E un libro di pagine bianche.
Sarebbe stato bello illuminare insieme 
 zone inesplicabili delle nostre anime.
 Ora so che hai solo squilibrato
porzioni di ombre che avevo assopito.
 Ti ricorderò ancora un po’,
 somigliante a un fiume sotterraneo
 che insonne ha paura del mare.
Ho pieghe d’argento
 che non baratto per caselle
 di seduzioni che non mi comprendono.
 Mi riprendo negli occhi
 la luce di sole nell’azzurro
 che si è appena svuotato
 di neve.
 E il sogno vestito di sogno,
 uno stormo di rondini
 che portava le voci 
 dei boschi alti,
 a infrangere per me sola
 il silenzio severo di una camerata.
–
 Ti lascio di mio un libro di pagine bianche.
 Un attimo ancora


