• La Consulta ha deciso: La legge 40 è incostituzionale

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    di Nora Helmer

     

    «Nella nostra societàalle donne giungono in continuazione  dei falsi messaggi sulla natura del loro ruolo nella società e su presunte responsabilità morali in casi di aborto.»

    Finalmente dopo anni di una legge assurda che, attraverso una serie di paradossali divieti, condannava le coppie sterili ad abbandonare il sogno di aver un figlio sano, causando loro infinite sofferenze, “una mattina si sono svegliati e hanno cacciato l’invasore dalla vita privata dei cittadini”.

    Tra «un mese e mezzo la sentenza sarà esecutiva» dice in un’intervista Filomena Gallo, l’avvocato che con la sua lotta nei tribunali ha demolito pezzo per pezzo la legge 40.

     

    Come ha scritto su left del 5 aprile 2014 Simona Maggiorelli, questa legge era crudele ed antiscientifica ed andava a colpire in particolar modo l’identità della donna «nella sua parte più intima ».

     

    Naturalmente in queste ore è iniziato il valzer dei politici che non perdono occasione per mostrare i loro reconditi pensieri. Il quotidiano La Stampa ha reso noto che il ministro della salute Beatrice Lorenzin, divenuta nota per il suo famoso aforisma : «In Campania non si muore per i roghi tossici ma per gli stili di vita scorretti », ha commentato la sentenza della Consulta che cancella la legge 40 affermando che ora serve un intervento parlamentare. Non so di quali  intenzionalità coscienti ed inconsce il ministro Lorenzin abbia infarcito le sue parole, ma se tanto mi da tanto!  Il suo dire potrebbe essere positivo ma potrebbe avere questo senso: “donne ma veramente pensate di poter decidere voi del vostro corpo?

     

    Lasciamo stare poi giornali mistici come Famiglia Cristiana che invece di pensare alle famiglie cristiane, che a quanto pare non sono libere di fare ciò che vogliono, starnazzano « Follia! Follia!» anche verso quegli atei che delle farneticazioni religiose riguardanti la scienza non sanno che farsene.

     

    La vulgata giornalistica, è inutile dirlo, si ferma ad analizzare solo alcuni aspetti della legge 40 che sta ormai spirando, sorvolando sugli aspetti più cupi di questa legge ispirata dai pizzini vaticani.   

     

    «Per esempio – spiega in una in un suo intervento sul numero di left già citato, la neonatologa e psicoterapeuta Maria Gabriella Gatti – quando impedisce a coppie portatrici di malattie genetiche ma fertili l’accesso alta diagnosi genetica pre-impianto dell’embrione che comporta una pratica abortiva, in caso di malformazione. In quest’ultimo caso l’aborto è una lesione senza senso, del tutto gratuita che lede l’identità ed il corpo della donna».

     

    La docente di Neurologia neonatale dell’università di Siena nel suo intervento affermava inoltre che da un punto di vista scientifico la legge 40 era «caratterizzata da contraddizioni logiche e da gravi incongruenze mediche».

     

    La neonatologa spiegava bene come occultato nelle norme della legge 40 vi era «il fraintendimento del significato delle più recenti acquisizioni scientifiche nel campo dell’embriologia (…) È assurdo considerare l’embrione “vita umana” quando ancora non esistono strutture anatomo-funzionali nel sistema nervoso che possano sostenere un’attività di pensiero. Per l’immaturità dei circuiti cerebrali prima della 23 -24esima settimana non c’è possibilità alcuna di sopravvivenza fuori dall’ utero».

     

    «Nella nostra società – continuava la professoressa Gatti  alle donne giungono in continuazione  dei falsi messaggi sulla natura del loro ruolo nella società e su presunte responsabilità morali in casi di aborto. (…) È in atto una campagna di colpevolizzazione, una vera e propria crociata dentro i reparti di ginecologia, che tende a equiparare l’aborto con l’omicidio e a far sentire la donna marchiata da un delitto inespiabile agli occhi del mondo. L’attissimo numero di ginecologi obiettori che si rifiutano di eseguire un atto medico dovuto per legge come la pratica abortiva è indicativo di quanto la mentalità colpevolista è diffusa nella società. (…) Il mondo femminile corre il grande rischio di interiorizzare il senso di colpa e di diventare incapace di reagire ai falsi messaggi che provengono sia dalla religione cattolica sia da certo razionalismo il quale in tempi recenti si è spinto fino a legittimare il cosiddetto “aborto postnatale”, (leggi qui) una vera aberrazione non solo terminologica ma concettuale e scientifica. La donna continua a essere lesa nel suo corpo e nella a dignità di essere umano da un pensiero dominante a livello antropologico, filosofico e medico, che ha radici greche e cristiane. L’alleanza ideologica e storica fra religione e ragione ha condannato il genere femminile ad una subalternità culturale e sociale subita per millenni».

     

    Questo si che è parlar chiaro!!!

    9 aprile 2014

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