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23 Giugno 2015 10:17
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di Gian Carlo Zanon
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Certo, ci si può mettere d’accordo e chiamare la merda zucchero, ma sempre merda rimane. Il linguaggio imparato fondamentalmente è un sistema di comunicazione condiviso o imposto da/a un certo numero di persone. Approfondendo il tema potremmo dire che le lingue e il linguaggio -anche quello extra verbale come quello del corpo, dell’abbigliamento ecc. – sono sempre imposti dal contesto sociale in cui viviamo. L’imposizione può essere violenta fino alla fisicità – vedi l’insegnamento dell’arabo attraverso la lettura obbligatoria del Corano in alcune madāris – o subdola come quando la mamma obbliga il bambino di due anni a pronunciare perfettamente una data parola. D’altronde ancora agli inizi anni sessanta in Italia alcuni maestri elementari particolarmente sadici, giravano con un righello non per misurare oggetti ma per punire corporalmente i bambini che sbagliavano la pronuncia o cose del genere. Ne ho un personale ricordo.
Detto questo non so perché il M5s essendo un partito a tutti gli effetti continui a definirsi movimento visto che al suo interno non c’è in verità un vero movimento propositivo né tantomeno un’idea sostanziale come quella di eguaglianza o di libertà di pensiero, tanto per fare degli esempi. Fanno, piuttosto bene finora, l’opposizione a questi governi imposti dall’alto del colle.
Ovviamente anche dietro un governo “democraticamente eletto” – e non è il caso italiano – ci sono sempre patroni, padrini e padroni : alta finanza, banche private che si mimetizzano con nomi pubblici (Banca d’Italia, Bce, Fmi), corporation, multinazionali, lobby economiche, criminalità organizzata, ed infine i gestori dell’alienazione religiosa funzionali a questa tipologia di potere politico descritto. (Leggi qui il caso Renzi)
I partiti politici che dovrebbero avere la funzione di governare i rapporti di forza in modo equo, giusto, democratico, ecc. hanno abdicato. Ora i partiti occidentali, nelle stragrande maggioranza dei casi sono delle mere “società a irresponsabilità illimitata” che non gestiscono più i territori in modo equo, giusto, democratico, ecc.. Né tantomeno si frappongono con giustizia nei rapporti di forza tra il cittadino comune e le oligarchie sempre più decise ad usare le persone come oggetti da usare per la massimizzazione dei loro profitti.
I gestori dei partiti si sono trasformati in quelli che in età romana venivano definiti “cliens”, vale a dire cittadini/sudditi che adempiono a una serie di obblighi nei confronti del “patronus”, obbligato a sua volta nei confronti del cliente ad adempiere ai suoi dovere di patrocinatore. Tanto per non fare nomi pensiamo ad esempio ai rapporti di un “improbabile” capo del governo italiano vassallo di una casa automobilistica o di una catena di ristoranti e punti vendita alimentari dedicati al Made in Italy enogastronomico. “N’ est-ce pas”?
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Detto ciò, essendo i dirigenti dei partiti soci di queste “società a irresponsabilità illimitata” cosa devono fare? Ma ovviamente cercare di fare in modo che i loro interessi privati interagiscano con quelli dell’azienda a cui appartengono, massimizzando i loro profitti personali. Ogni mossa politica, ogni parola, ogni ammiccamento, ogni gesto è funzionale a queste loro intenzionalità. La differenza, generalizzando ovviamente, la fa la bramosia più o meno accentuata dell’homus politicus , declinato in homus oeconomicus. Questo primate di una nuova “era biologica”, occupa un posto molto in alto nella piramide alimentare, muove i suoi passi nella savana globalizzata , è dotato di ragione utilitaristica e si nutre di elettorato e di credenze economiche neo-liberaliste molto aggressive. Le sue divinità, oltre a quelle meramente funzionali al mantenimento del suo potere, formano una nuova trinità: Il libero Mercato, La Mano invisibile che lo guida, La Diseguaglianza Sociale. Ogni passo dell’homus politicus è guidato da queste ideologie che ovviamente debbono presupporre una visione della realtà umana meccanicistica e quindi desertificata da affetti che essi cercano sempre di mimare come possono nei momenti pubblici.
Forse nessuno se n’è accorto ma gli ultimi governi presieduti dal Pd hanno allontanato il “popolo di sinistra” dalle urne. Per “popolo di sinistra” intendo quella parte di cittadini che hanno ben chiaro i concetti di laicità, eguaglianza, di libertà e di umanità che danno spessore ai diritti umani, ai quali aderiscono interamente, e che sono ben informati sulla realtà politica e sociale.
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Questi significa che il bacino elettorale è stato privato dalla parte più sana della società che ovviamente non si può riconoscere né nella nueva derecha renziana e del M5s, né tantomeno in quella tradizionale che va dal Ncd alla Lega.
Gli elettori che finora obtorto collo avevano continuato a votare per i derivati del Pci hanno esaurito i tappi con cui chiudersi le narici al momento del voto e quindi il 95% dei cittadini che continuano ad andare a votare si posso identificare nella destra liberalista clerical-fascistoide. Se si votasse oggi per le politiche la destra-destra vincerebbe a piene mani sul Partito di Destra alias Pd.
Che fare? Come riconoscere un politico veramente di sinistra nel senso stretto del termine? Si può riconoscere da ciò che dice, da come lo dice e dalla sua identità umana che non può sfuggire ad un occhio attento. A me è bastato vedere anni fa Renzi a braccetto con Marchionne per non farlo entrare nella mia agenda politica. A me è bastato vedere anni fa Vendola a braccetto con Don Verzè per non farlo entrare nella mia agenda politica. A me è bastato vedere Civati fare per mesi il Sor Tentenna per cancellarlo nella mia agenda politica. Ecc. ecc..
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23 giugno 2015
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