• Poesie … Rosa Rivelli … “la nota indigena …”

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    La trovo nell’urlo della notte
    la nota indigena,
    quando sembra riposino le ossa
    disarmate sui fianchi dell’anima.

    Ripasso al setaccio dell’ esperienza
    il sapore del mio sangue
    che continui a chiamare di delitto passionale,
    tra sprezzanti titoli di cronaca nera
    e sfavillanti chimere di spighe vuote.

    Se vuoi incontrarmi sono là
    dove non mi hai mai vista,
    a guardare il mondo
    nelle gemme di una radice.
    Immaginando di dipingerlo insieme.

    E anche oggi, dopo le mimose,
    è rimasto nell’aria
    lo spavento di un tuono.

    (9 marzo 2013)

    • E’ splendida!

    • Caro Gian Carlo, è un dono il respiro che tu hai voluto dare al bisogno di liberare parole. L’ho riletta trascritta da te e mi piacciono le tue pause..mi è sembrato un gesto di premura all’affanno che hai colto.. Quasi un farlo proprio..quell’affano. Piccoli segni, discreti ma molto efficaci. Ti ringrazio di cuore e infinitamente per l’ospitalità accogliente su questo tuo diario/spazio così bello. E ringrazio anche Francesca

      Rosa

      • Chissà, forse l’ho fatto per quel suono che voleva solo un po’ di silenzio, e che era già musica … “misteriosa forma del tempo”.

        Gian Carlo

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