• … ne è passato del tempo da quando uno stridulo fischio di partenza …

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    treno

     Editoriale

     

    «L’unica cosa che non esiste è l’oblio. E tutto il resto esiste, tutto il resto è rappresentabile. La vita fugge, tu l’attraversi e fugge. La morte fugge, ti afferra e fugge. Le città fuggono, tu le attraversi e fuggono. E anche tu fuggi, non puoi raccontarti, perché fuggi. E invece la mano corre sulla carta, guida il pennino o il pennello, la vita è fuggita, ma vi resta la sua immagine. La musica è suonata, le note sono svanite nell’aria. Ma resta lo spartito. È qui davanti a voi.(…) Suonatelo. Ognuno con i suoi strumenti. (…) Eseguitelo con la vostra musica, tornando a casa, anche se siete stonati, fatelo, per gli intimi doni che non elenco, per la musica, misteriosa forma del tempo. Il giorno entra nella notte. Non se n’è andato.» Antonio Tabucchi, Racconti con figure

     

    È passato circa un anno da quando questo diario polifonico ha varcato le porte delle idee. Lì pensieri in divenire giacevano inquieti al riparo di giudizi e critiche. In quel limbo ovattato fonemi agglutinati dal senso aspettavano di nascere al mondo. Racconti e cronache, reazioni e ribellioni ad infamie e assenze ingiustificate, poesie, ricerche e pensieri, , vivevano la loro esistenza  muta, senza rapporto con …

     

    Usciti nel mondo le prime luci dell’alba svegliarono le parole accucciate da tempo e crearono un titolo: I giorni e le notti. Sostiene Carfì che si cominciò per gioco: le idee venivano scritte, poesie e musica addolcivano i ritmi, le immagini si facevano trovare ammorbidendo le frasi a volte troppo velate di retorica.

     

    Giulia sostiene che ci volle qualche settimana prima che ci rendessimo conto dei “danni” combinati.  Questo perché nati al mondo abbiamo atteso qualche settimana prima di avere delle risposte: il nuovo plugin, installato a fine aprile, riportava a noi l’eco delle nostre voci che si rifrangeva nei computer sparsi per il mondo. Il programma ci informava l’interesse dei lettori codificandolo in numeri che dicevano: oggi ci sono stati 100 lettori che hanno letto 220 post; 30 di loro vivono in America, 25 in Italia, poi ce ne sono 3 in Israele, 5 in Cina, 2 vivono su una barca in acque internazionali, poi ci sono i Russi, quelli che vivono in Ucraina, ecc..

     

    Man mano che passavo i giorni una miriade di bandierine di paesi lontani migliaia di chilometri si accampavano sulla nostra pagina che controlla i dati relativi allo share del giornale. Una di loro segnalava drammaticamente, con i suoi colori, bianco e giallo, e con il suo nome Holy See Vatican,  una poco gradita vicinanza. Però altre bandiere multicolori con nomi graditi mitigavano il fastidio organico provocato da quel vessillo oscurantista: Germany , France, Canada, Taiwan, Sweden, Japan, United Kingdom, Republic of  Moldova …  insomma dopo pochi mesi sapevano che queste,  ed altre nazioni sparse nel globo terracqueo, davano asilo ai nostri sconosciuti lettori. Come Felipe II venimmo a sapere che sul nostro regno telematico non tramontava mai il sole: quando il newyorkese smetteva di leggerci e andava a sognare portando nella mente una poesia di Wisława Szymborska letta sulle pagine della nostra rubrica di poesia, un abitante di Pechino accendeva il suo computer per sorridere insieme al suo “collega” indiano per le arguzie di Mafalda, l’esilerante personaggio di  Quino (che ringraziamo) presente ogni mattina con una sua vignetta.

     

    Non ci siamo montati la testa per i numeri che ogni giorno ci vengono dati dal programma che rileva i dati degli sconosciuti lettori e delle letture. Certamente ci ha fatto un immenso piacere vedere, il 13 marzo scorso, il grafico delle presenze inerpicarsi verso vette di share mai raggiunte. Era successo che, dopo aver udito il nome di Jorge Mario Bergoglio echeggiare sugli schermi televisivi avvolto da un fumo bianchiccio, conoscendo bene le sue “prodezze ecclesiastiche” in Argentina, ci siamo precipitati al computer per fare pubblicare il Dossier Bergoglio, che ora stiamo man mano arricchendo di notizie e documenti. Dopo qualche ora le letture degli articoli di Giulia De Baudi, che da anni si occupa del caso Bergoglio e infamie adiacenti, sono salite vorticosamente: dopo due ore dall’elezione papale 7300 persone sparse per il mondo conoscevano la realtà storica di quest’uomo che fu uno dei più zelanti collaboratori degli ufficiali colpevoli del genocidio dei desaparecidos, e nel giro di una settimana altre 20.000 persone attinsero dal nostro giornale la verità su questo squallido personaggio, omessa e/o falsificata dai media italiani, che ne hanno già costruito l’icona di cartapesta. Certamente questo è una goccia d’acqua pulita nel mare inquinato dalla menzogna … ma il mare è composto da tante gocce molte delle quali ancora pulite.

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    Un anno, è passato, e noi, (vedi elenco autori a sinistra della prima pagina)  abbiamo cercato di realizzare le nostre esigenze, scrivendo articoli e racconti e pubblicando poesie e musica da condividere con i lettori.  Abbiamo risposto ai commenti, anche a quelli poco civili dei sudditi di Grillo/ Casaleggio, travolti da deliri di lesa maestà. Abbiamo gioito per la caduta di tiranni e reucci della politica e pianto per le morti di persone degne come Antonio Tabucchi e Enzo Jannacci.

     

    Non ci siamo mai accontentati delle superficiali notizie mediatiche e abbiamo cercato, sempre, di mostrare ciò che si nasconde sotto l’epidermide del reale. Siamo stati anche denunciati da esponenti politici di destra, che non hanno gradito di essere chiamati per nome: nazisti. Un esponente dell’Opus dei ci ha minacciato per un articolo in cui, citando il giornalista Horacio Verbitsky,  svelavamo le connivenze tra questa istituzione, tanto amata da Woytjla, e i militari argentini golpisti. Vorremmo augurare a questo opusdeino ogni male, ma peggio di così!. Insomma ci siamo divertiti.

     

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    Volevo anche dire che, non avevo pensato, fino a che non mi sono messo al computer per scrivere l’editoriale, al fatto che, come dicevo poc’anzi, in ogni ora del giorno e della notte, qualcuno nel mondo legge e vede ciò che viene inserito nel nostro polifonico diario di bordo. Mi piace pensare che mentre i giorni e le notti entrano uno nell’altro con la sacra lentezza dell’amante perfetto, un uomo sveglio sogna di noi e una donna che dorme ci pensa nei sogni.

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    Questa certezza attenua il ricordo del fischio stridulo della partenza che dava l’avvio a questo treno fatto di parole e immagini. Ora il nostro treno si inoltra veloce nel tempo «la polvere dorata della sua corsa mi resta fra le dita*», su due binari vulnerabili: a destra il suono, a sinistra il senso.

    Noi, istigati da un feroce capotreno, Mastro Pensiero, alimentiamo ogni giorno con parole e immagini la caldaia che dà energia a i giorni e le notti mentre «il tempo avanza, rapido, il mezzo delle notti viene verso di noi.*»

    Suono e senso, i due binari gemelli nati dalla «misteriosa forma del tempo», che l’impossibilità dettata da uno sguardo troppo obiettivo tiene disuniti, sembrano fondersi in lontananza … forse è solo apparenza … però, in fondo, all’infinito, il miraggio della loro fusione intravisto nel baluginio della distanza … è la verità tanto cercata. La verità più vera … da rincorrere ogni giorno, e liberare ogni notte.

     

    10 aprile 2013: ringrazio i nostri 44.727 sconosciuti ospiti … che oggi, 15 marzo 2016 alle ore 10.15, sono diventati 582.161

    Gian Carlo Zanon

     

     

    *Brani presi da “La conga di Fidel” di Nazim Hikmet- Leggi QUI

     

    • Vi ritrovo nei miei pensieri (che, mi suggeriscono di digitare sulla tastiera del piccì: “I giorni e le notti”) e, così con il vostro stile mi regalate ‘quel mare pulito di cui sento esigenza come fosse ossigeno per il mio cuore’… “… ma il mare è composto da tante gocce molte delle quali ancora pulite.”. Grazie.

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