• Teresa di Calcutta, Mario Bergoglio, Josemaría Escrivá: Il pane della rassegnazione distribuito dalla chiesa cattolica

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     1247Giulia De Baudi

     

     

    Anjëzë Gonxhe Bojaxhiua, in arte Madre Teresa di Calcutta, aveva deciso di intendere in stretto senso etimologico la parola ospedale: “luogo dove alloggiano gli ospiti”. E lei accoglieva questi “ospiti” un po’ malandati nei suoi moritori, in attesa che si decidessero una buona volta ad intraprendere la tappa finale verso la vita … eterna. Intanto si arricchiva con le donazioni dei soliti noti che avevano urgenza di scaricare coscienza e tasse. Left (n. 19 – 2015) ci rinfresca la memoria con un’intervista al giornalista Martín Caparrós firmata dalla ormai mitica Simona Maggiorelli:

     

    Abbiamo parlato di uso politico della fame ma c’è anche un uso religioso. Nel suo libro lei denuncia la rassegnazione favorita, per esempio, dall’induismo e dalla religione cattolica.

     

    La religione approfitta delle persone che soffrono la fame: la fede in qualche modo serve a sopportare la fame. La religione ti offre facilmente un rifugio, non aspetta altro. Nel libro cito una frase di Madre Teresa di Calcutta che da questo punto di vista mi sembra straordinariamente chiara: «È bellissimo vedere i poveri che accettano la loro sorte, che la subiscono come la passione di Gesù Cristo. La loro sofferenza è di grande aiuto per il mondo.» Lo ha ripetuto più volte. Ecco trovo veramente inaccettabile questo incoraggiamento alla rassegnazione. Restare poveri, morire di fame rassegnarsi è bene perché la ricompensa è nell’aldilà. Questo è ciò che la religione vorrebbe imporci di pensare.

     

    Premio Nobel per la pace nel 1997, Madre Teresa riceveva finanziamenti milionari e ascolto internazionale, ma come denunciò Christopher Hitchens nel libro inchiesta La posizione della missionaria (Minimum Fax) teneva questi soldi in conti esteri privati. Nel suo libro lei racconta di aver visto il suo “moritorio” dove la gente poteva morire in modo ordinato…

     

    Sono stato a Calcutta nel 1994, lei era molto famosa E anche se aveva già fondato molti conventi nel mondo, non aveva costruito nessun ospedale. Nel suo “quartier generale” non offriva alcuna attenzione medica alle persone malate che aveva raccolto per strada. Anzi nel suo “moritorio” le persone morivano di patologie per le quali da anni non si muore più.

    E questo accadeva per la sua ideologia. Ciò che era importante per lei, era che tu morissi bene, non che tu vivessi bene. E questo è davvero spaventoso. Madre Teresa usava l’aura di santità che era riuscita a ottenere: i santi possono dire quello che vogliono, dove e quando vogliono. Usava quel biglietto da visita per portare avanti le sue campagne: in primis la lotta contro l’aborto e la contraccezione.

    Nonostante tutto questo ricevette fiumi di premi, donazioni, sovvenzioni per le imprese religiose. E non rese mai pubblici i conti della sua impresa. Ma è più facile chiudere gli occhi. Tanta gente preferisce pensare che fosse tanto buona. Oggi accade qualcosa di analogo con papa Bergoglio, che per altro è assai più potente. Così l’ex cardinale peronista, (1) che appare “tanto buono”, cerca di risollevare un’istituzione in caduta libera.

    Men being cared for at the Home for the Destitute. Calcutta, India. 1981  © M.Kobayashi/Exile Images

     

    In questo scorcio di intervista, che prendiamo a prestito da Left, vengono ben delineati le assurdità ideologiche, convogliate attraverso esseri mitologici come la Bojaxhiua e Bergoglio, che sostengono il cattolicesimo. La rassegnazione è un caposaldo del cattolicesimo – ma anche dell’induismo – che offre al potente l’onore dello sfruttamento e al povero l’alibi della vigliaccheria. Sfrutto ergo sum: il potente, se cristiano, si appella alla predestinazione divina, ed è in quanto sfrutta il meno predestinato; il povero è in quanto nel regno dei cieli sorpasserà il primo in terra e da ultimo sarà primo. Sai che soddisfazione per il signor Cipputi poter portar la Maglia Rosa sul podio dell’ultimo traguardo del Giro del Paradiso mentre Marchionne sbava pedalando nel ruolo di gregario nei gironi del purgatorio!!!

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    È tutto scritto nei testi di un’altra icona della Chiesa cattolica, il franchista Josemaría Julián Mariano Escrivá de Balaguer y Albás, creatore dell’Obra de Dios ovvero l’Opus dei. Lì vi sono inscritti i comandamenti catto-capitalistici: «santificar el trabajo, santificarse con el trabajo y santificar con el trabajo» ovvero: il signor Cipputi dovrà impegnarsi a santificare il lavoro e a santificarsi con il proprio lavoro, e mister Marchionne dovrà santificare i suoi, quasi, simili permettendo loro di lavorare non per denaro ma perché “La loro sofferenza è di grande aiuto per il mondo” e perché “È bellissimo vedere i poveri che accettano la loro sorte, che la subiscono come la passione di Gesù” Alleluia!!! Come vedete tutto collima. Già San Paolo ammoniva «Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato. Sei stato chiamato da schiavo? Non ti preoccupare; ma anche se puoi diventare libero, profitta piuttosto della tua condizione! Perché lo schiavo che è stato chiamato nel Signore, è un liberto affrancato del Signore!»

     

    Ci sono delle cose scritte nei testi del prete paolino-franchista che voi umani non potete neppure immaginare !!!! Robe incredibili che potrebbero servire per annate intere di Crozza delle Meraviglie. Sentite questa : «Conviene non dimenticare, pertanto, che questa dignità del lavoro è fondamentale nell’Amore. (…) Per un cristiano, queste prospettive si allungano e si ampliano. Perché il lavoro appare come partecipazione all’opera creatrice di Dio.». Come dire che lavorando – sottopagati naturalmente sennò che Amore è – portiamo a termine la creazione divina, que suerte chicos !!!! e ancora «Il lavoro è la prima vocazione dell’uomo, è una benedizione e si sbagliano coloro che lo considerano un castigo» (2). … già vedo il minatore perplesso … mi viene da ridere pensando alle badilate che potrebbe dare al Josemaría ma la cosa è tragica perché i quadri dirigenti italiani, spagnoli, portoghesi e sudamericani si formano nei collegi dell’Opus dei. «Durante l’epoca dell’ultima dittatura militare (1976-1983) ci furono vari militari, soprannumerari dell’Opus Dei, che occuparono posti di governo. (…) L’Opus Dei è sempre stata vicina ai militari e attraverso essi ha appoggiato Pinochet in Cile, Stroessner in Paraguay, Franco in Spagna. Le dittature militari sono il miglior brodo di cultura dell’Opus Dei. L’auge dell’Opus Dei in America Latina, è legato alle dittature degli anni settanta»(3)

     

    Anjëzë Gonxhe Bojaxhiua, Josemaría Julián Mariano Escrivá de Balaguer y Albás, Jorge Mario Bergoglio, sono le voci accattivanti del cattolicesimo mondiale che parlano al mondo dei credenti e dei furbastri, cercando di incanalare le sacrosante ribellioni sociali e le istanze umane nell’alveo della rassegnazione e della subordinazione ai primi che nel regno dei cieli saranno gli ultimi … e l’ultimo chiuda la porta.

    27 maggio 2015

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    Note

    (1) Bergoglio è stato da sempre collocato nell’area di destra dei movimenti peronisti e fondamentalisti cristiani come la Guardia de hierro. Juan Domingo Perón oltre ad essere un pedofilo (fino all’arrivo di María Eva Duarte, in arte Evita, nel suo letto c’era una tredicenne) – era legato a doppio filo sia con la Chiesa cattolica che con Hitler. Alla fine della seconda guerra mondiale in accordo con la politica del “perdono” di Pio XII accolse nel suo paese gran parte dei criminali nazisti tra cui Adolf Eichmann e Erich Priebke- leggi Uki GoñiOperazione Odessa – La fuga dei gerarchi Nazisti verso l’Argentina – Editore Garzanti.

     

    (2) La grandezza della vita quotidiana – A cura della Pontificia Università della Santa Croce – pag. 94 – Volume editato in collaborazione con Enel – Monte dei Paschi di Siena – H3G

     

    (3) Feruccio Pinotti – Opus Dei segreta – Frusta, cilicio ed alta finanza – Ed. Bur – pagg. 330-331

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