fondo alla mia mente.//ma rimproverai la sorte che lo abbatté meno/ di quanto denunciai me stessa,/per aver tenuto oggetti placcati/sulla mensola degli argenti.»

    Emily Dickinson


    Oggi sarò retorica, o romantica , oppure …, fate un po’ voi.


    Leggendo, devo dire un po’ svogliatamente, della vittoria di Jeremy Corbyn che ora si ritrova leader, “senza corona e senza scorta”, di quel Labour britannico che solo pochi anni fa era dominato dal maestro di scena di Matteo Renzi, Tony Blair, mi sono chiesta perché in questi ultimi tempi l’elettorato si è positivamente radicalizzato spostandosi a sinistra. Mi sono anche chiesta perché voti personaggi politici “estremi”.

    A sentire i commenti dei politici di “sinistra”, anche quelli del suo stesso partito, Corbyn è un essere abominevole: un quarto sognatore “inadatto a stare nel mondo della realtà”, un quarto utopista, un quarto populista e infine un quarto «pericolosa minaccia alla sicurezza economica e a quella delle famiglie» Cameron.
    Per non parlare degli Israeliani che vedono in lui un pericoloso terrorista islamico assetato di sangue ebraico.


    Tutte queste critiche, ad alto gradi di risibilità, naturalmente ne fanno immediatamente un eroe senza macchia e senza paura che difende l’ombroso bosco di Sherwood dagli attacchi dello sceriffo di Nottingham, perfetta rappresentazione del politico, asservito al potere economico, che depreda i cittadini con tasse soverchianti da consegnare al Giovanni senza Terra di turno, parafrasi del “sistema”.

    Non ci eravamo ancora ripresi dalla delusione causata dal “traditore Tsipras” – che con il suo discorso sofocleo aveva riempito di gioia i cuori palpitanti dei e delle milioni di Antigoni sparse per l’Europa e provincia per poi calare miserevolmente le braghe al primo rutto dell’algida Merkel – che come per incanto sorge “un altro simbolo della giustizia sociale”.

    È bello che nonostante tutte le batoste prese da politici, che per una estate hanno fortificato la speranza salvatasi nel vaso di Pandora per poi, ai primi freddi, rifugiarsi nel castello del potere e sedersi intorno al fuoco con gli altri lasciando chi aveva creduto in loro al freddo e al gelo … è bello dicevo che malgrado tutte queste delusioni la gente comune continui a votare il sogno di una vita migliore e non le ragioni dell’utile economico sbandierati dai Cameron/Renzi sparsi per il pianeta.

    Questo fenomeno può avere due spiegazioni: la prima, che scarterei, è quella che mostra il viso rabbioso di milioni di esseri umani allo stremo che votano il populista di turno perché pensano sia l’ultima spiaggia sulla quale naufragare salvando almeno i bisogni elementari della pura sopravvivenza.

    L’altra spiegazione invece mi dice che esiste un’umanità che sa della pertinace esistenza dell’umano persino in un politico, e cerca la rappresentanza politico in qualcuno che assomigli alle loro idee. Una moltitudine  che quando intravede l’umano affacciarsi nel linguaggio verbale e corporeo riconoscono quel rappresentante come uno di loro e a lui ogni volta affidano le loro speranze di giustizia , uguaglianza e libertà perché tenti di realizzarle insieme ad essi. Uomini e donne che se delusi non perdono la speranza alienata in quella persona, ma se la riprendono, ne curano le ferite e qualche “carenza percettiva”, incessantemente la ricostriuscono  e la preparano per una nuova estate.

    14 settembre 2015

    Leggi qui del “colpo di stato” in Grecia nattato da Varoufakis

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