• Capaci di intendere e di volere: verità e agiografie sull’eccidio delle religiose in Burundi

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    di Gian Carlo Zanon

    Si è già messa in moto la macchina agiografica che vuole inserire nel martirologio della Chiesa cattolica, e tra gli eroi nazionali, le tre povere donne uccise da Christian Claude Butoyi pochi giorni fa.
    Le notizie che pervengono dalla polizia locale, le testimonianze di chi lo conosceva, le dichiarazioni del portavoce del capo della polizia della regione, i comunicati stampa delle autorità della regione del Bujumbura in cui è stato commesso l’eccidio, sono ritenuti inutili sia dalla stampa italiana che li ignora, sia dall’istituzione religiosa dove prestavano la loro opera, sia dal Ministero degli esteri italiano.

    Informatori mediatici, religiosi della Chiesa cattolica,  addetti ai lavori della Farnesina, strumentalizzano l’orribile accadimento intonando litanie propagandistiche atte a rappresentare una bella agiografia funzionale ai loro desiderata.

    Lo scarto tra ciò che è accaduto e ciò che si vorrebbe che fosse accaduto è abissale.

    Non è necessario essere medici per sapere che solo un’accurata autopsia può stabilire se una donna è stata violentata o meno prima di essere uccisa soprattutto se è stata, come dicono le cronache locali, “égorgée”, macellata. Eppure, nonostante l’assassino abbia confessato di aver violentato alcune di loro e nonostante questo sia stato confermato dalla polizia che ha visto i cadaveri nel luogo dell’eccidio, suor Silvia Marsili, vicaria generale delle Missionarie saveriane, interpellata da Avvenire, ha smentito categoricamente la ricostruzione dello stupro delle tre vittime. «È circolata la notizia dello stupro delle tre religiose. A noi non risulta. Per quanto ne sappiamo, dalle testimonianze raccolte in loco, Suor Bernardetta, suor Olga e suor Lucia non sono state violentate».

     

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    Alle religiose poco importa sapere la verità, a loro importa solo, da buone cattoliche, dare al mondo la loro “verità”, anzi ordinano che la loro “verità” venga dichiarata anche dalla polizia locale. Scrive Paolo M. Alfieri su Avvenire: «La stessa polizia sostiene che le tre religiose siano state violentate dall’assassino, ma fonti missionarie saveriane hanno nuovamente smentito ieri questo aspetto ad Avvenire, sottolineando di aver chiesto alle autorità locali che facciano presto altrettanto.»


    Ma oltre ad essere talmente esperte da poter giurare, senza neppure aver indagato sui cadaveri, sulla verginità delle consorelle, le saveriane sarebbero anche esperte investigatrici e abili criminologhe: l’arresto del presunto assassino da parte della polizia sarebbe, secondo le Sherlock Holmes saveriane, è un mero tentativo di depistaggio agito, presumo, per eliminare l’aureola da vergini martiri che le consorelle vorrebbero porre sul capo delle tre donne uccise . «Non crediamo a questa pista. L’arresto di questa persona è un pretesto per deviare le indagini sull’uccisione delle nostre sorelle» ha affermato all’Agenzia Fides suor Delia Guadagnini, ex Superiora regionale delle Missionarie saveriane per la Repubblica Democratica del Congo e il Burundi. La Guadagnini, che si trova in questo momento in Africa per i funerali delle consorelle uccise, ma anche per fare il suo lavoro, cioè proselitismo, sulla scia delle dichiarazioni di Bergoglio ha sentenziato augurandosi che «il sangue versato porti nuove vocazioni alla Chiesa e all’Africa. Noi le aspettiamo.» (SIC) … sembra di sentire la Franzoni quando poco tempo dopo l’assassinio del figlio chiedeva al marito se gliene faceva fare un altro.

    D’altronde il loro lavoro, pagato dal nostro 8×1000, è quello di far proselitismo e di distinguere umanamente e socialmente, come fece Bergoglio, coloro che sono battezzati da coloro che non essendo battezzati non possono essere uguali ai primi.

    Anche la politica deve imbastire la propria agiografia e il ministro Mogherini ha dovuto, o voluto, sottolineare, decontestualizzando completamente l’accaduto, che non è possibile «far finta di niente davanti ad un tema gravissimo – come quello – dell’attacco ai cristiani che in molte parti del mondo sta diventando un fenomeno drammatico.»
    Il ministro degli esteri italiano, senza , non dico intuire che è chiedere troppo a questa classe politica, ma almeno informarsi meglio e/o attendere maggiori ragguagli sul caso, ha deciso che questi delitti sono da ascrivere ad una guerra di religione … anche se l’assassino delle suore cristiane si chiama Christian … che dire di più.

     

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    Intanto gli informatori mediatici, tranne, a quanto mi risulta finora, il giornalista dell’Avvenire citato che ha scritto «È possibile, però, che l’uomo abbia agito senza un vero movente e spinto da un attacco di follia. La polizia ha reso noto che l’uomo sarà sottoposto a un esame psichiatrico per valutarne le condizioni mentali.» non fanno nessun accenno sulla malattia mentale dell’uomo.

    Eppure i giornali locali titolano L’homme appréhendé dans l’affaire de l’assassinat des 3 sœurs serait un aliéné mental e riportano le testimonianze di chi lo conosceva: gli abitanti del luogo che lo vedevano regolarmente, sanno che è un malato mentale. Lo deducono dai suoi comportamenti: ad esempio Butoyi a volte «se déshabille complètement», si denudava completamente.

    «Cet homme de 33 ans est considéré dans son quartier comme un fou, avec tout ce que ce terme peut contenir de péjoratif dans le pays. Il est décrit comme un malade mental qui passe le plus clair de son temps dans la rue, qui n’hésite pas à se barbouiller de boue, à se promener parfois tout nu. Tous les témoignages parlent d’un « fou » plutôt calme et non violent.»

     

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    Come ho scritto ieri, la polizia afferma che egli mostra un volto impassibile e che «cet homme a tenu des propos cohérents lors de son interrogatoire.» e che l’uomo durante l’interrogatorio ha mantenuto un comportamento coerente. Anche il caporale Parolisi, che invece di divorziare dalla moglie, Melania Rea, ha deciso che era meglio ucciderla, aveva un comportamento coerente … ed è stato ritenuto capace di intendere e di volere … uno che invece di divorziare uccide è ritenuto capace di intendere e di volere … che dire di più?

    12 settembre 2014

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