• Partecipazione politica azzerata: da cittadini a spettatori

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    di Jeanne Pucelli

    Rumours : così ora sono soliti chiamare le notizie che circolano insistentemente come leggende metropolitane. Notizie indefinite che servono solo a confondere ed a ottundere le menti di chi non aspetta altro che una buona dose di atarassia calmi la doverosa angoscia che si presenta come un allarme dell’io. Ora, gli psichiatri, l’angoscia preferiscono definirla “attacco di panico”. Attacco di panico che a volte rappresenta l’ultimo sintomo che segnala un malessere psichico che ha delle cause ben precise, e che, se non affrontato attraverso una psicoterapia efficace, potrebbe aggravarsi e anche fissarsi in una vera e propria malattia mentale cronica.

    I rumours di questi giorni sono monotematici: Renzi ha detto questo, Renzi è andato oppure non è andato di qua e di là, Renzi ha scritto questo su twitter , Renzi, Renzi, Renzi. Per non lasciarsi intossicare da questa renzite endemica ci vuole una bella resistenza condita con una buona dose di indifferenza. Tanto, mi son detta, in questo stato delle cose, oltre che a scrivere per quei pochi che capiscono cosa scrivo, che posso fare?

    Quei pochi scampoli di democrazia partecipativa rimasti stanno per essere venduti, con optional demaniali, al miglior offerente e ai cittadini non rimane altro che assistere al teatrino della politica sul quale i burattini sono impegnati a darsi delle gran botte con bastoni nodosi … di cartapesta. Come di cartapesta sono lo scenario e gli stessi burattini tirati dai fili di invisibili registi che a loro volta seguono una sceneggiatura scritta da un economista al soldo dei banchieri.

    Eliminato ogni tipo di identità umana, morale e politica, ideologica e partitica, i burattini si muovono in modo disordinato, mossi da un demiurgo che ha un unico fine: trasformare il popolo in pubblico, i cittadini in spettatori. Spettatori che non possono interagire con la tragicommedia in atto, possono solo assistervi, possibilmente in silenzio e, anche se qualche spettatore dovesse inveire non potrebbe certo mutare né degli il ruolo degli attori, né il canovaccio dello spettacolo. Canovaccio, che, se pur indefinito, possiede delle regole ferree: incatenare gli spettatori al loro posto con lazzi e buffonate camuffate da annunci sfolgoranti; far vivere al pubblico in sala la catarsi consolatoria rottamando qualche burattino un po’ sgangherato; tenere, con baruffe ben orchestrate, alta la tensione … che più alta è più nasconde quel po’ di vita vera che è rimasta nella società civile.

     

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    Agli spettatori al più è concesso qualche innocuo fischio, purché politicamente corretto, per fare in modo che si possa percepire nell’aria qualche residuo di profumo democratico. Anche il fischio serve per simulare qualche brivido di ribellione a chi ancora non ha deciso se acquistare o no il biglietto per lo spettacolo che lo trasformerà da cittadino, che partecipa alla democrazia del suo paese, a spettatore che assiste attonito e inconsapevole allo sviluppo della tragedia politica giunta ormai al suo ultimo atto.

    15 settembre 2014

    Sipario

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