• Si scrive monoteismo si legge misoginia – “Dio non vuole”: la nuova crociata contro le donne di ebrei, cristiani e mussulmani

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    di Nora Helmer

    Nessuno sembra accorgersi dell’avanzata teocratica nei paesi a maggioranza monoteista. E nessuno sembra accorgersi che teocrazia monoteistica per le donne significa perdita di libertà e perdita dei diritti. Io la vedo e ogni volta mi indigno.
    Le religioni monoteiste contano poco meno di tre miliardi di persone: ebrei (14 milioni), cristiani (due miliardi) mussulmani (1 miliardo e mezzo) ed occupano una parte consistente del globo terracqueo.
    In quasi tutti i paesi in cui vi sia una popolazione a maggioranza monoteista il fondamentalismo religioso spinge la società verso la teocrazia. Il monoteismo, che si fonda sulla supremazia del genere maschile sul genere femminile, ha trovato i questi ultimi decenni il modo di riconquistare le posizioni perdute nel dopoguerra restaurando lo stato teocratico.

     

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    ” Finalmente, sull’essenziale siamo piuttosto d’accordo”

    In Italia lo tocchiamo con mano: l’aborto è quasi del tutto impraticabile a causa dei medici obiettori di coscienza che anzichè ubbidire al giuramento di Ippocrate preferiscono lasciarsi guidare dai discorsi oscurantisti di Bergoglio; i diritti civili dei laici anziché avanzare vengono erosi da politici cattolici che provengono dal movimenti fondamentalisti come Opus dei e CL; la contraccezione viene culturalmente sabotata condannando le donne a gravidanze indesiderate; l’educazione sessuale nelle scuole è sostuituita dall’ora di religione causando una non conoscenza che è devastante anche dal punto di vista della salute pubblica; l’eutanasia è una chimera; papi e vescovi tuonano contro il preservativo causando malattie anche mortali come HIV; il nostro presidente del consiglio, da sempre legato a movimenti cattolici, è stato il primo sindaco a creare un cimitero per i feti, e infine la moglie del suo vice Del Rio ha gli ha sfornato otto figli. Se questo non è fondamentalismo religioso …

    La deriva fondamentalista del monoteismo aveva dapprima contaminato la società araba: 1979 Ruḥollāh Muṣṭafā Mōsāvī Khomeynī va al potere in Iran creando il prototipo dello stato teocratico mussulmano.
    Da allora è stato un fiorire di non di rivoluzioni ma di involuzioni che, data la natura della religione islamica e della legge coranica, hanno determinato una recessione di libertà per le donne: divieto di istruzione; subordinazione all’uomo; contrazione di diritti civili; obblighi “morali” non negoziabili; libertà individuali proibite, ecc. ecc.. È notizia di oggi: il presidente turco Erdogan ha detto che non si deve parlare di uguaglianza tra uomo e donna, ma di equivalenza: donne e uomini non possono ricoprire le stesse posizioni, perché sono diversi per indole e costituzione fisica e ciò sarebbe dunque contro natura. E la Turchia finora era lo stato più laico del Vicino Oriente. Le spinte fondamentaliste si susseguono e chi ne fa le spese? Le donne. Che dire di più?

     

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    In Italia il fondamentalismo religioso, lentamente ma inesorabilmente, ha intaccato le libertà individuali, soprattutto delle donne.

    Si sa, lo sanno anche gli animali, lentezza significa mimetismo. E il fondamentalismo religioso cattolico si muove lentissimamente mimetizzando la sua violenza che, per chi non ha un occhio allenato dal pensiero critico, diviene invisibile. Quando nel 2007, su un’idea del cattolicissimo Romano Prodi, che aveva con l’Ulivo gettato le basi per l’assassinio del laicismo politico, la cattolicissima Margherita si fonde con quel poco di laico che resta nel Pds, nessuno si accorge del significato profondo del compromesso storico ruminato per decenni nelle stanze di via Delle Botteghe Oscure. Come nessuno si rende conto del rinnovamento del Concordato tra Stato italiano e vaticano: nel 1984 gli accordi fascisti del ’29 vengono rifirmati da Bettino Craxi nipote di quel Togliatti che quell’infame documento lo aveva voluto inserire nella Costituzione: articolo 7.


    Le forze cattoliche, da 1700 anni alleate con il potere assoluto andato via via incarnandosi in re e imperatori, duci e führer, caudillos e militari golpisti, avevano mosso una pedina nella scacchiera del potere eliminando la regina laica: con il nuovo Concordato si introduceva l’ora di religione nelle scuole materne, si sostituiva la congrua col meccanismo dell’8 per mille, molto più vantaggioso per la Chiesa. Le modifiche vennero successivamente ratificate in legge nel 1985. Sappiamo poi come è andata: ora l’ora di religione è obbligatoria anche nella scuola secondaria di secondo grado; nelle aule italiane non si fa educazione sessuale e si demonizza l’uso del preservativo, e quest’anno ci sono 3600 nuovi casi di HIV; le scuole cattoliche vengono pagate da tutti cittadini e non solo dai cattolici che vi portano i figli; per gli insegnanti di religione c’è una corsia preferenziale per accedere all’insegnamento, ecc. ecc. . E intanto le donne perdono le loro libertà individuali e non possono disporre del proprio corpo. Intanto i femminicidi in questi ultimi anni sono andati via via aumentando …

    Anche lo stato di Israele per quanto riguarda la misoginia non si fa mancar nulla: incurante delle critiche che arrivano sia dai cittadini israeliani che da molti paesi occidentali, il premier Benjamin Netanyahu difende il disegno di legge che definisce Israele “Stato della Nazione ebraica”.
    Se passa questo disegno di legge il monoteismo ebraico diverrà la matrice del diritto nella legislazione e quindi Israele sarà una teocrazia a tutti gli effetti.

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    Ma come racconta in un’intervista la regista del film candidato da Israele all’Oscar 2015 Ronit Elkabetz, di fatto lo stato teocratico esiste già da tempo: «Oggi in Israele il matrimonio è governato dal diritto religioso, a prescindere dalla comunità di appartenenza dei coniugi e dal fatto che siano religiosi o completamente laici. Quando una donna pronuncia il ‘sì’ sotto il baldacchino nuziale, viene subito considerata come potenzialmente ‘privata del gett’, del diritto di divorziare, poiché solo il marito ha la facoltà di scegliere: la legge attribuisce un potere esorbitante al coniuge. I rabbini sostengono di fare tutto il possibile per aiutare le donne, ma nel corso delle udienze a porte chiuse dei procedimenti giudiziari la realtà è ben diversa, poiché è loro sacro dovere fare di tutto per preservare un nucleo familiare ebraico. (…) La missione dei rabbini è di salvare tutti i nuclei familiari ebrei, è il precetto della shalom beit, della ‘pace domestica’: il desiderio di divorziare di questa donna costituisce una minaccia all’ordine stabilito, lei stessa rappresenta per i rabbini un pericolo a titolo personale».

    Si scrive monoteismo … si legge misoginia …

    1 dicembre 2014

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