• Gli omicidi in Nigeria: guerra religiosa?

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     di Cesare Aiméni

     

     Kaduna – Nuova domenica di sangue per i cristiani nel nord della Nigeria, con 11 morti in un attacco contro una chiesa vicino a Kaduna e altri tre cristiani uccisi in un agguato mentre andavano a messa a Kano. Ancora una volta i sospetti ricadono sul gruppo qaedista Boko Haram, già autore di numerose stragi in queste zone. A Jaji, a 30 chilometri da Kaduna, c’è stato un doppio attacco kamikaze contro la chiesa protestante di Sant’Andrea situata all’interno della locale caserma. Pochi minuti dopo la fine della messa, un primo attentatore si lanciato contro la chiesa alla guida di un bus imbottito di esplosivo. Quando sul posto si era radunata una folla di militari e fedeli, una decina di minuti dopo, un suo complice ha fatto esplodere un’autobomba che ha causato 11 morti e 30 feriti. La maggior parte delle vittime erano membri del coro della chiesa. (…) Nello Stato a maggioranza musulmana di Kaduna ci sono stati diversi attacchi contro le chiese attribuiti al gruppo fondamentalista islamico. (…) Alla periferia di Kano due uomini in moto hanno sparato a un’auto con a bordo una coppia di cristiani con il figlio, diretti in chiesa per la messa. La donna e il bambino sono morti sul colpo mentre l’uomo e’ deceduto in ospedale.

    (AGI) 25 novembre 2012 –

     

    Questo è uno stralcio AGI che informa in modo neutro dei nuovi assassinii che si stanno compiendo in Nigeria del Nord dove esponenti dell’integralismo islamico hanno infatti posto un ultimatum con il quale ingiungono a tutti i cristiani residenti nel nord di abbandonare tutto e andare via.

     

    Come nel caso degli omicidi degli egiziani Copti anche questa tragedia umana non è certo da attribuire ad un movente religioso. Vi sono ragioni profonde da ricercare nella tragica storia della Nigeria che sono la causa di ciò che accade oggi in quelle zone.

     

    Le cause sono da ricercare, come sempre, nell’odio interetnico che si nutre del non riconoscimento dell’altro da sé come eguale, e viene legittimato da ragioni opportunistiche di potere da parte delle caste predominati all’interno delle stesse etnie. E queste differenze sono state moltiplicate a dismisura dai colonialisti durante quella che venne chiamata  dai colonizzatori “civilizzazione cristiana”. Vedi il caso del genocidio in Ruanda, uno dei più sanguinosi episodi della storia del XX secolo. Dal 6 aprile alla metà di luglio del 1994, per circa 100 giorni, vennero massacrate sistematicamente (a colpi di armi da fuoco, machete pangas e bastoni chiodati) tra 800.000 e 1.000.000 persone.

    Le vittime furono prevalentemente Tutsi. L’idea di una differenza di tipo razziale fra gli Hutu e i Tutsi è legata al primo colonialismo belga in Africa. I coloni belgi si basarono semplicemente  sulla ricchezza, definendo Hutu coloro che avevano più di dieci buoi e Tutsi coloro che ne avevano meno di dieci. Crearono così una etnia dominante cristianizzata che servì loro da classe media che sfruttava per sé e per i Belgi l’etnia Tutsi un tempo ricca ed egemone.

     

     

    E non è a caso se parlo non di odio religioso ma di odio tra minoranze e maggioranze etniche, sociali, politiche. Non è a caso perché le religioni sono solo manifestazioni di queste minoranze o maggioranze. Le religioni sono sempre funzionali ai gruppi egemoni o alle oligarchie di determinate etnie, gruppi politici, gruppi imprenditoriali che se ne servono per il controllo sociale.

    Quindi dire che c’è un problema religioso è affermare il falso. Dire che in Irlanda l’odio che ha lacerato l’isola era religioso è affermare il falso. Dire che in Irlanda il problema era tra cattolici e protestanti è affermare il falso. Il problema era tra individui sfruttati e individui che li sfruttavano. Solo per fatti storici in Irlanda i cattolici erano i dominati e i protestanti erano i dominatori. E l’odio quindi era tra chi non voleva essere sfruttato e considerato un cittadino di serie B e coloro, quelli di serie A, che volevano mantenere lo status quo, vale a dire continuare a trattare come schiavi coloro che si identificavano con la Chiesa di Roma.

     

    Ma il problema dell’odio tra ‘diversi’ è molto più profondo e nasce dalla percezione delirante verso l’altro da sé, presente, in diverso grado patologico, in una grande quantità di individui. La percezione delirante, che depaupera il diverso da sé, purtroppo, viene legittimata e utilizzata da gruppi criminali i quali, servendosi delle connivenze religiose, instaurano, chi lo sfruttamento di una diversità più debole, e chi, servendosi del rancore, della miseria, della sete di rivincita e di vendetta di coloro che vengono umiliati e sfruttati dai più forti, lacerano tragicamente le società dove l’ingiustizia sociale ha superato l’argine della sopportazione umana.

     

    Ed è chiaro che vi sia una percezione delirante che depaupera l’altro da sé facendolo divenire figlio di un dio minore: «… Intendiamo proseguire con la massima determinazione l’azione per difendere la libertà religiosa di tutte le fedi, e in particolare delle comunità cristiane, in tutte le parti del mondo». Dichiarazione del Presidente del Consiglio italiano dopo la strage di Alessandria d’Egitto. Ma come “in particolare le comunità cristiane”? Le altre allora sono considerate minori? È chiaro che si. Se non fosse così si sarebbe dato da fare quando i suoi camerati della Lega si opponevano e si oppongono con vigore alla costruzione delle moschee in Italia, o quando Calderoli mostrava le immagini blasfeme, per i mussulmani, sotto la camicia, o quando diceva che sarebbe andato a passeggiare con un maiale al guinzaglio sopra il luogo dove sarebbe nata una moschea.

    È meglio ricordare queste schifezze italiche. Non scordiamoci questi fatti che umiliano e riempiono di rabbia coloro che già sono sfruttati come schiavi nella nostra bella Italia e che prima o poi porteranno il conto da pagare.

    Anche Ratzinger con il suo discorso di Ratisbona offese i mussulmani dicendo che il dio cristiano era “er mejo fico der Bigonzo”. Li offendono perché dichiarano che i mussulmani sono esseri inferiori, perché hanno un dio inferiore, mentre il loro dio, cattolico, è superiore e quindi essi, gli inferiori devono accettare di essere sfruttati, come i cattolici d’Irlanda lo erano dai protestanti.

    E non è a caso che i mussulmani vengono continuamente offesi dalla Chiesa cattolica.

    Non vorremmo essere una Cassandra inascoltata quando suggeriamo che il Vaticano avrebbe tutto da guadagnare in una ‘cosiddetta guerra di religioni’ contro i mussulmani. Le ragioni sono molteplici. Alcune materiali come la ricchezza del sottosuolo che fa gola a coloro che ancora si riconoscono e sono sodali con i comandanti delle legioni vaticane. Altre di ordine ‘metafisico’: solo qualcosa del genere può arrestare il dissanguamento della Chiesa di Roma che viene abbandonata ogni giorno dai suoi fedeli.

    È bene ricordare che il potere egemone si sposa sempre con divinità che portano fortuna e che gli fanno vincere le battaglie. È stato vero Scipione l’Africano il quale, dopo aver vinto Cartagine, dedicò alle sue divinità protettrici, Mens e Venere Ericina,  innumerevoli templi in tutte le coste del Meditteraneo; è stato vero con Costantino che dopo la battaglia di ponte Milvio si unì a questo dio che lo aveva aiutato a sconfiggere i propri antagonisti al potere imperiale.

    Quindi quando la Chiesa Cattolica non riuscirà più a far vincere i nuovi imperatori occidentali essi si alleeranno con qualche altra divinità anche se questa puzzerà un po’ di petrolio.

    È per questo che la Chiesa vuole il conflitto con i mussulmani, perché è l’unica religione numericamente emergente. Ed è per questo che c’è tutta questa rabbia contro chi si identifica con le chiese cristiane È tempo di capire.

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