• Bergoglio supera il cancello di Auschwitz ma non quelli dei campi di sterminio dei desaparecidos

      2 commenti

    21436

    garage

    Di Giulia De Baudi

     –

    Si parla del “silenzio di Dio” dimenticando il silenzio criminale di quella Chiesa che ora lo invoca

     «Sono andato ad Auschwitz per ricordare il dolore di tanti anni fa. Quanto dolore. Quanta crudeltà. É possibile che noi gli uomini creati a somiglianza di Dio siamo in grado di fare queste cose? – Si è chiesto Francisco durante la notte polacca dalla finestra dell’Arcivescovado locale di fronte a migliaia di fedeli. – Devo dire la verità: la crudeltà non è finita ad Auschwitz, a Birkenau. Anche oggi si torturano le persone, molti prigionieri vengono torturati per farli parlare. Terribile. Oggi ci sono uomini e donne in carceri sovraffollate che vivono come animali. Oggi continua questa crudeltà», si è lamentato il Pontefice. Pagina 12 – 30 luglio 2016 (leggi qui)

     –

    «Nessun  scandalo, senza dubbio, superò quello della complicità della Chiesa con la dittatura militare: a differenza di quanto accadde in Cile e in Brasile, in Argentina la sua gerarchia fu complice della repressione, mettendo a tacere persino la scomparsa dei suoi vescovi ribelli. Ancor oggi, Bergoglio non ha affrontato il ricordo della sua condotta di quegli anni.» El Pais/ Internacional – 20 luglio 2016 (leggi qui)

     

    Due articoli, uno de El Pais e uno di Pagina12, scritti a soli dieci giorni di distanza, disegnano due immagini completamente opposte di un uomo pubblico. Da un lato c’è un certo George Mario Bergoglio gerarca della chiesa argentina che mette a tacere le notizie sulla tortura, sull’assassinio e sulla sparizione di trentamila giovani argentini. Dall’altro lato un certo Papa Francisco che parla di “tortura”, di “crudeltà”, di “dolore”, che oggi come allora vengono vissuti da “persone” e da “prigionieri”. Piccola nota: non ha mai nominato il popolo ebraico. Eppure qualcuno di loro, se non ricordo male, di lì c’è passato.

     

    Non si è dimenticato del prete polacco, ora santo, Maximiliano Kolbe. Un nome in mezzo a più di un milioni di morti. Lui ha un nome, e viene ricordato con enfasi, gli ebrei no. Teniamone conto.

     

    Non si è dimenticato nemmeno di formulare la solita domanda retorica che a me, atea, non solo mi sembra ridicola ma offensiva: «Dove sta Dio, se nel mondo esiste il male, se ci sono persone che hanno fame o sete, che non hanno una casa, che fuggono, che cercano un rifugio?»

    Poi, come Marzullo, si fa una domanda e si dà una risposta:

    «Ci sono domande per le quali non c’è risposta umana. Possiamo guardare solo a Gesù, e chiedere a lui. – et voilà – E la risposta di Gesù è questa: Dio è in loro, Gesù è in loro, soffre in loro, profondamente identificato con ognuno. Lui è così unito a loro, che forma quasi come un solo corpo».

     –

    Ritengo che tutto ciò offensivo sia per la memoria di chi, anche a causa della Chiesa cattolica da sempre al fianco di ogni regime nazifascista, è stato ammazzato come un animale, sia per l’intelligenza di chi, come me, sente queste parole vuote non solo di senso ma anche di significato, sfregiare la realtà umana. Non sono gli esseri umani colpevoli del silenzio. Non sono i papi e gerarchi cattolici colpevoli del silenzio complice. Il colpevole è un Dio che si “assenta” che però “è unito a loro nel dolore” e quindi … un vero delirio che nessuno vede e critica.

    Ma non vorrei spendere altre parole su questi dati per me così evidenti. Mi interessa un altro aspetto di quest’uomo “osannato” da Pagina 12 e criticato da El Pais.

     

    Bergoglio, il papa “venuto da lontano”  ieri è « andato ad Auschwitz per ricordare il dolore di tanti anni fa» percorrendo molti chilometri.

    Durante gli anni della dittatura militare Bergoglio era rettore del Colegio Maximo di San Miguel all’interno del quale aveva stabilito la sua residenza. San Miguel distava, ho controllato su Google Maps, quattro chilometri dall’ESMA il tristemente famoso luogo clandestino di detenzione e tortura da cui passarono circa cinquemila di quei trentamila giovani, torturati e fatti sparire.

    I cancelli dell’ESMA non sono mai stati oltrepassati da quest’uomo che, dopo aver percorso migliaia di chilometri ieri ha sorpassato i cancelli di Auschwitz. Eppure dal luogo in cui egli viveva quasi si sarebbero potuti udire gli urli dei ragazzi torturati a morte. In questo luogo di morte e di tortura, a due passi dalla residenza di Bergoglio, “le sottane del terrorismo di Stato” ovvero i cappellani militari cattolici guidati dal vescovo, nonché provicario militare, Victorio Bonamín, (leggi qui) erano di casa e partecipavano a torture e interrogatori.

     

    Ma Bergoglio, come le tre scimmiette, durante la tirannia economica, ecclesiastica e militare, non udiva, non vedeva, non parlava. Ora, sempre in silenzio, oltrepassa i cancelli di Auschwitz.

     

    Bergoglio non avrà mai il coraggio di oltrepassare i cancelli dell’ESMA o di uno dei cinquecento campi di sterminio disseminati nella provincia di Buenos Aires dove trentamila giovani  furono torturati e assassinati e fatti sparire con la benedizione dei gerarchi Chiesa cattolica argentina di cui Bergoglio, essendo Provinciale dei Gesuiti argentini, faceva parte.

    30 luglio 2016

    Leggi qui il “dossier Bergoglio”

    Scrivi un commento