• Il populismo peronista di Bergoglio e i mafiosi “scomunicati” che ora si possono “convertire”

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    Bergoglio conciliando l’inconciliabile, sabato ha fatto un miracolo: i mafiosi scomunicati a giugno dell’anno scorso ora potranno tornare in seno a madre Chiesa

    «Fare la predica ai cattivi, con un unico obiettivo: evitare che i buoni si ribellino davvero» scriveva il giornalista argentino Horacio Verbitsky qualche tempo fa su Pàgina 12, a proposito del populismo di J.M. Bergoglio. La frase si incastona perfettamente nell’ultima trovata mediatica del porteño che con veemenza ha chiesto ai mafiosi di “convertirsi pubblicamente”.
    Due giorni fa durante l’udienza con la diocesi di Cassano allo Jonio, J.M. Bergoglio ha voluto tornare all’appello pronunciato nel giugno dello scorso anno : «La Chiesa – disse allora sulla piana di Sibari – deve dire di no alla ‘ndrangheta. I mafiosi sono scomunicati».

    L’anatema fece innervosire quelle “persone serie” – così li definì l’arcivescovo di Campobasso Giancarlo Maria Bregantini – che, rivendicando la loro appartenenza al crimine organizzato, decisero che, non appartenendo più alla comunità ecclesiastica, non volevano più presenziare alla santa messa. Queste persone, che coerentemente con la loro presa di posizione assunsero l’identità mafiosa, in quel periodo, casualmente, alloggiavano nel carcere di alta sicurezza di Larino. “Persone serie” e sensate che, rivendicando il proprio status sociale, dissero «Se siamo scomunicati, a messa non vale la pena andarci». La coerentissima rivendicazione identitaria dei detenuti venne comunicata dal cappellano del carcere al Vescovo il quale per mitigare la ribellione di quelle pecorelle “serie” ma confuse dall’anatema papale, si sentì in obbligo di intervenire cercando di addolcire gli animi.

    Come riporta il quotidiano molisano Primo Piano, il vescovo Gianfranco De Luca riportò le pecorelle all’ovile riuscendo a conciliare, come ogni buon pastore, l’anatema di Bergoglio, che li avrebbe cacciati dalla Chiesa, con la misericordia divina. Infatti così si espresse: «Dio è padre, è misericordia, ci ama sempre. Se noi lo cerchiamo, lui ci accoglie e ci perdona, perché “non si stanca mai di perdonare”». Il vescovo Bregantini rivolse allora un pressante appello: «riflettere insieme su come conciliare la forza della misericordia e il dramma della scomunica».

    Detto – fatto. Bergoglio conciliando l’inconciliabile, sabato ha fatto un miracolo: i mafiosi scomunicati a giugno dell’anno scorso ora potranno tornare in seno a madre Chiesa «Il Signore vi aspetta e la Chiesa vi accoglie se, come pubblica è stata la vostra scelta di servire il male, chiara e pubblica sarà anche la vostra volontà di servire il bene» … a ben guardare però la scelta dei mafiosi di “servire il male” non è stata pubblica e quindi, a rigor di logica, non sarà pubblica neppur la loro conversione. D’altronde per il pentimento e la rinuncia al male c’è la confessione che, nel segreto del confessionale, perdona ogni peccato. E senza peccato non ci può essere scomunica, la logica è logica!!!

     

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    Ma, a parte questi sillogismi che mostrano l’incongruità del logos ecclesiastico scisso dalla prassi, avete mai visto un prete rifiutare la comunione ad un mafioso? Avete mai letto che i preti pedofili vengano denunciati immediatamente dai loro superiori al potere temporale? Ecco, appunto.

    Come scrive Verbitsky, guai a lasciarsi fuorviare dalle parole di un “professionista” «populista e conservatore» come Jorge Bergoglio. «Apostrofare gli sfruttatori e predicare mansuetudine presso gli sfruttati» scrive Verbitsky, è il profilo mediatico usato da Francesco I per accecare definitivamente gli orbi. In reltà Bergoglio sotto la veste francescana nasconde «i suoi trascorsi nella Guardia de Hierro» il settore giovanile del peronismo di destra, che ancora oggi rivendica il diritto argentino sulle isole Malvine-Falkland.

    Il discorso di sabato, interpretato da tutti i propagandisti mediatici che hanno perduto il pensiero critico, come un violento attacco alla mafia, non è altro che l’ennesima messa in scena di chi sa che l’ambiguità è il nutrimento primario della Chiesa cattolica. Quindi cari mafiosi non c’è ragione di preoccuparsi. Bergoglio che vi scomunicò ora vi aspetta in chiesa … e l’ultimo chiuda il portone.

    © Arcadio E. Acevedo
    Tuxtla Gutiérrez, Chapas – Mexico
    Avenida 17 de Octubre
    23 febrero 2015

    Traduzione Gian Carlo Zanon

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