• (R) Omissis mediatici – Pedofilia e Vaticano – I documenti

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    Ripubblichiamo questo articolo del febbraio 2013

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    di Giulia De Baudi

     

    In questi giorni sulla rete erano spuntati come bucaneve alcune notizie  sul conto del famigerato “nemico pubblico numero uno” Joseph Ratzinger. I titoli erano allarmanti, o liberatori a secondo del grado di credenza religiosa di chi leggeva quegli articoli:“Spiccato un mandato d’arresto europeo per Joseph Ratzinger!” strillavano alcuni titoli – pochi in verità – mentre altri alzavano gli scudi affermando La bufala del mandato d’arresto per il Papa”.

     

    Io ho aspettato qualche giorno; mi sono fatta qualche ricerchina; ho letto alcune notizie precedenti; ho sbirciato alcuni documenti ufficiali come: le Linee Guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di un minore da parte dei clerici del maggio 2012; Instructio de modo procedendi in causis de crimine sollicitationis; il documento del 2001 De delictis gravioribus  firmato dall’allora cardinale Ratzinger; e, per non farmi mancare niente, mi sono letta anche la lettera, (stritcly confidential ) scritta nel 1997della Nunziatura apostolica in Irlanda, e firmata dallo scomparso arcivescovo Luciano Storero.

    In questa lettera Storero, il suo dio l’abbia in gloria, dice ai vescovi irlandesi che la loro intenzione di rendere obbligatorie le rivelazioni di crimini di pedofili “suscita serie riserve di natura sia morale che canonica”. Inoltre aggiunge che la legge canonica, secondo la quale sospetti di abusi e le punizioni conseguenti devono essere gestiti solamente all’interno della Chiesa, “deve essere obbedita meticolosamente. Qualsiasi vescovo che cercasse di assegnare punizioni al di fuori della legge canonica si troverebbe nella (highly embarrassing) altamente imbarazzante posizione di vedere le proprie azioni capovolte in giudizi di appello a Roma”. (vedi la copia anastatica in calce all’articolo)

     

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    Dopo aver letto e controllato le fonti sono giunta alla conclusione che entrambi le versioni strillate negli articoli, erano inesatte o quantomeno incomplete. Perché, se è vero che esiste una denuncia contro Ratzinger presentata alla Corte penale internazionale dell’Aja dall’associazione di vittime americana Snap (Survivors network of those abused by priests) e dalla Ong statunitense Center for constitutional rights per «crimini contro l’umanità»,è altrettanto vero che la denuncia, per aver insabbiato i reati di pedofilia presentata nel settembre 2011, a tutt’oggi giace negli scaffali dei giudici della corte dell’Aja in attesa di un riscontro o di una archiviazione.

    Inoltre Ratzinger era stato imputato in una causa civile in qualità di firmatario del De delicti gravioribus: la lettera, inviata il 18 maggio 2001 ai vescovi di tutto il mondo, informava sulle procedure da adottare nei casi di violenza sessuale da parte del clero su minorenni.

    Questa lettera ribadiva e riconfermava gli ordini pastorali inseriti nel “De crimen sollicitationis”, approvato nel 1962 da Papa Giovanni XXIII, che stabiliva l’assoluta segretezza nelle cause di molestie, pena la scomunica, anche per la vittima che avesse denunciato il crimine subito alla giustizia civile.

    Quel furbastro del pastore tedesco quando divenne papa si parò subito il …. avanzando una richiesta d’immunità all’allora presidente degli Stati Uniti, George Bush. Fu così che il vice ministro della Giustizia Peter Keisler,  nel settembre 2005, bloccò ogni procedura giudiziaria che la magistratura americana aveva aperto nei confronti di Ratzinger. Come si dice “can no magna can”.

     

    E ora passiamo alle comiche: avrete letto del caso del cardinale Mahony, no?

    Ma si quel poveraccio che nessuno vuole al Conclave per l’elezione del papa perché ha insabbiato per anni i crimini contro i minori della sua diocesi perché, come disse il nazista Adolf Eichmann prima di essere impiccato in Israele, egli non faceva altro che obbedire agli ordini … pardon, alle linee guida della Santa Madre Chiesa cattolica. Amen.

     

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    Il cardinale Mahony

     

    Questo povero vescovo, secondo Charles Scicluna, il cosiddetto monsignore “anti-pedofili”,  è un “cardinale umile” che ha un solo difetto: «non è riuscito ad arginare i casi di pedofilia nella sua diocesi come sarebbe stato giusto». Il monsignor “anti-pedofili”,  rispondendo in un’intervista, afferma che Mahony «Ha agito con decisione per ripulire la sporcizia, ma anche usato la misericordia».

     

    Capito che dice il monsignore “anti-pedofili”? Dice che Mahony ha usato “misericordia” … no non verso i minori violentati nel corpo e nella mente, ma nei confronti di questi pazzi criminali in gonnella sacerdotale.

    Poi Charles Scicluna, che è o complice o cretino, spiega che prima del 2002 non c’erano “linee guida” precise per affrontare il problema degli abusi: «Ognuno agiva come poteva, e purtroppo in alcuni casi Mahony ha sbagliato. Ha fatto gravi errori: non ha saputo estirpare alla radice il problema della pedofilia».

    Capito? Per il monsignor “anti-pedofili” Charles Scicluna, di fronte ad una violenza contro un bambinoMahony non sapeva che fare perché mancavano le “linee guida”. Giudicate voi queste affermazioni … io posso solo inorridire.

     

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    Charles Scicluna

     

    Ma non è finita Charles Scicluna mente anche quando parla di queste “linee guida” che prima, secondo lui –  a cui probabilmente erano sfuggite le ordinanze De crimine sollicitationis  e De delictis gravioribus  – non c’erano ed ora ci sono. Mente perché anche in queste modernissime “linee guida”, dettate da quella che veniva chiamata a gran voce anche da Ratzinger “tolleranza zero” verso i clerici pedofili, si dice quanto segue:

     

    «I Vescovi sono esonerati dall’obbligo di deporre o di esibire documenti in merito a quanto conosciuto o detenuto per ragione del proprio ministero (cfr. artt. 200 e 256 del codice di procedura penale; artt. 2, comma 1, e 4, comma 4, dell’Accordo del 18 febbraio 1984, che apporta modificazioni al Concordato lateranense dell’11 febbraio 1929, tra la Repubblica italiana e la Santa Sede [L. 25 marzo 1985, n. 121]). 8.  (…) Nell’ordinamento italiano il Vescovo, non rivestendo la qualifica di pubblico ufficiale né di incaricato di pubblico servizio, non ha l’obbligo giuridico di denunciare all’autorità giudiziaria statuale le notizie che abbia ricevuto in merito ai fatti illeciti oggetto delle presenti Linee guida. ».

     

    Questo è quanto c’è scritto nelle “Linee Guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di un minore da parte dei clerici” pubblicate nel maggio del 2012.

    Questo cosa significa secondo voi? Per me significa che stiamo punto e a capo come prima.

     

    «Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi» diceva Tancredi allo zio nel romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa Il gattopardo. Ora i gerarchi della Chiesa cattolica non hanno neppure bisogno che le norme cambino formalmente. Basta dire quattro cazzate dal pulpito e i non pensanti crederanno che lo stesso Ratzinger, che ha occultato per decenni a suon di epistole i crimini più mostruosi che possano esistere, perché cancellano dal bambino violato la gioia di vivere, voglia ora denunciare alla giustizia ciò che per lui è un peccato e non un crimine. Ma non gli passa dall’anticamera del cervello.

     

    Per lui e per gli altri “antipedofili” della Chiesa cattolica un criminale pedofilo è solo un povero peccatore che, con la confessione, il relativo “pentimento”, l’assoluzione di un collega e quattro avemaria e cinque paternostro, ritorna lindo e pinto come prima.

    Invece un ateo, come disse Ratzinger nel 2006 – dato che invece di credere osa pensare – non avendo alcun rapporto con quel dio che egli ha creato nella sua mente, non ha neppure dignità umana. Insomma per avere dignità umana è necessario immergersi senza pensieri nelle acque putride dell’alienazione religiosa… che dire di più …

     

    Copia anastatica del documento citato nell’articolo

     

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    Inserisco alcuni paragrafi estratti da l’Unità 20.2.13 :  come si può vedere Mahony , come si scriveva una volta sulle cartelle degli ospedali per alienati, è un bordel line con una personalità stolida ed anaffettiva.


    Il caso Mahony, un macigno sul Conclave


    Il cardinale che coprì i casi di pedofilia negli Stati Uniti fa sapere che parteciperà all’elezione del nuovo Pontefice

    L’arcivescovo di Los Angeles: «Non vedo l’ora di essere a Roma»

    La sua presenza può condizionare la nomina dei nord americani

     

    di Roberto Monteforte


    CITTÀ DEL VATICANO Lo aveva scritto sul suo blog l’arcivescovo emerito di Los Angeles, cardinale Roger Mahony: «Non vedo l’ora di recarmi presto a Roma per aiutare e ringraziare Papa Benedetto XVI per il suo servizio alla Chiesa e per partecipare al Conclave per leggere il suo successore». Malgrado le proteste esplose prima negli Stati Uniti, con la petizione lanciata dal movimento Catholics United che gli chiede di fare un passo indietro e rinunciare al Conclave, e poi rimbalzate anche in Italia, l’arcivescovo «emerito» ed anche dimissionato di Los Angeles, mantiene fermo il suo proposito. Sarà Oltretevere il prossimo 26 febbraio.


    IL DOVERE DI VOTARE


    Il motivo è semplice. Al di là dei suoi problemi personali, proprio perché «creato cardinale dal Papa» ritiene di essere vincolato al «diritto-dovere» di partecipare all’elezione del successore di Papa Ratzinger. D’altra parte le stesse autorità vaticane hanno l’obbligo di convocarlo regolarmente. Malgrado le responsabilità riconosciute dallo stesso cardinale Mahony in una lettera pubblica e le nuove prove d’accusa che gli sono costate l’esautoramento da ogni funzione pubblica nella diocesi di Los Angeles da parte del suo successore, l’arcivescovo Josè Gomez, il porporato ha tutti i requisiti per far parte degli «elettori» del futuro pontefice.
    (…)

    Come Mahony hanno riconosciuto le proprie colpe anche il primate irlandese Sean Brady, e l’ex arcivescovo di Bruxelles, Godfried Dannells. Ma Oltretevere si fa notare come sia «assolutamente da evitare il rischio che campagne mediatiche mosse contro uno o l’altro cardinale elettore possano condizionare il Conclave».

    25 marzo 2013

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