• Loretta Emiri : “ho visto un ve-scovo … e povero anche il sacrista” (1)

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    Indios yanomami-Foto Loretta Emiri

    Emerito e cretino *

    Loretta Emiri **

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    In Italia, la parola emerito evocava un vescovo ritenuto progressista e illuminato, molto adulato dai mezzi di comunicazione.  L’accesso alla missione tra gli yanomami era negato ai brasiliani che, nelle più svariate vesti, ne facessero richiesta; ospiti graditi erano invece individui definiti benefattori, di nazionalità prevalentemente italiana. I turisti frastornavano la routine degli indios, e rendevano più pesanti di quanto già non fossero i ritmi di lavoro delle persone che nella missione operavano. Il vescovo emerito meritò di conoscere gli yanomami. A riceverlo c’era il villaggio al completo e anche Fiammetta, incuriosita dalla fama che lo aveva preceduto.

    Quello che gli vide fare, la lasciò di stucco: insieme al prete anziano che curava i collegamenti con la città, il cretino prese a lanciare caramelle, scatenando un parapiglia tra gli indios che correvano e si scontravano per accaparrarsele. I due si divertirono un sacco; mentre Fiammetta, sottovoce, indirizzava  loro tutti gli epiteti che le erano suggeriti dalla penosa situazione.

    Alla vigilia della partenza, il vescovo rimase intrappolato nel cesso, non riuscendo più ad aprirne la porta. La notizia si sparse in un battibaleno e il villaggio accorse al completo. Le pareti del cubicolo erano di legno, per cui l’uomo ascoltò grasse risate degli indios e intuì d’esserne la causa. Fortunatamente non capì cosa, nella loro lingua, dicevano; altrimenti, nessuna ragione al mondo lo avrebbe stanato dal cacatoio. Quando riuscirono a tirarlo fuori, passò a testa bassa tra due file di persone che sembravano non essersi mai divertite tanto in vita loro. Il ruolo della scimmia, stavolta, era toccato al cretino emerito; ragion per cui, per molti giorni, l’espressione sul volto di Fiammetta fu di gaudio.

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    Coretta

    A distanza di qualche mese ricevettero la visita di un vescovo canadese radicato in Brasile. Bello dentro e fuori, semplice, cordiale. Dopo cena, Fiammetta stava accingendosi a riorganizzare la cucina comunitaria quando se lo ritrovò accanto. Non ci fu verso di dissuaderlo: l’aiutò a lavare i piatti e lo fece dopo tutti i pasti consumati insieme durante la sua visita.  L’esecuzione, fianco a fianco, di un’attività così modesta mise entrambi in condizione di parlarsi con semplicità, immediatezza, fino a percepire quanto vicini fossero i loro spiriti. Qualche anno dopo Fiammetta si fece un regalo. Tornando da un viaggio al sud del Brasile, deviò il percorso per visitare il vescovo di una sperduta e vasta prelazia. Modesta l’abitazione, semplici i gesti e le parole, toccante l’accoglienza dell’amico canadese.

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    * Il brano “Emerito e cretino” è uno dei capitoli dell’inedito Romanzo indigenista.

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    ** Loretta Emiri è nata in Umbria nel 1947. Nel 1977 si è stabilita in Roraima (Brasile) dove ha vissuto per anni con gli indios Yanomami. In seguito, organizzando corsi e incontri per maestri indigeni, ha avuto contatti con varie etnie e i loro leader. Ha pubblicato il Dicionário Yãnomamè-Português, il libro etno-fotografico Yanomami para brasileiro ver, la raccolta poetica Mulher entre três culturas, i volumi di racconti Amazzonia portatile e Amazzone in tempo reale (premio speciale della giuria per la Saggistica, del Premio Franz Kafka Italia 2013), il romanzo breve Quando le amazzoni diventano nonne. È anche autrice degli inediti A passo di tartaruga e Romanzo indigenista, mentre del libro Se si riesce a sopravvivere a questa guerra non si muore più, anch’esso inedito, è la curatrice. Suoi testi appaiono in blogs e riviste on-line, tra cui La macchina sognante, Fili d’aquilone, El ghibli, I giorni e le notti.

    (1)  Versi della canzone “Ho visto un re” di Enzo Jannacci ascolta qui

     

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