• L’inumano nel “sistema carceri” INCHIESTA

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     Inchiesta di Gian Carlo Zanon e Adriano Meis


    Chi ha visto seguito l’inchiesta televisiva di Riccardo Iacona e i reportage di Antigone-Inside carceri, che abbiamo pubblicato (li potete trovare tutti a sinistra sotto Argomenti Società →Carceri)  sul problema carcererario in Italia, si sarà reso conto dell’inadeguatezza di questo “sistema”.

    Il gruppo di lavoro di Antigone e il giornalista Iacona, hanno affrontato il problema del sovraffollamento nelle carceri, cercando una risposta a molte domande drammatiche: perché ci sono tanti suicidi nelle carceri italiane? Per quale motivo devono stare in carcere anche quelle persone non socialmente pericolose? Si potrebbe evitare il sovraffollamento anche senza costruire decine di nuove carceri?

     

    Da queste domande politicamente scomode inizia la ricerca dei giornalisti di Rai3 e dell’Associazione Antigone che ha poi portato alla realizzazione di questi video da noi pubblicati. I risultati sono sorprendenti ma anche avvilenti per chi ha ancora mantenuto in sé un minimo di identità umana e il senso dello stato sociale.

    Da questi documenti video risulta che le carceri italiane sono delle ‘discariche sociali’ usate dal malaffare esattamente come il problema rifiuti viene usato dalla criminalità organizzata e dalla complicità dei politici che ne ricavano utili sia in termini di denaro sia in termini di voti. Anche il clamore e lo starnazzamento sulla ‘problema sicurezza’ sembra architettato appositamente per perseguire i propri fini criminali.

    Un edificio a pochi chilometri da Mantova. Costato oltre due milioni e mezzo di euro. Quasi ultimato e poi abbandonato. Adesso è un rifugio per animali e vagabondi. 

     

    Le carceri sono sovraffollate per far sì che si costruiscano nuove ‘prigioni –discariche’ dove sversare migliaia di cittadini, delle categorie meno protette, che vengono messi in carcere in virtù di leggi fatte ad hoc per riempire le carceri. Per di più categorie come quella dei malati mentali vengono anch’esse ‘sversate’ nelle carceri grazie anche alle leggi fortemente volute dai teorici  dell’antipsichiatria, come Basaglia,  che, se da un lato hanno chiuso i molti manicomi che erano di fatto dei lager, dall’altra se ne sono completamente lavati le mani lasciando cha i malati di mente, che compiono dei delitti contro la persona o contro il patrimonio, vengano messi in prigione senza nessun ausilio psichiatrico.

    Tutto questo perché questi ‘psichiatri’ credono dogmaticamente  che la malattia mentale non esista, e che quindi i malati di mente non sono altro che degli individui che scelgono liberamente un ‘modo di essere’.

    Per Ludwig Binswanger, ‘padre’ di Basaglia,  la malattia mentale «è uno dei modi di porsi dell’essere umano, una modalità del suo Essere-nel-mondo, una peculiare disposizione soggettiva”»… siamo al delirio.

     

    Elenchiamo i dati sulla popolazione delle carceri del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria:
    dati 2010 – 67.593 i detenuti presenti contro i 44.000 consentiti;
    dati 2009 – il 52,2% è in attesa di giudizio, di cui il 40% viene assolta;

     

    dati 2009 – il 36% sono stranieri, molti dei quali dentro per reati legati alla normativa sulle droghe o alla clandestinità;
    dati 2009 – 26,8% è tossicodipendente;
    Inoltre 36 detenuti su 100 soffrono forme di disagio psichico;
    1 detenuto su 2 è sottoposto occasionalmente a trattamento con psicofarmaci;
    la maggior parte dei reati sono quelli contro il patrimonio, poi per droga;
    il profilo medio di un detenuto: celibi/nubili in possesso di un basso grado di istruzione, la maggior parte con licenza di scuola media inferiore, e una percentuale bassissima di detenuti in possesso di una laurea;
    il tasso di recidiva di chi ha usufruito delle pene alternative alla detenzione è del 5%, mentre chi ha scontato tutta la pena in carcere ha una recidiva del 66%;
    dati 2010 -173 decessi di cui 66 per suicidio vale a dire il 27%

     

    Senza calcolare le sovrastrutture da costruire e/o da ristrutturare, il costo giornaliero per detenuto euro è di 120,00;  pari a Euro 43.000, 000 annui; moltiplicato per i 70.000 detenuti oggi rinchiusi nelle carceri fa 30.660.000.000, trenta miliardi seicento sessanta milioni.

    Tutti questi dati confermano tutto ciò che abbiamo affermato sul sistema carcerario italiano e le connivenze tra politici, imprenditoria e malaffare. Se si eliminano le leggi che fanno sì che le carceri siano sovraffollate, il problema carcerario non esisterebbe e neppure e il denaro risparmiato servirebbe per la cura dei malati di mente.

    Se malati mentali e tossicodipendenti, i quali divengono piccoli spacciatori unicamente per potersi comprare la droga, venissero seguiti da psichiatri ed esperti assistenti sociali, le carceri si svuoterebbero dell’70%. Se ai detenuti in attesa di giudizio, che tra l’altro al 40% vanno assolti,  non pericolosi, venissero dati gli arresti domiciliari la popolazione carceraria diminuirebbe di un altro 20%. Vale a dire che i costi si abbasserebbero a circa 35/50 milioni di euro.

    Non dimentichiamo poi che chi ha problemi di droga ha, sempre, un problema psichiatrico evidente che tiene a bada con gli stupefacenti. Inoltre la indubbia connessione tra crimine e malattia mentale non viene neppure presa in considerazione. Come non vengono prese in considerazione le cause sociali che portano alla criminalità.

     

    Secondo queste considerazioni e queste percentuali rimarrebbero in carcere cica il 10% dei detenuti. E allora perché questo assurdo stato delle cose ? Perché, partendo da questi dati, non si affronta seriamente e onestamente il problema sicurezza e il problema carcerario?

    Semplice non conviene al “sistema carceri”. Conviene invece la legge Fini- Giovanardi che fa mettere in carcere persino il consumatore di droga. Conviene la legge Cirielli che, con l’articolo 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale, che prevede l’aumento della pena per la recidiva, riempie le carceri. Un venditore abusivo di Cd taroccati, condannato 6 volte per lo stesso reato, sta scontando 12 anni di carcere … dodici anni sol per aver venduto Cd.

    Al “sistema carceri” conviene la legge sul “delitto di clandestinità” che riempie le carceri. Ora c’è da chiedersi a chi convengono tutte queste leggi che riempiono da sole circa il 65% della capienza carceraria.

    Carcere in costruzione:  Uta, Provincia di Cagliari

    Naturalmente il “sistema carceri” non è stato fermato dall’attuale Governo dei tecnici illuminati.

    Leggete questo documento che abbiamo scovato nel sito Polizia Penitenziaria http://www.poliziapenitenziaria.it/public/post/blog/costruzione-nuove-carceri-torna-il-project-financing-il-governo-lo-prevede-nelle-nuove-liberaliz-1256.asp

    Costruzione nuove carceri: torna il “project financing”, il Governo lo prevede nelle nuove liberalizzazioni

     

    Nel Consiglio dei Ministri del 20 gennaio 2012 il Governo ha presentato il decreto delle cosiddette liberalizzazioni.

    Il testo prevede la reintroduzione dello strumento del “Project financing” per la costruzione di nuove carceri.

    Ecco il testo dell’Articolo 43 del Decreto “Liberalizzazioni”.

     

    DECRETO-LEGGE 24 gennaio 2012, n. 1

    Disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture

    e la competitività. (12G0009)

    (GU n. 19 del 24-1-2012 – Suppl. Ordinario n. 18)

     

    Art. 43

    Project financing per la realizzazione di infrastrutture carcerarie

    1. Al fine di realizzare gli interventi necessari a fronteggiare la grave situazione di emergenza conseguente all’eccessivo affollamento delle carceri, si ricorre in via prioritaria e fermo restando quanto previsto in materia di permuta, previa analisi di convenienza economica e verifica di assenza di effetti negativi sulla finanza pubblica con riferimento alla copertura finanziaria del corrispettivo di cui al comma 2, alle procedure in materia di finanza di progetto, previste dall’articolo 153 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 e successive modificazioni. Con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti e dell’economia e delle finanze, sono disciplinati condizioni, modalità e limiti di attuazione di quanto previsto dal periodo precedente, in coerenza con le specificità, anche ordinamentali, del settore carcerario.

     

    2. Al fine di assicurare il perseguimento dell’equilibrio economico-finanziario dell’investimento al concessionario è riconosciuta, a titolo di prezzo, una tariffa per la gestione dell’infrastruttura e dei servizi connessi, a esclusione della custodia, le cui modalità sono definite al momento dell’approvazione del progetto e da corrispondersi successivamente alla messa in esercizio dell’infrastruttura realizzata ai sensi del comma 1. E’ a esclusivo rischio del concessionario l’alea economico-finanziaria della costruzione e della gestione dell’opera. La concessione ha durata non superiore a venti anni.

     

    3. Se il concessionario non è una società integralmente partecipata dal Ministero dell’Economia, il concessionario prevede che le fondazioni di origine bancaria ovvero altri enti pubblici o con fini non lucrativa contribuiscono alla realizzazione delle infrastrutture di cui al comma 1, con il finanziamento di almeno il venti per cento del costo di investimento.

    Come vedete decreti e leggi continuano ad andare in una sola direzione. E i cittadini a chiedersi il perché. Eppure è semplice, queste leggi convengono ai ‘furbetti del quartierino’ che non hanno nessun problema etico a speculare sul dolore di donne e uomini costretti a vivere in condizioni disumane come si può vedere in questi video. I ‘furbetti del quartierino’ stanno, ora, adesso, costruendo carceri d’oro in tutta Italia mentre quelle già costruite e pronte per essere utilizzate vengono lasciate a marcire.

     

    E sono sempre gli stessi, non cambiano nemmeno più nome. E così negli appalti milionari delle carceri in Sardegna ecco il nome dell’Anemone Costruzioni e soci, che si erano già spartiti, con la benedizione degli ex i comandanti della Protezione civile  –  quell’istituzione che ci dovrebbe proteggere dagli insulti della natura ma non da gli insulti della  Furbetti & Company –  gran parte della torta dei lavori del G8, 327 milioni  di euro.

     

    Stiamo vivendo veramente in un paese assurdo e sembra che finché questa stonatura sociale non ci distruggerà completamente, gli Italiani complici o collaborazionisti con questo stato di cose non muoveranno un pelo per fermare quest’onda maleodorante di inciviltà e corruzione.

    Ma, in fondo, noi resistenti, non è che vogliamo la luna. Vogliamo ‘solo’ essere governati da gente onesta e per bene. Non vogliamo leader carismatici che, come tanti pifferai magici, ci conducano nelle fogne. La maggior parte delle persone confonde il ‘leader carismatico’ delle democrazie occidentali con il ‘principe illuminato’ rinascimentale di cui ci parlava (spesso a vanvera) Macchiavelli. La differenza è che il principe illuminato aveva già il potere e lo usava in modo, appunto illuminato, facendo sì che i cittadini, che abitavano i suoi territori, vivessero nel migliore dei modi, creando un equilibrio tra le varie classi sociali.

    Il leader carismatico occidentale, invece, trae il suo potere dal popolo che inganna creando una realtà mediatica che non corrisponde mai alla realtà vera dei fatti. È il leader dai sorrisi ebefrenici stampati sul viso anche mentre riceve insulti, è colui che mente anche davanti all’evidenza, è colui che per tenere il potere corrompe. Il leader carismatico da Hitler dei nazisti a Peron dei descamisados, da Mussolini dei fascisti al Cavaliere dei berluscones, è colui che dà privilegi a cascata ai collaborazionisti del suo potere politico e toglie i diritti alle brave e oneste persone.

     

    Aver un “privilegio” significa non dover sottostare alle stesse leggi e agli stessi doveri civili degli altri cittadini. Il leader carismatico, da una parte esonera dalle leggi – che proteggono i cittadini dalle ingiustizie sociali –  se stesso e coloro che gli sono sodali, dall’altra impone leggi discriminanti e antisociali.

    Tutto questo crea una rete incontrastata di corruzione, che, a cascata, va a raggiungere tutti gli strati della popolazione.  Perché, logicamente, se ruba il leader carismatico, significa che si può rubare, e si può non pagare le tasse come si fece con il decreto numero 40, approvato dal governo il 25 marzo 2010 e convertito in legge il 22 maggio 2010, con il quale, i governo precedente, permetteva ad una contribuente, tale Marina Berlusconi, presidente della Mondatori SPA, di saldare, con soli 8,6 milioni di euro, un contenzioso fiscale di circa 350 milioni di euro.

     

    E il cerchio si chiude.

     

     

    Le carceri costruite e non utilizzati in Italia

     

    (fonte http://pellisintetiche.blog.tiscali.it/2012/01/04/carceri-fantasma/)

     

    Istituti nuovi, arredati, completamente attrezzati e mai utilizzati. Celle vuote in tutta Italia, da nord a sud, mentre gli istituti in funzione scoppiano di detenuti, costretti a vivere in condizioni disumane. L’VIII rapporto nazionale sulle condizioni delle carceri italiane realizzato dall’osservatorio dell’associazione Antigone ha contato ben 38 carceri fantasma in tutta Italia, ossia istituti penitenziari che, negli ultimi venti anni e più, sono stati costruiti, a volte anche arredati e vigilati ma che rimangono inutilizzati, sottoutilizzati o in totale stato d’abbandono.

     

    Solo alcuni esempi dal lungo elenco. Il carcere di Irsina (Matera) è costato 3,5 miliardi di lire negli anni Ottanta ma è stato in funzione soltanto un anno e oggi è un deposito del Comune. Il carcere di San Valentino (Pescara) è stato costruito da quasi vent’anni e non vi ha mai messo piede un detenuto: ora è in stato di abbandono. A Bovino (Foggia) c’è una struttura da 120 posti pronta, ma non è mai stata aperta. Sempre a Foggia, ad Accadia, un penitenziario è stato ultimato nel 1993 ma non è mai stato utilizzato. Il penitenziario di Codigoro (Ferrara) nel 2001, dopo lunghi lavori, sembrava pronto all’uso ma oggi è ancora chiuso. A Revere (Mantova), dopo vent’anni dall’inizio dei lavori di costruzione, il carcere con capienza di 90 detenuti è ancora incompleto. I lavori sono fermi dal 2000 e i locali, costati più di 2,5 milioni di euro, sono già stati saccheggiati. Ad Agrigento nella sezione femminile ci sono sei detenute per cento posti. L’istituto penitenziario di Castelnuovo della Daunia (Foggia) è arredato da 15 anni e non è mai stato inaugurato. Nel carcere di Monopoli (Bari) non ci sono mai stati i detenuti, ma sono stati sfrattati degli occupanti abusivi che vivevano nelle celle in abbandono da 30 anni. L’elenco potrebbe continuare.

    30 novembre 2012

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