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1 commento
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di Lia Maselli
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Una siepe di pitosforo separava i nostri sogni dalla strada. A volte ci capitava di restare svegli, nei pomeriggi d’agosto, col sudore fermo, ad ascoltare il respiro della stanza. Che era un’eco del mare, in
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La tragedia d’Oreste in un teatrino di marionette! – venne ad annunziarmi il signor Anselmo Paleari. – Marionette automatiche, di nuova invenzione. Stasera, alle ore otto e mezzo, in via dei Prefetti, numero cinquantaquattro. Sarebbe da andarci, signor Meis.
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“Che cosa ti piace di me, insomma?”
Di te? Ma niente.
Mi piace di me, piuttosto, il sentirmi così bene accanto a te.
Mi piace di me avvertire il peso opprimente del tuo corpo che si allontana.
Non lo … Leggi tutto
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Racconti da una vita
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Il suono usciva sereno, consolante, ma le parole erano di quelle che non lasciano possibilità a strani fraintendimenti: non so, non ho capito, non è sicuro, poteva essere così… ma forse no.
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Era … Leggi tutto
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“Senti, ma tu che hai da fare adesso?” devi avermelo chiesto a un tratto, sennò non si spiegherebbe il seguito della nostra mattinata.
“Veramente niente…io vengo da fuori, ma tanto devo restare a Roma, perché ho un impegno alle … Leggi tutto