• Cannibali, la distopia neoliberista – Terzo capitolo

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    di Gian Carlo Zanon

    «Certo essi avevano denaro e potere, ma solo a costo di tenere rinchiuso nel petto un avvoltoio che li lacera incessantemente il fegato e gli strappa i polmoni – l’istinto di possesso, la rabbia accumulare che li porta a desiderare senza sosta  i possedimenti e i beni degli altri; che li porta a creare frontiere e bandiere; navi da guerra e gas velenosi; a offrire le loro stesse vite e le vite dei loro figli.»

    Virginia Woolf – Una stanza tutta per sé (1)



    Dopo “decenni” di totale assenza di pensiero critico, da parte della cultura mainstream, su un assunto culturale e sulle sue conseguenze, altri due libri si vanno ad aggiungere al saggio di  Bregman Rutger De meeste mensen deugen (La maggior parte delle persone è buona – titolo in Italia: Una nuova storia (non cinica dell’umanità) e al lavoro ventennale sia della rivista LEFT sia del lavoro editoriale della casa editrice L’Asino d’Oro che fanno riferimento alla Teoria della nascita dello psichiatra Massimo Fagioli. I due saggi sono: Nonostante Hobbes di Laura Pennacchi e Critica alla ragion bellica, di Tommaso Greco.

    L’assunto culturale, in essere anche oggi, a cui mi riferisco è a tutti gli effetti il proseguo di quella antichissima vulgata che interpreta la realtà psichica di ogni essere umano come fosse un’entità negativa, un “male primigenio”, una malformazione della specie umana.

    Come ho scritto mio saggio Alienazione religiosa – i buchi neri dell’Essere e il vortice del Nulla, (2) questo assunto principe dell’essere umano “naturalmente perverso”, circola da migliaia di anni ed è stata tradotta in vario modo: «il peccato originale dei monoteismi, da sradicare con l’esorcismo battesimale ; il Male radicale innato nella natura umana della filosofia; il legno storto (Kant); «homo homini lupus” Hobbes»; il bambino polimorfo perverso (Agostino e Freud); “Nel più intimo dell’uomo c’è il nulla, come “fondo abissale”, Ab-Grund costitutivo dell’essere” (Heidegger); la “manque à etre” irriducibile (Lacan)ecc. ecc..»

    Cambia il suonatore ma la musica è sempre la stessa ovvero è la ballata dell’essere umano naturalmente perverso che circola da migliaia di anni per giungerà a noi con la maschera dell’homo oeconomicus ovvero l’immagine di un uomo le cui principali caratteristiche sono la razionalità – intesa soprattutto come precisione nel calcolo utilitaristico – e l’interesse esclusivo per la cura dei suoi propri interessi individuali: praticamente un bramoso psicotico anaffettivo, però indispensabile al sistema neoliberista vigente.

    Persino grandi personaggi della letteratura come Andrea Camilleri e J. Luis Borges non riescono ad uscire da questa forma mentis o quantomeno non riescono a mettere a fuoco la questione: nella sua appassionata Autodifesa di Caino Camilleri inserisce concetti a mio parere fuorvianti come «Senza il male il bene non esisterebbe.»; e Borges, nel suo scritto Elogio dell’ombra, ci mostra un Caino rincuorato davanti alla smemoratezza del fantasma di Abele che non ricorda di essere stato assassinato: «Ora so che mi hai perdonato davvero perché dimenticare è perdonare. Anch’io cercherò di scordare». Più che un elogio all’ombra è un elogio alla pulsione di annullamento.

    Certo, direte voi, sono giochi letterari… eppure sappiamo che la letteratura è il mezzo più efficace per indurre negli esseri umani certezze dogmatiche inamovibili… Vecchio e Nuovo testamento non sono saggi storici, sono letteratura.

    Da non dimenticare che nel mito ebraico Caino è l’artefice della téchné, ovvero della tecnologia intesa come saper fare, come abilità tutta umana di costruire oggetti. Caino, per la cultura ebraica, è come il Prometeo del mito greco il quale rubò agli dei la téchne e il fuoco per donarli ai mortali. Caino, scrive Camilleri  «comincia a creare le basi della società moderna, quella che sarebbe diventata la Civiltà dell’Uomo». Ovvero l’era tecnologica legata al calcolo e alla ragione. Inoltre non dimentichiamo che La Bibbia, oltre ad essere uno dei due canoni della letteratura d’Occidente, è anche un codice di comportamento.

    Una nuova visione dell’essere umano

    I tre saggi citati di Bregman Rutger, Laura Pennacchi e Tommaso Greco coraggiosamente ergono una barricata per arginare un pensiero distorto sulla natura umana che è incistato in particolar modo nella cultura occidentale.

    Il primo saggio, apparso nel 2019, dal titolo La maggior parte delle persone è buona, apre idealmente con questa riflessione: «… l’uomo è una bestia, dicevano i re, un peccatore, dicevano i sacerdoti. una persona egoista, dicevano i contabili. Non c’è da stupirsi se, da sempre, le regole e le leggi che mettono ordine nella nostra vita in comune si ispirano all’idea che delle persone, per via della loro natura, non ci sia da fidarsi; questa visione cinica dell’umanità viene da secoli di filosofia e di psicologia, è piena di echi nella letteratura e di prove nella storia. Insomma, è ovunque … e anche se nella storia c’è stato qualche tentativo di dimostrare la bontà della natura umana, per secoli siamo stati condizionati dalla credenza nella depravazione dell’uomo e abbiamo organizzato la società di conseguenza. E se ci fossimo sempre sbagliati?»

    Bregman Rutger nel suo saggio svela la mistificazione millenaria che impedisce la serena socialità tra esseri umani e la loro piena realizzazione umana perché, scrive, «In fondo sono poche le idee che influenzano il mondo quanto la visione che abbiamo del genere umano». Quest’ultima frase è importante perché ci dice che questo modo di pensare ha conseguenze gravissime su ogni aspetto del rapporto interumano in particolare e sulla socialità in generale.

    Chi si batte in favore dell’uomo, si trova a lottare contro un’idra, il mitologico mostro dalle sette teste al quale, quando Ercole ne mozzava una, ne ricrescevano due. Chi si batte in favore dell’uomo, si trova a combattere contro i potenti della Terra. Per loro, una visione positiva e incoraggiante dell’essere umano è decisamente pericolosa. È destabilizzante, sovversivo affermare che non siamo degli animali egoisti che devono essere controllati, addomesticati, addestrati e guidati dall’alto. Dire che un’azienda con dipendenti intrinsecamente motivati funziona benissimo anche senza manager è ritenuta un’eresia, così come affermare che una democrazia con cittadini impegnati non ha bisogno di politici che gli indichino ciò che è giusto e sbagliato, né di poliziotti che gli impediscano di delinquere, né di preti che indichino la via per la salvezza.  

    Inutile dire che la visione che si ha dell’essere umano dipende dalla propria realtà umana: più la realtà umana è disumana e più percepisce gli altri come esseri disumani. Chi crede che l’altro nasca malato, cattivo, gravato da un peccato originale, con una mancanza strutturale incolmabile, deve per forza averne paura… ma la disumanità è malattia del pensiero, non è realtà naturale umana… 

    Nel suo recente libro, Critica alla ragion bellica, il docente dell’università di Pisa Tommaso Greco, contesta l’idea che la guerra sia una necessità ineluttabile e parte della natura umana. L’approccio proposto invita a pensare la pace a partire dalla pace stessa, non dalla guerra, sfidando la logica binaria che giustifica il riarmo e le azioni belliche in nome della difesa. Greco sottolinea la necessità di un radicale cambiamento culturale per contrastare questa narrazione mistificante e promuovere un dialogo costante per la costruzione di un ordine sociale di pace fondato sul diritto internazionale e su un auspicabile “tabù della guerra” . Anche Greco smonta il mito della guerra necessaria e della natura umana naturalmente aggressiva e perversa portata a dominare l’altro da sé come sostenuto anche da Freud e dai suoi epigoni.(3)

    Intervenuto nella trasmissione Fahrenheit del 4 settembre scorso Greco ha affermato «C’è una narrazione che ci vuole convincere che siamo fondamentalmente votati al male. Abbiamo un’orrenda immagine di noi stessi che ci viene rimandata continuamente e che noi stessi rimandiamo a nostra volta. Nonostante che la nostra vita sia fatta di relazioni di fiducia continua nei confronti degli altri, la narrazione a cui siamo soggetti è che invece non bisogna fidarsi degli altri. Ma se noi analizziamo la nostre giornate e il modo in cui funziona il mondo vediamo che le cose non stanno così. Il mondo è fatto di cooperazione, di solidarietà, se non ci fosse semplicemente il mondo non sarebbe quello che è.»

    «Quello che Greco ci propone con questo agile e incisivo libro – scrive Simona Maggiorelli in un articolo su LEFT – è un rovesciamento dello sguardo che mette in crisi secoli di pensiero occidentale, da Hobbes in poi, in cui lo stato di natura era immaginato come guerra di tutti contro tutti. Homo homini lupus (…) Greco ci ricorda che anche Montesquieu, sorprendentemente, vedeva nella pace la prima legge naturale. E ci mette in guardia dal “trucco” del realismo politico: selezionare la parte più cupa dell’esperienza umana e spacciarla per intera verità. (…)»

    Dell’esistenza del saggio Nonostante Hobbes – Lavoro, Antropologia, Democrazia di Laura Pennacchi, ne sono venuto solo oggi a conoscenza attraverso la recensione di Filippo La Porta apparsa sul mensile Left di settembre. «Di Nonostante Hobbes – scrive La Porta – (…) non possiamo che accogliere l’esplicita motivazione: ribellarci a tutta l’antropologia nichilista che ha plasmato la modernità (…) da Hobbes (homo homini lupus) a Nietzsche, da Agostino d’Ippona a Macchiavelli (…) a Tucidide».

    La vulgata culturale impone un credo ideologico tanto ferreo quanto falso in cui si afferma: «siamo guidati da una razionalità pratica che nasce da innato egoismo e desiderio di potenza. Occorre uscire da tanta distruttività, dalle narrazioni sull’umano che cominciano dal fratricidio e dal parricidio, dalla fascinazione del male e del negativo» Pennacchi cita Bregman Rutger «che assume la bontà come norma e la cattiveria come eccezione del comportamento umano. Non siamo solo animali egoisti che devono essere controllati dall’alto» E questo lo possiamo verificare ogni giorno attraverso i nostri rapporti interumani.

    Questi autori cercano di arginare la marea della cultura imperante secondo la quale il pensiero dell’essere umano sarebbe inficiato da un patrimonio filogenetico e da istinti primordiali, i quali, se non tenuti a freno dalla ragione e/o dalla religione, determinerebbero comportamenti bestiali.

    «Per far questo dobbiamo però anche lasciarci alle spalle ogni pensiero sugli esseri umani come ineluttabilità e destino ad essere naturalmente violenti. Non possiamo in alcun modo accettare questa prospettiva perché inevitabilmente ci porterebbe a delle soluzioni che sarebbero solo dei contenimenti di questa terribile realtà che sarebbe l’essere umano. Ma la norma di pensiero purtroppo è proprio questa: quella di un essere umano macchiato dal peccato originale (o dal nulla originario o da una originaria dissociazione) e pertanto destinato ad essere malvagio. Il pensiero filosofico e religioso che ha elaborato questa idea proporrà allora dei sistemi di contenimento di questa violenza, una morale e una etica che aiuterebbe l’essere umano a non essere violento. (…) Invece di accettare l’idea di un essere umano originariamente malvagio che deve essere educato a non esserlo, pensiamo ad un essere umano originariamente buono, che vuole spontaneamente stare insieme all’altro senza agire alcuna violenza e che poi possa perdere questa capacità di rapporto con l’altro e diventare violento. (…) Qui su Left abbiamo tante volte detto che questa nuova prospettiva, del pensare l’essere umano come originariamente sano e “buono”, sia fondamentale per la sinistra. Purtroppo sappiamo che questo argomento non è ancora stato ben compreso, non ne viene compresa la portata sociale, filosofica e politica. E vediamo come di conseguenza, troppo spesso a sinistra ci si rivolga al pensiero religioso per sapere cosa fare e cosa pensare riguardo all’essere umano. Ma il pensiero religioso ha l’idea del male insito nell’essere umano, del peccato originale. Non è possibile alcuno sviluppo di una realtà di società diversa e di pace duratura se si continua a pensare che gli esseri umani se lasciati a loro stessi si ammazzino a vicenda. E che sia quindi necessario avere delle regole per evitarlo, dei comandamenti e una bibbia per fare la società.» Left – Si vis pacem – Di Matteo Fago, 2 Gennaio 2025 *

    Ma perché questa cultura millenaria, nelle sue varie forme narrative, domina ancora il pensiero contemporaneo? La risposta è piuttosto semplice! Perché è funzionale a questo sistema sociale, politico ed economico. In questo sistema una ristretta cerchia di individui, tanto potenti quanto, bramosi esercita un potere e un controllo pressoché totale perpetuando una credenza delirante: se la realtà psichica degli esseri umani è per propria natura un «orrido mostro dal grugno sanguinario» (4) se è un istinto insopprimibile, se è “un qualcosa” geneticamente impresso nel nostro DNA, se è il risultato della filogenesi che si lega alla natura animale, allora il modello umano auspicabile a cui dobbiamo giocoforza adeguarci oggi sarebbe quello dell’homo oeconomicus che cerca solo soddisfazione e sfogo a scapito dell’altro da sé. L’homo oeconomicus è la perfetta rotella dell’ingranaggio neoliberista che perseguendo senza scrupoli i propri interessi e le proprie bramosie, fa girare un sistema tanto produttivo quanto disumano… tanto, secondo questa ideologia pervasiva, il concetto etico di umanità è solo una sovrastruttura moraleggiante che serve solo per “far finta di essere sani” (5) … tutt’al più si può sempre continuare a comportarsi, come sceglie di fare il dott. Jekyll di Stevenson, in modo esemplare in società per poi dar sfogo nascostamente alle proprie naturali perversioni. Anche Jekyll era convinto che in lui conviveva il mostro e si comportava di conseguenza: «Fu nel campo morale che imparai a conoscere, nella mia stessa persona, la completa e radicale dualità dell’uomo; e vidi che, sebbene si potesse con ragione affermare che io era tanto una che l’altra delle due nature che lottavano nel campo della mia coscienza (…)Mi dicevo che se fosse stato possibile inquadrare ognuno di essi in entità separate, la vita ne sarebbe stata alleviata da tutto ciò che essa ha di insopportabile; il malvagio avrebbe avuto il suo sfogo, non più compresso dalle aspirazioni e dai rimorsi del gemello più onesto;».

    È questo modo di concepire la realtà umana che permette al sistema neoliberista di abbassare sempre più l’asticella della disumanità, fino a renderla palese e congrua come sta accadendo in questi giorni in cui i grandi oligarchi politici ed economici mettono in atto un’economia del genocidio, dove le prospettive militariste, senza “impicci etici”, sono sbandierate come se fosse normale per gli esseri umani vivere per la guerra e dove, grazie all’Intelligenza Artificiale si è già concretizzato uno «scenario Terminator», che serve anche da alibi agli assassini che programmano i droni “autodecidenti” i quali individuano un bersaglio da colpire e lo fanno senza alcun intervento umano diretto: «Oggi droni telecomandati e algoritmi assassini svuotano la guerra di ogni residuo codice morale» (6)

    Ma la questione dell’Intelligenza Artificiale la approfondirò in uno dei prossimi articoli… hasta siempre

    12 settembre 2017

    NOTE

    (1)https://www.igiornielenotti.it/la-meravigliosa-stanza-di-virginia-woolf/

    (2) https://www.igiornielenotti.it/alienazione-religiosa-la-malattia-invisibile-e-i-suoi-sintomi/

    (3) https://www.igiornielenotti.it/freud-e-heidegger-alle-origini-del-totalitarismo-nazifascista/

    *Matteo Fago https://left.it/2025/01/02/si-vis-pacem/

    (4)Virginia Woolf; La signora Dalloway

    (5) mi riferisco alla testo della canzone Far finta di essere sani di Giorgio Gaber inserita nell’album omonimo

    (6)Sergio Bellucci, L’algoritmo che uccide: articolo apparso sul mensile LEFT di settembre 2025

    Questo è il terzo di una serie di articoli che intendo scrivere sullo stato delle cose della società mondiale – dal punto di vista sociale, economico e ambientale – in cui l’ideologia neoliberista è diventata egemonica. Gli altri capitoli seguiranno con una cadenza settimanale.

    Leggi qui il primo capitolo https://www.igiornielenotti.it/cannibali-la-distopia-neoliberista-primo-capitolo/ Leggi qui il secondo capitolo https://www.igiornielenotti.it/cannibali-la-distopia-neoliberista-secondo-capitolo/

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