• Malarazza

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    malarazza

    di Salvo Cotroneo

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    «Ti lamenti.. ma che ti lamenti?

    Pigghia lu bastuni e tira fora li denti
    Nu servu tempu fa rintra na piazza
    prigavu a Cristu ‘n cruci e ci ricia:
    Cristu lu me padruni mi strapazza
    mi tratta comu ‘n cani pi la via
    si pigghia tuttu culla so manazza
    mancu la vita mia rice ch’ ‘mia?
    distruggila Ges’ sta malarazza
    distruggila Ges’ fallu pi mia
    si’ fallu pi mia!


    Ti lamenti.. ma che ti lamenti?
    Pigghia lu bastuni e tira fora li denti


    E Cristu gli arrispunni dalla cruci:
    forse si so spezzati li to vrazza?
    cu voli la giustizia si la fazza
    nisciuni ormai chi’ la far’ pi tia’


    si tu si n’omo e nun si testa pazza
    ascolta bene sta sintenzia mia
    ca io inchiudatu ‘n cruci nun saria
    s’avissi fattu ciò ca ricu a tia’
    ca io inchiudato ‘n cruci nun saria!


    Ti lamenti.. ma che ti lamenti?
    Pigghia lu bastuni e tira fora li denti


    Si na stu munno c’è la malarazza
    cu voli la giustizia si la fazza!


    Ti lamenti.. ma che ti lamenti?
    Pigghia lu bastuni e tira fora li denti »

     

    «Ti lamenti … ma che ti lamenti? /Pigghia lu bastuni e tira fora li denti» … ascoltavo la canzone che Domenico Modugno aveva trovato nelle antiche pieghe della ribellione siciliana, e il sangue, diventato torbido, sentivo sbattere contro gli angoli della mente. Poco prima il video del televisore era stato affogato dalle immagini dei ministri robot che si lavavano le mani e lasciando milioni di lavoratori nell’angoscia di un domani diventato fosco.

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    Mi chiedevo il perché di tanta leggerezza, di tanta stolidità, di tanta asocialità, di tanta colpevole ignoranza. Mi chiedevo, ma questi, che ormai fatico a classificare come esseri umani, non sapevano che l’indomani dell’annullamento dell’articolo 18 quella malarazza, a cui appartengono la maggior parte degli industriali rappresentati da Confindustria, avrebbe licenziato milioni di dipendenti con contratto indeterminato? Non lo sapevano che gli amministratori aziendali si sarebbero messi la maschera di Marchionne e avrebbero mandato nel baratro della miseria proprio da coloro che avevano sempre fatto il loro dovere senza però rinunciare alla propria identità umana? Che avevano fatto sempre il loro lavoro con professionalità ma che si erano sempre rifiutati di inchinarsi davanti ai padroni? Non lo sapevano?

    Certo i sindacati non lo avevano detto, non è politicamente corretto … perché? Perché tutto ciò è invisibile, o meglio viene reso invisibile dai media, soprattutto dalla televisione, soprattutto da cinque delle sei televisioni ‘nazionali’, soprattutto dalla casta politica, quella che secondo D’Alema non esiste. Così gli affetti violenti, che macerano da decenni nel chiuso di stabilimenti e uffici, da domani, se passa questa legge draconiana, potranno trovare la loro forma adeguata e legittimata dal ‘Governo dei tecnici’.

    L’odio è invisibile finché non si veste da violenza palese, e i segretari dei sindacati Bonanni, Camusso, Angeletti, Cetrella non sanno parlare dell’invisibile … Landini lo avrebbe detto, a suo modo ma lo avrebbe detto … ma lui è troppo passionale e non lo fanno entrare nelle stanze dei complici di quella malarazza parassitaria che succhia il sangue ai lavoratori.

    Già li vedo li padruni chiamare quelli che entravano al lavoro con la schiena dritta di chi ha un’identità umana; li vedo dietro la scrivania con accanto i kapò e la guardia aziendale, (non si sa mai), e dire «Credevi di essere un essere umano come me? Bene, e io ti licenzio così ti rendi conto che sei nato servo e servo devi rimanere; così la capisci una volta per tutte che io sono nato padrone e che tu davanti a me devi abbassare lo sguardo e la schiena».

    «Cristu lu me padruni mi strapazza /mi tratta comu ?n cani pi la via /si pigghia tuttu culla so manazza /mancu la vita mia rice ch’mia?» E il sangue sbatte nella carotide : “il padrone mi strapazza, si prende tutto con le sue manacce … nemmeno la vita mia dice che è mia” … già.

    Quante volte li padruni che ho incontrato, si sono presi quasi tutto con le loro manacce; quante volte hanno tentato di strapazzarmi la mente, quante volte mi hanno chiesto ‘invisibilmente’ di rinunciare ad essere ciò che ero perché, secondo ‘sta malarazza, venivo pagato anche per rinunciare alla mia dignità umana. Secondo loro sulla busta paga c’era sempre una postilla piccolissima che diceva sempre “sei un servo di proprietà de lu padrune”. A volte bastava la logica utilitaristica che consigliava il padrone di non licenziarmi perché “c’aveva la sua convenienza”, perché gli facevo guadagnare un sacco di soldi. Pur odiandomi obtorto collo non mi licenziava per un mero calcolo aritmetico. Altre volte non bastava neppure quello.

    A volte non bastava neppure quello. Ci sono stati un paio di imbecilli, che hanno dovuto chiudere l’azienda perché ‘dovevano’ mandarmi via ‘per forza’. La pulsione d’odio inconscia era più forte persino della ragione utilitaristica: anche se ero bravissimo professionalmente ed ero indispensabile per l’azienda, ero insopportabile per la mia identità umana, per la mia schiena dritta, perché li trattavo da pari a pari, perché non li percepivo come esseri superiori solo perché essi facevano gli amministratori, i direttori ecc.. Entrati in un ruolo di comando era come se si mettessero una divisa che dava loro il potere di violentare la dignità altrui.

     

     

    Quando queste pseudo certezze svanivano davanti a due occhi parlanti che dicevano del loro delirio, impazzivano e come tutti i pazzi perdevano il rapporto anche con la realtà materiale e pur di non vedermi più mi licenziavano … e fallivano. Come sta fallendo l’industria italiana.

    Però altre volte, soprattutto in questi ultimi anni, l’art. 18 mi ha difeso da questa malarazza, domani però … sarà inutile lamentarsi non ci sarà nessun cristo in croce e nessun sindacalista da pregare per poter continuare a lavorare pagati in modo equo …e allora « … ma che ti lamenti? /Pigghia lu bastuni e tira fora li denti».

    Da domani gli industriali cominceranno a licenziare tutti i lavoratori a tempo indeterminato e a sostituirli con lavoratori a tempo determinato ovvero lavoratori interinali, ecc. Anzi faranno di più: chiederanno a molti dipendenti di licenziarsi con la promessa che solo loro poi riavranno un lavoro … un lavoro malsicuro, malpagato, ma sempre meglio di niente. Sempre meglio che nuddu ‘mmiscatu ccu nenti.

    Meglio servi che niente visto che se non daranno volontariamente le dimissioni saranno licenziati comunque senza possibilità di essere reintegrati. E i lavoratori dovranno scegliere il male minore, e andranno a lavorare sentendosi addosso la rabbia alla quale subentrerà la depressione per non essere stati capaci di ribellarsi quando ancora lo potevano fare, quando ancora avevano un potere contrattuale che i sindacati confederati hanno svenduto alla Confindustria per quattro sporchi denari. Invece di ‘spogliazione dei diritti’, Concertazione la chiamavano … minchia!

    Così i lavoratori diverranno sempre più depressi e cominceranno ad aumentare i suicidi che già ci sono, saranno depressi perché, annichiliti dalla violenza invisibile de‘sta malarazza, avranno accettato di rinunciare anche alla propria identità umana.

     

     

    La malarazza in combutta con al finanza globalizzata, che sta raschiando il barile creando e ricreando scientemente debito pubblico, dopo aver dissanguato il paese, distrutto il tessuto sociale e devastato l’identità umana di milioni di persone, se ne andrà in altri luoghi per continuare la sua missione parassitaria.

    Intanto i lavoratori rimarranno a produrre costeggiando giorno dopo giorno il ciglio del precipizio disoccupazione; vedendo i colleghi sparire uno dopo l’altro nel vuoto, continueranno ad avanzare cantilenando un mesto «io speriamo che me la cavo»…

    Ci stanno facendo lo stesso lavoretto che i nazisti fecero agli ebrei: non li presero tutti insieme, ma un po’ alla volta, impedendo loro anche una ribellione collettiva che ci sarebbe stata se le intenzioni degli assassini fossero state palesi. Infatti, lo scrisse nel suo diario Anna Frank e Bassani ne Il giardino dei Finzi Contini, tutti fino all’ultimo, pur vedendo sparire anche alcuni membri della propria famiglia, pensavano, «ma forse io me la cavo».  Non se la sono cavata.

    Ve lo ricordate il famoso aforisma di Bertolt Brecht «Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c’era rimasto nessuno a protestare.»

    Già prima o poi verranno a prendere anche te. Allora finché siamo in tanti ed abbiamo ancora la forza fisica e mentale «… Pigghia lu bastuni e tira fora li denti»

    8 settembre 2012

     

     

    “Lamento di un servo ad un Santo crocifisso” di Lionardo Vigo (1857) è il testo da cui Domenico Modugno ha ricavato “Malarazza” (1976)

     

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