• Cronache ai tempi del corona virus (prima della prima giornata)

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    Cassandra nel paese dei ciechi

    di Gian Carlo Zanon

    In questi giorni mi è tornata alla mente Cassandra rimessa in campo da Christa Wolf nella sua opera omonima.

    L’autrice tedesca fa un passo ulteriore nell’interpretazione del  mito della veggente inascoltata. La sua Cassandra non è invasa né da Apollo, né dal serpente mantico, né dalla Pythía delfica: lei, con dolore, vede ciò che gli altri non vogliono vedere; lei dice ciò che gli altri non hanno il coraggio di dire.

    Le sue profezie sono solo il risultato di una fusione tra pensiero inconscio – che si palesa come la voce interiore che parla dentro di lei – e il suo coerente e naturale comportamento. Comportamento inteso come volontà di dire fino in fondo ciò che lei, non annullando come gli altri la realtà riesce a vedere.

    In questa rivisitazione del mito di Cassandra non c’è nessun dio che parla attraverso la bocca della ‘profetessa’. Non c’è più la Cassandra del mito che vede nel futuro ciò che ancora non esiste. C’è una donna che ha il coraggio di rivelare le proprie intuizioni. Una donna capace di fare nessi partendo da dati reali anche se questi sono ‘invisibili’… non è Cassandra che “vede”, sono gli altri che sono ottusamente ciechi.

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    «Smarrita, Cassandra si ritrae di fronte a una città che al vedere il vero va sostituendo la finzione su commissione degli unici veri dei, gli abitatori del Palazzo. Sotto la cappa del poliziotto Eumelo, Troia diventa una comunità di ciechi, cittadini che non vedono per comodo (…) Ciò che guida la Cassandra rinata dalle mani di Christa Wolf, è una visionarietà che solo una realtà umana ben salvaguardata può donare: «Cassandra sa. Nessun dio le ha donato la veggenza. Il dono di vedere è solo la capacità tutta umana – che il potere asserve, corrompe e tacita – di attivare il proprio corpo, di vedere e dire il reale ». (*)

    Cassandra è sempre Cassandra… il sordido  Eumelo e gli abitatori del Palazzo ora hanno altri nomi: loro hanno fatto ancora entrare nelle città un altro nemico mortale invisibile agli occhi di chi non ha voluto vedere.

    Anita Raja: tratto dalla sua postfazione al libro di Christa Wolf

    19 marzo 2020

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