• … si fa sera … poesie … Maurizio Maturi

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    Ho percorso penisole

    dopo la guerra

    e camminato colle vesti bianche.

    No, certo non ho vinto,

    ma son vivo,

    e cerco la vita di coloro

    che con me hanno viaggiato

    e combattuto.

    Occhi che volano nel pulviscolo

    e svaniscono nei colori,

    e pallidi  volti,

    guardano la dura pietra

    di una famiglia.

    Sorridevo loro,

    mentre sui fianchi

    le ferite sanguinavano

    e piangevano i piedi laceri.

    Non ho vinto,

    ma non ho cercato la vittoria.

    Il fiume, lento,

    accarezza il ventre

    e l’odore della figlia,

    adolescente ragazzina,

    profuma le mie spalle,

    quando il volto di donna s’accende,

    prima della luce del mattino.

    Non ho capito,

    e questa è sorte.

    La mente sveglia

    nella nebbia

    conduce il giorno seguente,

    alla meraviglia di conoscere.

     

     

    II

     

    Lì nella pianura,

    ritrovati gli amici giovani,

    gli amori di sguardi lontani,

    di sorrisi nell’ombra,

    abbandono il corpo

    accanto alla fonte,

    e le fresche acque

    bagnano le labbra.

    Poi lungo il fiume

    Scendo con gli occhi socchiusi.

    Di colpo lo sguardo azzurro

    ha mostrato

    nel campo di papaveri

    la rosa bianca dai sei petali.

    “Toccala e sfogliala

    per la tua libertà”. Dicevi.

     

    Ora sento il coraggio              

    negli occhi di coloro

    che mi siedono accanto,

    il dolore degli affetti perduti,

    per aver colto i sapori

    della bellezza ignota.

    Soffia su me la fortuna dell’incontro

    ed il sale della solitudine

    e del sonno.

    Ora cerco la casa diroccata

    nel paese antico.

     

    Roma, 17 gennaio 1995

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