• Il Nobel per la pace a Malala Yousafzay e a Kailash Satyarthi, difensori dei bambini

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    di Giulia De Baudi

    Oggi da Oslo è giunto un vento caldo che ha spazzato via i nuvoloni neri di ghiaccio che dicevano Bergoglio e Putin: il premio Nobel per la pace è andato a Kailash Satyarthi e a Malala Yousafzay, per premiare la loro lotta contro chi vuole condannare i bambini a una vita non sdegna di essere vissuta. «Si sono battuti contro l’oppressione dei bambini e per il diritto allo studio» recita la motivazione del premio Nobel.

    Non so chi ha iniziato a far girare voci sinistre che parlavano di dare il premio al il leader russo (ex membro del KGB e capo dei capi di una mandria di assassini), accreditato per il suo ruolo nel disarmo chimico siriano, e a José Bergoglio che a proposito di bambini disse quella frase infamante « Non è lo stesso, un bambino battezzato o un bambino non battezzato: non è lo stesso.».
    Anche le Madri di Plaza de Mayo erano accreditate per il premio Nobel per la pace … sarebbe stato imbarazzante se le madri dei desaparecidos argentini fossero andate a ritirare il premio Nobel avuto a ex equo con Bergoglio: da un lato le vittime dall’altro il complice dei carnefici.

    Non è stato così e oggi a Oslo viene in parte mitigata la vergogna del premio Nobel per la pace dato a una “iena vorace”: così definì  Henri Kissinger Pablo Neruda nella sua ultima poesia. E ne aveva ben donde.

    Malala Yousafzay, ha saputo di aver vinto il Nobel, mentre si trovava a scuola a Birmingham, dove vive da quando è scampata, nel 2012, all’attentato organizzato contro di lei dai talebani in Pakistan. Aveva solo 14 anni, quando fu colpita da colpi sparati da due uomini. Volevano ucciderla perché impegnata nella difesa dei minori nel suo paese. Nel 2009 Malala era diventata famosa con un diario in lingua urdu, nel quale denunciava le atrocità commesse dai talebani nella valle di Swat.

    Kailash Satyarthi, saputo del premio ha detto «è un momento di gioia per gli indiani e per i bambini». L’uomo, che ha salvato 80 mila bimbi, dagli anni ‘90 lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile. La sua azione ha permesso di liberare migliaia di minori dalla schiavitù, favorendone la reintegrazione sociale. «Mostrando grande coraggio personale Kailash Satyarthi, continuando la tradizione di Gandhi, ha capeggiato diverse forme di protesta e dimostrazioni, tutte pacifiche, concentrandosi sul grave sfruttamento dei bambini per motivi economici – si legge nella motivazione di Oslo -. Ha anche contribuito allo sviluppo di importanti convenzioni per i diritti dei bambini».
    Qualche mese fa Satyarthi avviò diverse campagne di sensibilizzazione per informare i consumatori su quali siano i prodotti realizzati attraverso l’impiego di manodopera minorile. Il suo movimento per i diritti umani è diventato uno dei più influenti e credibili al mondo.

    Cercherò di far pubblicare al più presto il discorso dei due Nobel per la pace … stasera mi sento bene e fan culo a chi tifava per il criminale russo e per il porteño.

    9 ottobre 2014

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