• … si fa sera … poesie … Pablo Neruda

      0 commenti

    Postato da Licia

     

    T’ho costruito cantando     

     

    Io ti ho creato, ti ho inventata in Italia.

    Ero solo.

    Il mare tra le fenditure

    spargeva violento

    la sua spuma seminale

    Così si preparava

    la scabra primavera.

    I semi addormentati schiudevano

    i capezzoli bagnati,

    segreta sete e sangue

    ferivano la mia testa.

    Io di mare e di terra

    ti costruii cantando.

    M’era necessaria la tua bocca, l’arco puro

    del tuo piccolo piede, la tua chioma

    di cereale tostato.

    Io ti chiamai e venisti nella notte,

    e alla luce semiaperta dell’aurora

    trovai che tu esistevi

    e che da me come dal mare la spuma

    tu sei nata, piccola dea mia.

    Dapprima fosti un seme coricato

    che aspettava

    sotto la terra scura

    la crescita della primavera,

    ed io che allora dormivo

    sentii che mi toccavi

    sotto la terra,

    perché stavi per nascere e io ti avevo

    seminato

    nella mia esistenza. Poi il tempo

    e l’oblio vennero

    e io dimenticai che tu stavi con me

    crescendo solitaria

    dentro di me, e d’improvviso

    trovai che la tua bocca

    era uscita dalla terra

    come un fiore gigante.

    Eri tu che esistevi

    Io ti avevo creato.

    Il mio cuore allora

    tremò riconoscendoti

    e volle respingerti.

    Ma non potemmo.

    La terra era piena

    di grappoli sacri.

    Mare e terra nella tue mani

    esplodevano

    con i doni maturi.

    E così la tua dolcezza si sparse

    nel mio respiro e nei miei sensi

    perché da me fosti creata

    per aiutarmi

    a vivere l’allegria.

    E così, la terra,

    il fiore e il frutto, fosti,

    così dal mare venivi

    immersa aspettando

    e ti stendesti vicino a me nel sogno

    da cui non ci svegliamo

     

    (da: Le uve e il vento)

    Scrivi un commento