• Civati a Livorno – Ritorno alla casa del padre?

      3 commenti

    index

     

     di Gian Carlo Zanon

     

    Questa mattina mi sono svegliato con un silente grido di dolore che rimbombava nelle orecchie. Sono passati ventidue anni. Me lo ricordo come fosse oggi. Mi fa male ancora … sovrappongo  quel grido tragico alle tre figure, altrettanto tragiche, che si dibattevano sul palco dopo che una donna coraggiosa senza far compromessi con la verità aveva scandito i suoi no a ciò che non può appartenere alla sinistra. La donna coraggiosa si chiama Elisabetta Amalfitano, le tre figure si chiamano, Civati, Vendola, Cuperlo. (qui il video)

    Il grido appartiene a Rosaria Schifani, la moglie di un uomo della scorta ucciso dalla mafia insieme al giudice Falcone«se avete il coraggio di cambiare … di cambiare, di cambiare, di cambiare … loro non vogliono cambiare … loro non cambiano, non cambiano».

     

    Corleone 1985. Carnival.

     

    Se fosse stato insieme a me, a noi, al Politicamp di  Livorno, Eraclito forse avrebbe ripensato per un attimo alla sua idea sul divenire della realtà. L’essere è tale solo se è in continuo divenire? Si sarebbe forse chiesto,  però se si ferma o peggio regredisce… non è più un essere perché perdendo  la propria essenza umana si arrende alla staticità?

    Non so, scrivo questi pensieri per cercare di interpretare e dare un senso  ciò che ho visto. E ciò che ho visto e udito, dopo il canto del cigno di Elisabetta Amalfitano – un cigno che troverà ben altri lidi per far volare il proprio pensiero – non mi è piaciuto.

     

    A Livorno in via Del Vecchio Lazzaretto domenica 13 luglio quando sono saliti i tre politici italiani è andato in scena il nulla, l’insulto e il nulla. L’insulto, volgare, era per quella “componente della sottocomponente” che aveva osato cercare di spiegare a Civati i motivi per cui non si doveva invitare Vendola. Il nulla era il canovaccio su cui si sono basati gli interventi dei tre “rappresentanti della sinistra italiana”.

     

    cuperlo civati e vendola

     

    Il solito gioco delle tre carte: Civati, Cuperlo, Vendola: vuoi la tenerezza di Civati? Alza una carta … è uscito Vendola, mi spiace hai perso. Ritenta sarai più fortunato. Vuoi il pragmatismo  politico di Cuperlo?  Alza una carta … è uscito Civati, mi spiace hai perso. Ritenta sarai più fortunato. E non c’è da ridere.

    E loro lì che si sbracciano davanti al popolo della sinistra che rimane incantato di fronte all’elenco  di parole e di “idee”: partecipazione, sinistra, eguaglianza, conflitto, cambiamento, diversità, cultura, laicità , umanesimo, libertà … parole impolverate  raccolte nello stanzone dei ricordi della sinistra che, non vivificate da contenuti umani  e da coerenza interiore, attraversando le loro tre gole muoiono … e i germi patogeni, generati dalla necrosi, intossicano le menti che non posseggono anticorpi vitali. Parole messe in fila, parole immobili  e ieratiche come le figure nel mosaico della Teoria delle vergini che sovrasta la piazza Di Santa Maria in Trastevere.

     

    E la coerenza politica, che come ha detto E. Amalfitano è la condicio sine qua non è impossibile  trasformare lo stato delle cose, si scolora, si deteriora al punto da generare frasi senza senso: «Il premier può scorrere la rubrica del cellulare: prima di Verdini c’è Vendola. Può parlare anche con lui, secondo me vengono fuori cose buone per il Paese» ha detto Civati a Livorno nel suo discorso di chiusura. A parlare con Renzi vengono fuori cose buone per il paese???? Ma dov’è la coerenza?

     

    Cosa avrà voluto dire Civati con questa frase? Lo sa solo lui. Posso solo cercare di interpretare … Civati ha voluto al suo fianco Vendola per le sue “doti politiche” sperando che faccia da mezzana per il suo ritorno alla casa del padre? E il buon padre Renzi sarà ben lieto di accogliere il figliol prodigo, e macellerà il vitello grasso per lui, e si vivrà la solita coazione a ripetere e … e mi domando se questa dialettica serva a qualcosa visto che « … loro non vogliono cambiare … loro non cambiano, non cambiano».

    Articoli correlati

    • il tuo scritto mi incuriosisce: da che cosa hai dedotto che Civati intende “tornare alla casa del padre” Renzi e che voglia “usare” Vendola come “mezzana”?
      Forse conosci qualche retroscena che io ignoro… ho guardato il Politicamp in streaming. Ho visto che era stato invitato Marco Furfaro di SEL e che Vendola si è presentato insieme a lui. Anche Cuperlo non era previsto tra i relatori, mi pare; era invece invitato Fassina.
      Civati ha presentato la sua associazione “Possibile” come un “luogo aperto”, dove far dialogare tutti coloro che si considerano di sinistra.
      Avrebbe dovuto chiudere le porte a Vendola, a Cuperlo o a Orfini, se si fosse presentato?Non credo.
      Bisognerebbe smettere di pensare che se due persone prendono un caffè insieme, o se intervengono insieme ad un dibattito, vuol dire che stanno organizzando un’alleanza politica. Bisognerebbe pensare che ciò che conta non è il CHI, ma il COSA; e che se Vendola è il leader di un partito di sinistra, che è stato eletto in coalizione con il Pd (e grazie al quale il Pd ha vinto il premio di maggioranza nel 2013), magari gli elettori del Pd (quelli del 2013, rappresentati dagli attuali parlamentari) preferiscono vedere il Pd dialogare con SEL piuttosto che con Verdini. Questo è il senso, semplicissimo e lineare, della battuta sulla rubrica telefonica

      • Silbi, secondo me conosci poco il cuore degli uomini, e soprattutto anziché passar al setaccio le parole dette da Civati preferisci seguire, secondo me, un strada lontana dalla realtà. Ma naturalmente forse hai ragione tu. Vedremo. Però almeno chiediti perché chiede a Renzi di telefonare a Vendola. Chiediti perché pensa e dice che un dialogo tra Vendola e Renzi possa portar “cose buone per il Paese”. O Civati era strafatto e non sapeva cosa diceva, oppure c’è un disegno politico che non esclude Renzi. Ti sei chiesto perché prende accanto a sé un Vendola che ha fallito la sua leadership politica. Già da tempo io e altri nostri giornalisti mettavamo in guardia su Civati. http://www.igiornielenotti.it/?tag=pippo-civati

        E non ti far ingannare sulla loro resistenza a Renzi, è un gioco di squadra : se i loro voti servissero veramente con cavolo che voterebbero contro. Ma ci sono vari livelli e il discorso è complesso, molto complesso.

        Devo dire dire che a un certo punto gli ho anche creduto , ma le mie colleghe, che come tutte le donne hanno antenne molto sviluppate, mi consigliavano di stare attento. Per il momento hanno avuto ragione loro. Ora vedremo che succede, vedremo. Poi ne riparliamo. Questo articolo, nel nostro stile da Diario Polifonico, è un tentativo di capire senza annullare però il sentire intuitivo. Vedremo Silbi, vedremo.Certo conosco alcuni retroscena sul suo rapporto, penso per il momento chiuso, con la “componente di una sottocomponente” di cui ha parlato, ma sono privati e me li tengo per me.

        Grazie comunque per il commento interessante e soprattutto stimolante.

        G.C.Z.

    • Quando “la voce umana non è più suono umano”. La voce umana come fosse acqua, non ricade per “la gravità” e “spessore” del suo “essere fluida-mente” o non svanisce, sfumando e, fondendosi all’atmosfera (umana). Acqua, parole e sostanza umana non materiale, assimilate ed assorbite dalla pelle e da conviviale “Atmosfera umana”. Quando “la voce non è più suono umano”, ma “non suono metallico” che sembra rimbalzare come stridente “sinistro”. Parole svuotate di senso e significato, onde “sinistre”, come fossero “sassi che ricadono sulla testa di chi li ha scagliati contro il cielo”.

    Scrivi un commento