• Il “partecipazionismo” è nuovo vezzo dei politicanti italiani «Vi chiedo di partecipare, consigliatemi, datemi delle risposte, fatemi capire e bla, bla, bla, bla»-

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    1 imagesdi Jeanne Pucelli

    C’è un nuovo vezzo che serpeggia tra i nostri politicanti in cerca di voti e a corto di idee: il “partecipazionismo”.
    Eravamo abituati a politici che, appena usciti dal bunga bunga e ancora umidi di umori orgiastici, si precipitavano nella prima poltrona libera di un qualsiasi Letterman Show nostrano – meglio quello in cui il conduttore poteva sfoggiare un viso zeppo di nei protuberanti – e lì esibivano fior fior di programmi governativi vergati e firmati col sangue.

    1possibile

    Ora tutto è cambiato. Faccio un esempio: Roberto Giachetti, Pd, famoso per le sue lunghe cure dimagranti, che si è, pare, candidato alla carica di sindaco di Roma, si è, pare, rivolto ai cittadini in cerca d’aiuto. «Vi chiedo di darmi una mano, – ha pregato i romani col capo chino e la veste sdrucita – scrivetemi per darmi consigli e idee per il futuro di Roma». Ho raccolto un paio di proposte in idioma romanesco su face book: «A Robè, stamme a sentì, carcola che io un’idea per er futuro de Roma ce l’avrebbe: nun te candidà. Te lo dico de core».
    L’altra fa così: «io na mano da datte nun ce l’ho, l’urtima se l’è presa er mammoletta c’annava in giro c’a bricicletta».

     

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    Ma Giacchetti non è l’unico che, diciamo così, chiede partecipazione e idee ai suoi sostenitori. Ma provate un po’ a scrivere qualcosa su queste bacheche web messe a disposizione per scrivere consigli o idee per “il buon governo” della cosa pubblica. Vi risponderà il silenzio più assoluto. Ancora non ho capito se rubano facendosele proprie eventuali idee, o se semplicemente hanno preparato un programma che cestina qualsiasi cosa possa assomigliare a un tentativo di partecipazione attiva.
    Questa moda, pare, appartiene soprattutto alla “sinistra del pensiero debole”. Quella sinistra radical chic, senza un callo alle mani, che vede in Bergoglio un visionario capace di vaticinare il futuro.

     

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    Pare, mi dicono, che la moda del “partecipazionismo”, stia dilagando anche al di fuori delle strategie di marketing dei politici. Fra poco tempo non appena qualcuno aprirà una trattoria esporrà un bel cartello con su scritto: «Noi della trattoria “FACCIAMOLO INSIEME, POSSIAMO!” abbiamo aperto questo nuovo posto di “ristoro partecipativo” e, data la nostra ignoranza in materia, vi chiediamo di aiutarci a capire cosa dobbiamo fare esattamente. Vogliamo, insieme a voi, ricostruire la ricetta della felicità gastronomica della Rive Gauche. Venite numerosi e insegnateci la vera ricetta della sinistra».
    Bell’idea, noooo?

    Il “partecipazionismo” sarà l’ultima frontiera del self-made politicians che vive non sulle proprie idee e capacità personali ma vampirizzando l’immaginazione e il tempo degli incauti cittadini che aderiranno al “partecipazionismo” di base.
    La moda poi contaminerà i comportamenti di migliaia di imprenditorotti ignoranti e incapaci che apriranno slow food partecipativi i cui dipendenti saranno bel felici a partecipare al guadagno del loro manager anche se questo significherà sacrificare una notevole parte del loro benessere privato … se poi falliranno nella loro impresa non sarà colpa loro ma di quelli che hanno preferito non partecipare … ma mi dicono che tutto questo esiste già da qualche anno! Evviva! è il “partecipazionismo” bellezza.

    18 gennaio 2016

    © Jeanne Pucelli – Riproduzione riservata

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