Il nuovo mare
La mancanza di te è giunta improvvisa.
Era un giorno d’estate.
Era caldo, la folla inquieta;
ancora nello sguardo il sogno della notte:
una figura di donna, triangolare, dorata.
E non poteva che essere quel giorno.
Lei era già presente, l’avevo sentita arrivare,
non l’ho riconosciuta.
Non poteva che essere quel giorno,
quel giorno in cui una maledetta sensibilità femminea
aveva messo a nudo, di nuovo, i miei nervi.
Tu giravi tra i sorrisi, ti sei avvicinata
e la mancanza si è messa tra di noi,
non te ne sei accorta, ma …
lei stava in mezzo a noi, palpabile come cosa viva.
No, non aveva immagine, la mancanza non ha immagini.
Lei era un pugno nello stomaco,
era il tuo sguardo, era quello che non c’era più.
Non ti ho parlato di lei per molti giorni
anche se la mancanza si insinuava nelle tue parole,
le tue parole che non erano per me,
erano una parodia, un canto senza senso né scopo.
La colpa? Nessuno ha colpa, nessuno.
È successo, stavamo così vicini.
Mangiavamo dalle mani dell’altro.
Non ci siamo accorti, e ci stavamo perdendo.
Una notte, in sogno, labbra mute di donna amata,
hanno detto: “ti amo”, e, al mattino,
il mare era lì, di nuovo … infinito.
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Giugno 2001
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Ceira Winchcombe
31 Agosto 2012 @ 07:38
Bellissima poesia … grazie
Fabio
13 Ottobre 2012 @ 21:54
Bellissima…
Dalla redazione
14 Ottobre 2012 @ 09:25
Grazie
GCZ