• Piazza Taksim – L’urlo del silenzio dello “standing man”

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    di Gian Carlo Zanon

    Era il 7 maggio 2010. A Torino davano i premi David di Donatello. A Tonino Guerra – sceneggiatore di Antonioni, Fellini e di molti altri registi che hanno fatto la storia del cinema italiano – veniva assegnato il David per la sua celeberrima carriera. Un riconoscimento, scrivevo allora, giunto un po’ troppo in ritardo, dato che in quei giorni avrebbe compiuto 90 anni. Fu Gian Luigi Rondi a proporlo per il premio. Proposta votata all’unanimità.

    Ricordo, e ciò che scrissi allora mi aiuta,  che parlò dei tagli alla cultura. Non ricordo esattamente ciò che disse. Ricordo però che dalle sue parole era uscita un’immagine estrema.  Scrissi che si trattava di un’immagine forte e semplice. Scrissi che Guerra, avendo sceneggiato i miglior film di Antonioni come Deserto rosso e Zabriskie Point  ne sapeva di immagini.

     

    L’immagine evocata dalle parole di Tonino era quella di una enorme piazza, dove attori, registi, musicisti, artisti e gente comune affluiva e si fermava, e li rimaneva in silenzio per giorni e giorni e notti, per dire silenziosamente della propria ribellione. Tonino Guerra disse, con il suo accento romagnolo,  che questo era un modo per ribellarsi ad un governo che aveva decretato la morte dell’arte.

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    Lui da artista aveva creato nella sua mente l’immagine una grande piazza dove una moltitudine di esseri umani rimaneva in un assordante silenzio a ricordare la ribellione al disumano. Il primo movimento di ribellione che il neonato fa contro la natura disumana è fatto di silenzio e immobilità*. È la primaria ribellione artistica in cui il neonato, rifiutando l’oggettività della realtà fenomenica, crea dentro di sé ciò che non esiste in natura. – Sto cercando di dire ciò che altri, direbbero meglio di me. Ma io sono io. –  In quei primi venti, trenta secondi, il neonato, in un silenzio e in una immobilità che potrebbe apparire mortale, crea attingendo all’esperienza endouterina avuta, un’immagine primaria che dia senso alla sua ribellione contro la natura non umana. È un atto d’amore che annullando la natura matrigna ricrea nel silenzio la memoria fantasia dell’esperienza avuta”, imprescindibile pensiero inconscio dell’essere umano che gli permetterà in seguito, con la percezione fantasia”,di essere come quegli artisti e quei poeti che ribellandosi al dato sanno ‘vedere’ ciò che gli altri non vedono. L’artista è un ribelle ma anche essere politico capace immaginare una società di eguali dove vivere più umanamente.

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    L’immagine pensata da Tonino Guerra si è concretizzata in ciò che tutti i giornali del mondo chiamano standing man” .  Erdem Gündüz, performer e artista turco, ha deciso di recarsi a Istambul in piazza Taksim simbolo della democrazia tradita.  Lì è rimasto in piedi per ore, immobile, silenzioso e senza rispondere agli stimoli. Egli guardava davanti a sé, senza reagire a nessuno stimolo. Alcuni giornalisti hanno provato ad  intervistarlo ma “l’uomo in piedi”  non ha risposto a nessuno. Un gesto solitario, solenne, drammatico, dignitoso; un gesto primordiale che  ricorda i primi istanti della nascita umana.

    La tv Halk per cinque ore ha mandato questa immagine in diretta aprendo un dibattito con migliaia di telespettatori stupiti da tanto coraggio.

    Poi, col passare delle ore, altre persone hanno confermato a Erdem la sua identità umana, ricreando anch’essi quella solitudine primaria che aspetta una risposta da un altro essere umano uguale a se stessi.

     

    L’immagine della disobbedienza dello standing man” che sta facendo il giro del modo è possente perché si rivolge contro il disumano rappresentato dai manganelli, dai lacrimogeni e dagli acidi mescolati ad acqua che vengono spruzzati sui manifestanti . Il suo gesto ha fatto si che scattasse la disobbedienza civile solitaria dell’“uomo in Piedi” espressa in tutta la Turchia e da parte dei turchi che abitano in altre latitudini del globo.

     

    Le cronache raccontano che Gündüz si è fermato in mezzo a Taksim, la piazza simbolo della rivolta, ancora presidiata dalla polizia e da decine di agenti dell’intelligence in borghese. Ha appoggiato per terra il suo zainetto. Poi in silenzio ha iniziato a fissare l’enorme stendardo rosso con il ritratto del fondatore della Turchia laica moderna, Ataturk, appeso in mezzo alla piazza. Non si è mosso per alcune ore. Piano piano una, dieci, cento persone si sono avvicinate all’“uomo in piedi”,  e in silenzio, sono rimaste lì per ore . Per uno che se ne andava ce n’erano due o tre che lo sostituivano. Qualcuno come fosse l’icona di un santo ha deposto ai piedi di Gündüz, acqua, cibo, fiori.

     

    Quando gli agenti di polizia turchi si sono accorti del fenomeno del standing man ormai era tardi, e di fronte a questa nuova, e per loro incomprensibile forma di protesta, sono rimasti a guardare. Fino a mezzanotte. Poi tutti sono stati arrestati e portati in questura, ma rilasciati poco dopo.

     

    Su twitter sono stati lanciati appelli per far sì che questa rivoluzionaria forma la protesta diventi il simbolo della ribellione contro la disumanità di tutti i governi antidemocratici.

     

    Tonino Guerra sarebbe molto felice di sapere che ancora una volta una sua immagine interna è diventata una realtà percepibile, e che questa immagine che narra dei primi momenti di vita, possa divenire una vera, pacifica e potente arma di lotta contro l’inumano che è la malattia dei tiranni e dei loro servi.

    20 giugno 2013

    *Mi rifaccio qui alla teoria della Teoria della nascita e alla ricerca dello psichiatra Massimo Fagioli, in cui si parla dei primi momenti di vita del neonato: nei primi dieci-venti-trenta secondi che seguono alla nascita, il neonato è immobile, non reagisce agli stimoli e, ovviamente, non emette suoni.

     

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