• Lettera : i riti scaramantici per una Santa Pasqua alla milanese

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    Come ogni persona di buon senso comune, un minimo informata sui fatti, so che i riti apotropaici pasquali (l’aggettivo apotropaico viene da verbo greco αποτρέπειν, apotrépein = allontanare) servono, secondo i credenti, a purificare le case allontanando gli influssi maligni annidatisi negli interstizi domestici durante l’inverno … anche a causa della chiusura stagna di porte e finestre. Gli spiriti maligni, o se preferiti i diavulet, soffrono molto il freddo e così si intrufolano nei punti più caldi della casa, la cadrega della cucina, sotto il piumone, negli inguini … dicono anche che inducono alla lussuria. Il culmine viene raggiunto a Carnevale quando donne e uomini, in incognito perché mascherati, danno fondo alla libidine. Finita la festa, secondo i riti scaramantici del cattolici, si ha tempo 40 giorni per mondarsi dal peccato – Qui a Milano 36 perché Sant’Ambrogio doveva finire di fornicare e la ciapà quatar di pusèe de lussuria – infatti qui c’è il rito ambrosiano e gli diamo giù di brutto di brutto fino al sabato grasso.

    Questi riti naturalmente risalgono alla notte dei tempi e sono legati ai cicli stagionali che condizionano l’agricoltura. Ora le religioni si sono affrancate dal tempo astrale e dal divenire della natura e seguono ognuna le proprie astrazioni mentali.

    Me ne sono accorta ieri sera quando il campanello di casa ha suonato. Ho sbirciato dallo spioncino: c’erano due uomini attempati con barbe fluenti, ho detto, non compro niente, e non voglio cambiare gestore di gas, luce e telefono, e se siete Seguaci di Geova suonate all’interno 3 che lì c’è una vecchina che sta sempre sola così gli fate un po’ di compagnia. Uno dei due ha sentenziato: ma signora noi siamo i preti della parrocchia, non ci riconosce? Gli ho risposto: no e loro, siamo qui per la benedizione pasquale. Per un momento non ho capito e ho detto ma qui non abita nessun Pasquale, poi ho capito e ho aperto la porta. Davanti a me c’erano due ciccioni con barba, tipo babbo natale, vestiti casual e con addosso un odore di casoûela (stufato di cavoli tipico della cucina milanese N.d. R.). Uno dei due, il più grasso, ha detto con un sorrisetto da prete: posso? Ho rispolverato tutto il mio politicamente scorretto e ho risposto: posso cosa? Gli si sono appannati un po’ gli occhiali e mi ha guadato di sottecchi, è intervenuto l’altro: scusi forse lui ha detto male. Voleva dire se possiamo entrare a benedire casa.

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    A quel punto mi sono incazzata davvero e quando mi incazzo davvero divento un ghiaccio lucido e pensante … alla vendetta. Ma preeeego, ho sussurrato con un’aria da monaca di Monza prima che conoscesse Osio. Sono entrati un po’ impacciati nel salone dove troneggiano maschere provenienti da ogni latitudine e dove l’assenza del sacro è … ben visibile. Dunque ditemi di cosa si tratta esattamente, sapete sono antropologa e sono affascinata dai riti scaramantici , come gratas i ball e cose del genere … uno dei due è rimasto inebetito, l’altro visibilmente agitato ha detto con voce strozzata: ma sciura, veramente noi pensavamo … ma lei non sa nemmeno cos’è una benedizione pasquale? Si – ho detto con un sorriso pseudo zuccheroso da far andare in crisi iperglicemica un intero reparto di diabetici – più o meno, ho ricordi infantili: viene uno sciamano della gesa (chiesa) vicina, getta un po’ d’acqua in giro per casa, recita qualcosa in cui si dice “benedico questa casa” ecc. ecc. , toma la busta cun ti danèe, (prende la busta con il denaro) saluta e se ne va … dico beeeeene?

     

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    A quel punto l’inebetito, si è svegliato dal coma e strattonando il collega paonazzo si è diretto verso la porta bofonchiando cose tipo … la signorina si diverte, questa casa è abitata dal demonio, ma si ricordi che lui vede tutto e … a questo punto mi è scappato un innocentissimo Lui chiiii … non lo avessi mai detto, i due babbo natale pasquali mi hanno guardato stralunati, hanno aperto la porta e senza un saluto si sono chiusi la porta alle spalle … naturalmente li ho rincorsi … loro stavano scendendo le scale in tutta fretta … e io a quel punto: ma come ve ne andate senza nemmeno salutare, avevo preparato una bella bustarella per voi … non mi hanno risposto!!!

    Questa mattina la signora Armida che abita sotto mi ha detto: cosa metten a fa l’annuncio della benedizione se poi vegnen no a bènedi? Sono stata tutto il pomeriggio ad aspettarli e le minga vegnù nisun. Non ci si può fidare nemmeno del prevost… si saranno dimenticati di me adesso mi tocca andare da Don Mario a chiedergli di venire, mica si può stare a Pasqua senza benedisiun, nooooo? Ma certo signora ho detto se non ci si può fidare neppure dei preti … e l’Armida: vuole venire anche lei in parrocchia? Nooo signora grazie da me son già venuti ieri a benedire casa … poi però sono andati via di corsa …

    buoni riti primaverili a tutte e a tutti

    Elena Di Ilio

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